Guerra del Golfo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Link a wikipedia.org Modifica visuale
modifiche in (minima) parte pacifiche ma per (gran) parte non condivisibili, in quanto POV e senza fonti; Wikipedia non può essere usata come fonte per Wikipedia
Riga 32:
 
== Cause scatenanti ==
Il 2 agosto del [[1990]] il ''[[raʾīs]]'' (presidente) [[Iraq|iracheno]] [[Saddam Hussein]] invase il vicino Stato del [[Kuwait]] aper causavia deidelle dannisue economicigrandissime provocatiriserve daldi Kuwaitpetrolio. (estrazione{{citazione oltrenecessaria| iLe ragioni dell'invasione vanno rintracciate su due livelli: concordatiil eprimo, saturazioneconsistente illegalein deluna mercatoprova deldi petrolio).forza con gli [[Stati Uniti]] ed i loro alleati, come conseguenza dell'ambigua politica mediorientale portata avanti dal governo di [[Washington]] durante e dopo la [[Guerra Iran-Iraq]]}}; il Rivendicósecondo quindirivendicando l'appartenenza del Kuwait alla comunità nazionale irachena, anche sulla scorta del comune passato ottomano e di una sostanziale identità etnica, malgrado tuttavia l'Iraq avesse riconosciuto l'indipendenza del piccolo [[Emiro|Emirato]] del [[golfo Persico]] quando questo era stato ammesso alla [[Lega degli Stati Arabi|Lega araba]].
 
L'invasione provocò delle immediate sanzioni da parte dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non conseguì risultati e il 17 gennaio [[1991]] le truppe degli Stati Uniti, supportate dai contingenti della coalizione penetrarono in Iraq. Le operazioni di aria e di terra furono chiamate dalle forze armate della coalizione ''[[Operation Desert Storm]],'' motivo per cui spesso ci si riferisce alla guerra usando la locuzione "Tempesta nel deserto". L'intervento della coalizione anti-irachena ha trovato la sua motivazione più concreta nelle risorse di petrolio e nel blocco dei capitali kuwaitiani sulle piazze finanziarie americane, asiatiche ed europee, causato dall'invasione irachena.
Riga 141:
* 17 luglio [[1990]] - [[Saddam Hussein]] pronuncia alla [[televisione]] un discorso che accusa [[Emirati Arabi Uniti|Emirati Arabi]] e [[Kuwait]] di superare deliberatamente i tetti di estrazione del greggio al fine di danneggiare economicamente l'Iraq.
* 18 luglio - il ministro iracheno [[Tareq Aziz]] invia un messaggio ufficiale alla [[Lega Araba]] accusando il Kuwait di aver rubato petrolio all'Iraq estraendolo lungo i 120 chilometri di frontiera comune, e di aver inflazionato il mercato petrolifero per far cadere il prezzo del greggio. Per questo, esige l'annullamento di un credito di 10 miliardi di dollari, che il Kuwait vanta nei suoi confronti. I toni si inaspriscono e l'Iraq decide di dispiegare delle forze di terra lungo la frontiera.
* 27 luglio - in seguito alle legittime richieste irachene, l'[[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]] decide, per la prima volta dal dicembre [[1986]], di aumentare il prezzo del barile da 18 a 21 dollari. Il guadagno di 4 miliardi di dollari in un anno non sarà comunque sufficiente a coprire i fabbisogni dell'Iraq.
* 29 luglio - Saddam Hussein chiede al Kuwait come risarcimento danni le isole di [[Bubiyan]] e [[Warbah]], che si trovano in posizione strategica rispetto al golfo Persico.
 
