Guerra del Golfo: differenze tra le versioni
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== Cause scatenanti ==
Il 2 agosto del [[1990]] il ''[[raʾīs]]'' (presidente) [[Iraq|iracheno]] [[Saddam Hussein]] invase il vicino Stato del [[Kuwait]]
L'invasione provocò delle immediate sanzioni da parte dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non conseguì risultati e il 17 gennaio [[1991]] le truppe degli Stati Uniti, supportate dai contingenti della coalizione penetrarono in Iraq. Le operazioni di aria e di terra furono chiamate dalle forze armate della coalizione ''[[Operation Desert Storm]],'' motivo per cui spesso ci si riferisce alla guerra usando la locuzione "Tempesta nel deserto". L'intervento della coalizione anti-irachena ha trovato la sua motivazione più concreta nelle risorse di petrolio e nel blocco dei capitali kuwaitiani sulle piazze finanziarie americane, asiatiche ed europee, causato dall'invasione irachena.
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* 17 luglio [[1990]] - [[Saddam Hussein]] pronuncia alla [[televisione]] un discorso che accusa [[Emirati Arabi Uniti|Emirati Arabi]] e [[Kuwait]] di superare deliberatamente i tetti di estrazione del greggio al fine di danneggiare economicamente l'Iraq.
* 18 luglio - il ministro iracheno [[Tareq Aziz]] invia un messaggio ufficiale alla [[Lega Araba]] accusando il Kuwait di aver rubato petrolio all'Iraq estraendolo lungo i 120 chilometri di frontiera comune, e di aver inflazionato il mercato petrolifero per far cadere il prezzo del greggio. Per questo, esige l'annullamento di un credito di 10 miliardi di dollari, che il Kuwait vanta nei suoi confronti. I toni si inaspriscono e l'Iraq decide di dispiegare delle forze di terra lungo la frontiera.
* 27 luglio - in seguito alle
* 29 luglio - Saddam Hussein chiede al Kuwait come risarcimento danni le isole di [[Bubiyan]] e [[Warbah]], che si trovano in posizione strategica rispetto al golfo Persico.
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* Gli Stati Uniti annunciano intanto l'invio di forze militari nel [[golfo Persico]], dando il via all'[[Operazione Desert Shield]] (Scudo nel Deserto).
* 9 agosto - l'Iraq chiude le frontiere, impedendo a circa diecimila stranieri provenienti da paesi occidentali di tornare in patria.
* 10 agosto - la Lega Araba, in un summit al [[Cairo]] si divide sulla questione irachena:
* 15 agosto - dopo otto anni di guerra, l'Iraq
* 18 agosto - Saddam "invita" i cittadini occidentali bloccati a rimanere in Iraq e annuncia che saranno "ospitati"
* 20 agosto - Vengono chiuse le ambasciate straniere a Kuwait City e il personale diplomatico viene fatto rimpatriare. Rimangono aperte solo le ambasciate di [[Francia]], [[Regno Unito]], [[Italia]] e [[Stati Uniti d'America|USA]], e il personale fa scorta di viveri
* 23 agosto - Viene diffuso un video di Saddam Hussein circondato da ostaggi britannici: tutto il mondo è indignato nel vederlo accarezzare la testa di un bambino di 5 anni di nome Stuart Lockwood
* 25 agosto - Nelle acque del [[Mediterraneo]], del [[golfo Persico]] e del [[mar Rosso]] sono presenti unità navali di sette paesi occidentali, tra cui l'Italia, che ha deliberato l'invio delle [[Fregata (nave)|fregate]] [[Orsa (F 567)|Orsa]] e [[Libeccio (F 572)|Libeccio]], della nave-appoggio [[Stromboli (A 5327)|Stromboli]], e di due [[corvetta|corvette]] della classe ''Minerva''.
* 28 agosto - Consapevole dell'emozione provocata dal video del 23 agosto, Saddam decide di rinviare in patria le donne e i bambini occidentali tenuti in ostaggio. Questo fa sperare gli ambienti diplomatici in una soluzione non militare della crisi.
* 9 settembre - [[Mihail Gorbačëv]] e [[George H. W. Bush|George Bush]] si incontrano a [[Helsinki]] e, nel condannare l'aggressione, ribadiscono la loro volontà di risolvere la crisi in maniera pacifica. Saddam
* 11 settembre - il [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso USA]], in sessione plenaria, applaude Bush per il primo bilancio sull'operazione ''desert shield'' e per l'intesa di Helsinki con il leader sovietico.