Riga 154:
* Gli Stati Uniti annunciano intanto l'invio di forze militari nel [[golfo Persico]], dando il via all'[[Operazione Desert Shield]] (Scudo nel Deserto).
* 9 agosto - l'Iraq chiude le frontiere, impedendo a circa diecimila stranieri provenienti da paesi occidentali di tornare in patria.
* 10 agosto - la Lega Araba, in un summit al [[Cairo]] si divide sulla questione irachena: launa risicata maggioranza si impegna a dislocare unità militari lungo la frontiera tra Iraq e Arabia Saudita, al fine di evitare l'intervento degli Stati Uniti. Favorevoli a Saddam sono la [[LibiaGheddafi]] e la [[Stato di Palestina|PalestinaArafat]], mentre si astengono [[Algeria]], [[Tunisia]] e [[Yemen]].
* 15 agosto - dopo otto anni di guerra, l'Iraq firmainaspettatamente decide di firmare la pace con l'Iran, restituendo 2600 chilometri quadrati di territorio conquistati, riconoscendo i confini stabiliti nel [[1975]] con il [[trattato di Algeri]], e consegnando a [[Teheran]] il controllo totale sullo [[Shatt al-'Arab]]. Il tutto in cambio della neutralità iraniana.
* 18 agosto - Saddam "invita" i cittadini occidentali bloccati a rimanere in Iraq e annuncia che saranno "ospitati" pressoin dei siti speciali. La sua intenzione è quella di utilizzarli come scudi umani. Gli stranieri provenienti da [[Asia]] e paesi arabi possono invece lasciare l'Iraq, senza però la possibilità di portare con sé i propri averi.
* 20 agosto - Vengono chiuse le ambasciate straniere a Kuwait City e il personale diplomatico viene fatto rimpatriare. Rimangono aperte solo le ambasciate di [[Francia]], [[Regno Unito]], [[Italia]] e [[Stati Uniti d'America|USA]], e il personale fa scorta di viveri perchéper prevedi di dover restaresopravvivere senza acqua, energia elettrica e servizi all'interno degli edifici.
* 23 agosto - Viene diffuso un video di Saddam Hussein circondato da ostaggi britannici: tutto il mondo è indignato nel vederlo accarezzare la testa di un bambino di 5 anni di nome Stuart Lockwood. Nelle intenzioni di Saddam l'obiettivo era di tranquillizzare l'occidente ne mostrare come i cittadini venivano trattati bene. Furono tutti liberati prima di Natale.
* 25 agosto - Nelle acque del [[Mediterraneo]], del [[golfo Persico]] e del [[mar Rosso]] sono presenti unità navali di sette paesi occidentali, tra cui l'Italia, che ha deliberato l'invio delle [[Fregata (nave)|fregate]] [[Orsa (F 567)|Orsa]] e [[Libeccio (F 572)|Libeccio]], della nave-appoggio [[Stromboli (A 5327)|Stromboli]], e di due [[corvetta|corvette]] della classe ''Minerva''.
* 28 agosto - Consapevole dell'emozione provocata dal video del 23 agosto, Saddam decide di rinviare in patria le donne e i bambini occidentali tenuti in ostaggio. Questo fa sperare gli ambienti diplomatici in una soluzione non militare della crisi.
* 9 settembre - [[Mihail Gorbačëv]] e [[George H. W. Bush|George Bush]] si incontrano a [[Helsinki]] e, nel condannare l'aggressione, ribadiscono la loro volontà di risolvere la crisi in maniera pacifica. Saddam cerca di difendere le proprie scelte adducendo ad una compiacenza del mondo musulmano con la fraseminaccia: «Abbiamo dalla nostra parte un miliardo di musulmani».
* 11 settembre - il [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso USA]], in sessione plenaria, applaude Bush per il primo bilancio sull'operazione ''desert shield'' e per l'intesa di Helsinki con il leader sovietico.
* 12 settembre - [[Giulio Andreotti]], in qualità di presidente di turno della [[CEE]], lancia un appello per una soluzione pacifica della crisi nel Golfo.
* 14 settembre - Alle unità già presenti nel Golfo, l'Italia aggiunge 8 [[cacciabombardiere|cacciabombardieri]] ''Tornado'' e la fregata ''Zeffiro''.
* A [[Kuwait City]] vengono prese d'assalto le ambasciate di [[Canada]], [[Paesi Bassi]] e Francia . Tre addetti di quest'ultima vengono sequestrati.
* 15 settembre - [[François Mitterrand]] si impegna a rispondere all'azione del regime di Baghdad e fa espellere 24 studenti militari gli iracheni presenti sul territorio francese.
* 23 settembre - Saddam Hussein minaccia di colpire i pozzi petroliferi del Medio Oriente
* 24 settembre - Alla minaccia di Saddam il prezzo del barile oltrepassa la barriera dei 40 dollari e i mercati borsistici sperimentano una giornata nera, con crolli in tutte le piazze da [[Tokyo]] a [[Wall Street]].
* 1º ottobre - in un discorso alle Nazioni Unite in seduta plenaria, Bush dichiara che la guerra con l'Iraq è evitabile e che il suo governo cerca una soluzione politica, accennando alla possibilità di risolvere il [[conflitto arabo-israeliano]] se il Kuwait venisse evacuato. I diplomatici non comprendono la decisione di legare la questione dei territori occupati da Israele alla risoluzione della crisi del Golfo. Nei giorni successivi si riaccende l'attivismo dei Palestinesi e a nord di [[Beirut]] un commando apre il fuoco su 5 000 dimostranti seguaci del generale cristiano [[Michel Aoun]]. Gli Stati Uniti lasciano fare perché la [[Siria]] ha promesso agli USA 10 000 uomini e 200 carri armati per l'operazione ''desert shield''.
* 6 ottobre - A Kuwait City viene chiusa l'ambasciata italiana. I diplomatici vengono ospitati presso l'Ambasciata italiana a Bagdad, ancora pienamente operativa.
* 10 ottobre - davanti al Congresso statunitense, una giovane mediorientale di 15 anni, conosciuta con il nome di Nayirah, fornisce piangendo una testimonianza degli orrori commessi dall'esercito iracheno in Kuwait. L'avvenimento sarà videotrasmesso in tutto il mondo, ma la testimonianza risulterà in seguito completamente falsa: la giovane donna è la figlia dell'ambasciatore del Kuwait a Washington e la montatura è stata architettata da un'agenzia pubblicitaria, pagata da un'associazione di fuorusciti kuwaitiani per promuovere la guerra nel Golfo<ref>{{Cita.[citazione pubblicazione|data=2017-10-09|titolo=Nayirah testimony|rivista=Wikipedia|lingua=en|accesso=2017-10-14|url=https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Nayirah_testimony&oldid=804459321}}</ref>necessaria]
* 23 ottobre - rilasciati gli ultimi 300 ostaggi francesi trattenuti in Iraq. Gli altri occidentali saranno rilasciati a poco a poco, con l'interessamento di personalità di governo dei vari paesi. A [[Roma]], intanto, un gruppo di familiari degli ostaggi manifesta davanti al [[Palazzo Montecitorio|Parlamento]] per il rilascio dei cittadini italiani ancora bloccati.
* 29 ottobre - alle Nazioni Unite il Consiglio di sicurezza vota la decima risoluzione di condanna del regime di Saddam per i crimini di guerra e per violazione dei diritti umani.
* 4 novembre - George Baker negozia con Gorbačëv la neutralità in cambio di aiuti economici e di un impegno alla non ingerenza in caso di dichiarazione d'indipendenza dei paesi del [[mar Baltico|Baltico]] e del [[Caucaso]].
 
[[File:Bush troops.jpg|thumb|Il presidente [[George H. W. Bush]] incontra le truppe americane in [[Arabia Saudita]] durante il [[giorno del ringraziamento]] del 22 novembre [[1990]]]]
* 19 novembre - altri 250&nbsp;000 uomini sono inviati da [[Baghdad]] in Kuwait. Appare chiaro che l'Iraq dispone ancora di larghe risorse prima che si facciano sentire gli effetti dell'[[embargo]]., Ile il Pentagono accusaha accertato che gli iracheni distanno preparare dellepreparando linee difensive sotterranee e dihanno essereintenzione intenzionati adi sabotare i pozzi petroliferi del Kuwait.
* 29 novembre - il Consiglio di Sicurezza ONU vota la ''risoluzione 678'', con cui legittima l'uso della forza contro l'Iraq e fissa alla mezzanotte del 15 gennaio [[1991]] il termine per il ritiro delle truppe dal Kuwait. La Cina si astiene.
* 30 novembre - Bush annuncia di voler farein un ultimo tentativo perdi risolvere la crisi in maniera diplomatica, eBush invita Tareq Aziz alla Casa Bianca e inviandodecide di inviare Baker a Baghdad., Lma l'unico incontro avverráche invecesi inrealizza terrasarà neutrale,quello tra Baker e Aziz a [[Ginevra]], il 9 gennaio 1991, quando la Camera e Senato americani avevano giá deciso di invadere l'Iraq, quindi senza tentare nessuna via diplomatica.
* 6 dicembre - Saddam libera gli ultimi 300 ostaggi occidentali trattenuti e afferma: «Siamo abbastanza forti da poter fare a meno degli scudi umani». Gli Ambasciatori occidentali lasciano l'Iraq ad eccezione di quello italiano, che rimane anche in rappresentanza della Presidenza di turno dell'Unione Europea.
* 3 gennaio - a [[Washington]] viene messa ai voti la decisione di Bush di usare la forza contro l'Iraq: camera e senato americano l'approvano, ma un sondaggio rivela che solo il 47% degli statunitensi è favorevole alla guerra (ad agosto era il 73%).
* 16 gennaio - alle 00,00 ora locale di Washington ([[UTC]] -5) corrispondenti alle 08:00 di Baghdad ([[UTC]] +3) scade l'ultimatum delle Nazioni Unite.
* 17 gennaio - 18 ore e 38 minuti dopo la scadenza dell'[[ultimatum]] dell'ONU, alle 02:38 del mattino ora di Baghdad ha inizio l'operazione [[Desert Storm]], la più imponente azione militare alleata dal [[1945]] in poi, dando il via al massacro dei civili iracheni<ref>{{Cita web|url=https://www.globalresearch.ca/us-sponsored-genocide-against-iraq-1990-2012-killed-3-3-million-including-750000-children/5314461|titolo=Genocidio in Iraq}}</ref>.
 
== Le operazioni militari ==
Line 279 ⟶ 280:
{{vedi anche|sindrome della guerra del Golfo}}
 
{{cn|Circa 50&nbsp;000 soldati statunitensi su 700&nbsp;000 mandati nel Golfo nel 1991 per combattere la "guerra tecnologica" contro [[Saddam Hussein]] contrassero una malattia che intaccava il [[sistema immunitario]]. La malattia nota come «sindrome del Golfo» è da attribuirsi a [[vaccino|vaccini]] sperimentali contro l'[[antrace]] che [[il Pentagono]] fece iniettare a tutti i militari indistintamente. I figli di questi soldati nacquero con gravi malformazioni e malattie incurabili come la mancanza di organi interni, paralisi, problemi respiratori.}}[https://en.wikipedia.org/wiki/Gulf_War_syndrome]
 
=== Effetti dell'uranio impoverito ===
[[File:GWI DU map.gif|thumb|Area approssimata che mostra dove vennero utilizzati i proiettili contenenti uranio impoverito]]
L'[[uranio impoverito]] fu illegalmente utilizzato nella guerra dalla Guerra del Golfo in poi dagli Stati Uniti, nei proiettili perforanti e nelle munizioni dei cannoni da 20–30&nbsp;mm. L'uranio impoverito è un metallo pesante la cui tossicità è analoga ad altri metalli come il piombo e il tungsteno,<ref>Raabe, Otto G. (2001) "Answer to Question #754 Submitted to 'Ask the Experts': What are some health effects of the element uranium?" ''Health Physics Society.'' [http://hps.org/publicinformation/ate/q754.html hps.org]</ref> e il suo uso fu indicato come un fattore decisivo in molti problemi di salute sia nei soldati angloamericani che nelle popolazioni civili, anche se la comunità scientifica non ha raggiunto un parere unanime.<ref>[http://www.sandia.gov/news-center/news-releases/2005/def-nonprolif-sec/snl-dusand.pdf An Analysis of Uranium Dispersal and Health Effects Using a Gulf War Case Study] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120204035816/http://www.sandia.gov/news-center/news-releases/2005/def-nonprolif-sec/snl-dusand.pdf |data=4 febbraio 2012 }}, Albert C. Marshall, Sandia National Laboratories</ref>
 
=== La strage de "L'''Autostrada della Morte"'' ===
{{vedi anche|Autostrada della morte}}
Nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 1991, le 10.000forze militari e civili iracheni stavano lasciando il Kuwaitirachene in conformitàfuga coniniziarono le richieste dindicate nella risoluzione dell'ONU.a Lasciaronolasciare il Kuwait attraverso l'autostrada a nord di [[Al Jahra]]. Una colonna di circa 1400 veicoli civilimilitari e militaricivili fuvenne attaccata dai caccia dell'aeronautica e della marina statunitense. L'attacco, trucidómolto quasicontroverso, tuttidistrusse glitutto occupantiil delvasto convoglio, lasciando 450 superstiti feriti, attraverso un bombardamento durato diverse ore.[https://www Alcuni veicoli del convoglio erano rubati e caricati con bottini di guerra provenienti dal Kuwait.globalresearch.ca/remember-the-1991-gulf-war-the-massacre-of-withdrawing-soldiers-on-the-highway-of-death/767]
 
=== Il sospetto di abusiAbusi sui prigionieri di guerra della coalizione ===
La televisione irachena mostrò alcuni prigionieri di guerra con visibili segni di ferimentoabusi mentre ripudiavano la guerra come "folle strumento per risolvere i problemi"<ref>{{Cita web|url=https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Cocciolone|titolo=Interrogatorio in diretta televisiva}}</ref>coalizione, come i britannici [[John Nichol]] e [[John Peters (pilota)|John Peters]]. Tra questi, furono presi come prigionieri anche gli italiani [[Maurizio Cocciolone]] e [[Gianmarco Bellini]]. I militari italiani si trovavano su un cacciabombardiere in territorio iracheno e facevano parte di una missione che stava per lanciare l'ennesima offensiva di bombardamento, quando furono abbattuti dalla contraera irachena di difesa. Furono gli unici prigionieri italiani in Iraq. I media Europei interpretarono quelle tumefazioni come segni di violenza ed abusi e non come segni di combattimento.
 
=== Attraversamento dei confini iracheni ===
Alcune forze irachene che attraversarono il confine con il Kuwait si stavano ritirando, ma le forze della coalizione continuarono ad inseguire ed attaccare i resti delle forze irachene in ritiro attraverso il territorio iracheno. Il mandato ONU richiedeva l'espulsione delle forze militari di Saddam Hussein dal Kuwait, e secondo alcuni non autorizzava l'attacco nel territorio iracheno. Qualche ufficiale militare giustificò l'attacco evidenziando la necessità di prevenire il raggruppamento e la riorganizzazione di un contrattacco delle forze irachene. [mancano le fonti]
 
== Perdite tra le file della Coalizione ==
{| class="wikitable"
!Paese||Totale||Battaglia||Incidente||Fuoco amico
Line 324 ⟶ 325:
 
=== Perdite irachene ===
Delle prime stime stabilirono la morte di 100.000 iracheni, mentre altre quantificarono tra le 20.000 e le 35.000 perdite irachene ed altre ancora 200.000.<ref name="Robert Fisk 2005 p.853">Robert Fisk, ''The Great War For Civilisation; The Conquest of the Middle East'' (Fourth Estate, 2005), p.853.</ref> Un rapporto, che risulta essere molto sottostimato, commissionato dall'aeronautica statunitense stimò le morti irachene in combattimento tra le 10.000 e le 12.000 unità durante la campagna aerea e 10.000 nella campagna di terra<ref>{{Cita libro | cognome = Keaney | nome = Thomas | coautori = Eliot A. Cohen | titolo = Gulf War Air Power Survey | editore = United States Dept. of the Air Force |data=1993 | città = | isbn = 0-16-041950-6 }}</ref>, questi dati si basarono sui rapporti dei prigionieri di guerra.
 
Il governo iracheno affermò che 2.300 civili morirono durante la campagna aerea, molti dei quali durante l'attacco degli [[F-117]] su un edificio a Baghdad che era contemporaneamente un centro militare per le comunicazioni e un riparo per i civili. [manca la citazione, probabilmente propaganda].
Il rapporto della GlobalResearch (canadese), ha stimato che durante la Prima guerra contro l'Iraq siano state uccise piú di 200.000 persone<ref>{{Cita web|url=https://www.globalresearch.ca/us-sponsored-genocide-against-iraq-1990-2012-killed-3-3-million-including-750000-children/5314461|titolo=Genocide in Iraq}}</ref>, per lo piú civili. Solo nelle poche ore dell'attacco a guerra praticamente finita de "L'autostrada della morte" furono trucidate 10.000 persone civili e militari.
 
Il governo iracheno affermò che 2.300 civili morirono durante la campagna aerea, molti dei quali durante l'attacco degli [[F-117]] su un edificio a Baghdad che era contemporaneamente un centro militare per le comunicazioni e un riparo per i civili. [manca la citazione, probabilmente propaganda].
 
In base al ''Project on Defense Alternatives study''<ref>[http://www.comw.org/pda/0310rm8ap2.html www.comw.org]</ref>, 3.663 civili iracheni e tra 20.000 e 26.000 militari vennero uccisi nel conflitto.
 
=== Perdite civili irachene ===
L'aumento dell'importanza degli attacchi aerei compiuti con aerei e missili da crociera ha lasciato molte polemiche sul numerolivello delle morti e feriti civili causate durantenelle laprime afasi della guerra. Nelle prima 24 ore vennero compiute più di 1000 uscite, la maggior parte contro bersagli a Baghdad. La città subì dei forti bombardamenti poiché considerata dagli alleatiera la base del potere del presidente Hussein e del complesso di comando e controllo militare iracheno.
 
Durante la lunga campagna di bombardamenti che precedette la campagna di terra, molti attacchi aerei causarono perdite tra i civili. In un episodio, i bombardieri stealth attaccarono un bunker ad Amirya, dove vi erano rifugiati centinaia didei civili. Tra i 200 e i 400 civili morirono nell'attacco e montarono delle polemiche sullo status del bunker, che secondo alcuni era un riparo civile, mentre altri riferirono che era un centro per le comunicazioni militare e i civili furono deliberatamente spostati lì per essere usati come [[scudo umano|scudi umani]] [manca la citazione]. Una ricerca guidata da Beth Osborne Daponte ha stabilito che le morti tra i civili raggiunsero le 100&nbsp;000 unità.<ref name="Robert Fisk 2005 p.853" />
L'uso cosí massiccio di missili su una città e i suoi cittadini inermi, é anche una pratica militare per annichilire l'avversario, dal punto di vista psicologico e morale. Cosí fu con le bombe atomiche statunitensi ad Hiroshima e Nagasaki, e cosí fu con la distruzione di Dresda. L'attacco a Bagdad con migliaia di missili rientra in questo ordine di strategia militare.
 
== Il dopoguerra ==
Durante la lunga campagna di bombardamenti che precedette la campagna di terra, molti attacchi aerei causarono perdite tra i civili. In un episodio, i bombardieri stealth attaccarono un bunker ad Amirya, dove vi erano rifugiati centinaia di civili. Tra i 200 e i 400 civili morirono nell'attacco e montarono delle polemiche sullo status del bunker, che secondo alcuni era un riparo civile, mentre altri riferirono che era un centro per le comunicazioni militare e i civili furono deliberatamente spostati lì per essere usati come [[scudo umano|scudi umani]] [manca la citazione]. Una ricerca guidata da Beth Osborne Daponte ha stabilito che le morti tra i civili raggiunsero le 100&nbsp;000 unità.<ref name="Robert Fisk 2005 p.853" />
Le perdite in combattimento dalla Coalizione ammontano in tutto a 213 soldati (146 statunitensi, stando alle dichiarazioni dell'ex-vicepresidente [[Dick Cheney]] in un'intervista del 1994). Quelle irachene invece sono più difficili da stimare: le valutazioni variano da circa 20&nbsp;000 ad oltre 100&nbsp;000 morti, fra cui diverse migliaia di civili.
 
Il presidente statunitense [[George H. W. Bush|Bush]] si attenne al mandato dell'ONU, evitò di penetrare in profondità in territorio iracheno e di rovesciare il regime di Saddām; questo anche per timore che un vuoto di potere portasse ad una situazione ancora peggiore (come una guerra civile in Iraq, o un allineamento fra [[Iran]] ed Iraq). Bush optò invece per una politica di contenimento:
== Il dopoguerra ==
Il presidente statunitense [[George H. W. Bush|Bush]] si attenne al mandato dell'ONU, evitò di penetrare in profondità in territorio iracheno e di rovesciare il regime di Saddām; questo anche per timore che un vuoto di potere portasse ad una situazione ancora peggiore (come un allineamento fra [[Iran]] ed Iraq). Bush dovette quindi adottare una politica di contenimento:[[File:GeorgeHWBush-200px.jpg|thumb|George Herbert Walker Bush, chiamato anche George Bush Senior.]]
* Costrinse l'Iraq a rinunciare alle ''armi di distruzione di massa'' (''Weapons of Mass Destruction'' o WMD: armi chimiche, biologiche e nucleari) ed ai missili a medio-lungo raggio, che gli Statunitensi stessi avevano fornito a Saddam durante la guerra Iraq-Iran. Nel 1991 gli ispettori dell'ONU incaricati di verificare l'effettivo disarmo iracheno scoprirono diversi programmi "proibiti" (uno dei quali avrebbe potuto portare a una [[bomba nucleare]] in pochi anni), che furono largamente smantellati. Tuttavia il timore che potessero essere ripresi fece proseguire le ispezioni fino al dicembre [[1998]], quando Saddām espulse gli ispettori con l'accusa di essere spie statunitensi. Nel 2002, in seguito all'[[Attentati dell'11 settembre 2001|attentato alle Torri Gemelle (11 settembre 2001)]] gli ispettori poterono rientrare in Iraq ma non trovarono mai prove circa la presenza di quelle armi.
* I paesi della regione dovettero acconsentire a continuareacconsentirono ad ospitare basi statunitensi portate in Medioriente durante la guerra, e che servirono alle aviazioni di USA e UK per imporre all'Iraq due ''[[no fly zones]]'' (regioni entro le quali l'ONU aveva vietato i voli militari iracheni), una nel nord ed una nel sud del Paese. Quella settentrionale favorì la formazione di un'entità [[curdi|curda]] quasi indipendente da [[Baghdad]]; quella meridionale non impedì la repressione della ribellione degli [[sciiti]] del sud. Fra il 1991 ed il 2003 le ''no fly zones'' feceroportarono a chenumerose gliscaramucce americani(come continuaronoi abombardamenti bombardare ledi postazioni contraeree irachene).
* Putroppo non attese alla promessaEvitò di abolire le [[sanzioni economiche]] imposte nell'agosto 1990, eper reserendere cosíimpopolare impossibileil a Saddamregime e all'Iraq di riprenderse dal colpo subito dalla guerra, rendendolo impopolare, creando i presupposti per comprareostacolarne il petrolioriarmo. irachenoPiù atardi prezzo bassissimo. Lele nefaste conseguenze delle sanzioni sulla popolazione irachena infatti spinsero alla un loro leggero allentamento attraverso l'introduzione del programma ''[[Oil for Food]]'', che permetteva all'Iraq di vendere [[petrolio]] a prezzi bassissimi in cambio di generi di prima necessità.
 
Questa politica fu proseguita senza grandi cambiamenti dall'amministrazione [[Bill Clinton|Clinton]] ([[1993]]-[[2000]]).
 
Tuttavia con l'ascesa alla presidenza statunitense del secondo presidente [[George W. Bush|Bush]] ([[2001]]), ede usandospecialmente ladopo scusa degligli attentati terroristici dell'[[11 settembre 2001]], gli Stati Uniti si dimostrarono sempre più insofferenti di questa situazione, tanto che nel [[2003]] raccolsero una seconda [[Coalizione multinazionale in Iraq|coalizione]], invaserorovesciando loil statoregime sovrano iracheno contro ogni risoluzione ONU, fecero prigionierodi Saddam Hussein per poi farlo impiccare (si veda [[guerra in Iraq]]).
 
== La guerra del Golfo nella cultura di massa ==