* 12 settembre - [[Giulio Andreotti]], in qualità di presidente di turno della [[CEE]], lancia un appello per una soluzione pacifica della crisi nel Golfo.
* 14 settembre - Alle unità già presenti nel Golfo, l'Italia aggiunge 8 [[cacciabombardiere|cacciabombardieri]] ''Tornado'' e la fregata ''Zeffiro''.
* A [[Kuwait City]] vengono prese d'assalto le ambasciate di [[Canada]], [[Paesi Bassi]] e Francia
* 15 settembre - [[François Mitterrand]] si impegna a rispondere all'azione del regime di Baghdad e fa espellere
* 23 settembre - Saddam Hussein minaccia di colpire i pozzi petroliferi del Medio Oriente
* 24 settembre - Alla minaccia di Saddam il prezzo del barile oltrepassa la barriera dei 40 dollari e i mercati borsistici sperimentano una giornata nera, con crolli in tutte le piazze da [[Tokyo]] a [[Wall Street]].
* 1º ottobre - in un discorso alle Nazioni Unite in seduta plenaria, Bush dichiara che la guerra con l'Iraq è evitabile e che il suo governo cerca una soluzione politica, accennando alla possibilità di risolvere il [[conflitto arabo-israeliano]] se il Kuwait venisse evacuato. I diplomatici non comprendono la decisione di legare la questione dei territori occupati
* 6 ottobre - A Kuwait City viene chiusa l'ambasciata italiana. I diplomatici vengono ospitati presso l'Ambasciata italiana a Bagdad, ancora pienamente operativa.
* 10 ottobre - davanti al Congresso statunitense, una giovane mediorientale di 15 anni, conosciuta con il nome di Nayirah, fornisce piangendo una testimonianza degli orrori commessi dall'esercito iracheno in Kuwait. L'avvenimento sarà videotrasmesso in tutto il mondo, ma la testimonianza risulterà in seguito completamente falsa: la giovane donna è la figlia dell'ambasciatore del Kuwait a Washington e la montatura è stata architettata da un'agenzia pubblicitaria, pagata da un'associazione di fuorusciti kuwaitiani per promuovere la guerra nel Golfo
* 23 ottobre - rilasciati gli ultimi 300 ostaggi francesi trattenuti in Iraq. Gli altri occidentali saranno rilasciati a poco a poco, con l'interessamento di personalità di governo dei vari paesi. A [[Roma]], intanto, un gruppo di familiari degli ostaggi manifesta davanti al [[Palazzo Montecitorio|Parlamento]] per il rilascio dei cittadini italiani ancora bloccati.
* 29 ottobre - alle Nazioni Unite il Consiglio di sicurezza vota la decima risoluzione di condanna del regime di Saddam per i crimini di guerra e per violazione dei diritti umani.
* 4 novembre - George Baker negozia con Gorbačëv la neutralità in cambio di aiuti economici e di un impegno alla non ingerenza in caso di dichiarazione d'indipendenza dei paesi del [[mar Baltico|Baltico]] e del [[Caucaso]].
[[File:Bush troops.jpg|thumb|Il presidente [[George H. W. Bush]] incontra le truppe americane in [[Arabia Saudita]] durante il [[giorno del ringraziamento]] del 22 novembre [[1990]]]]
* 19 novembre - altri 250 000 uomini sono inviati da [[Baghdad]] in Kuwait. Appare chiaro che l'Iraq dispone ancora di larghe risorse prima che si facciano sentire gli effetti dell'[[embargo]]
* 29 novembre - il Consiglio di Sicurezza ONU vota la ''risoluzione 678'', con cui legittima l'uso della forza contro l'Iraq e fissa alla mezzanotte del 15 gennaio [[1991]] il termine per il ritiro delle truppe dal Kuwait
* 30 novembre -
* 6 dicembre - Saddam libera gli ultimi 300 ostaggi occidentali trattenuti e afferma: «Siamo abbastanza forti da poter fare a meno degli scudi umani». Gli Ambasciatori occidentali lasciano l'Iraq ad eccezione di quello italiano, che rimane anche in rappresentanza della Presidenza di turno dell'Unione Europea.
* 3 gennaio - a [[Washington]] viene messa ai voti la decisione di Bush di usare la forza contro l'Iraq: camera e senato
* 16 gennaio - alle 00,00 ora locale di Washington ([[UTC]] -5) corrispondenti alle 08:00 di Baghdad ([[UTC]] +3) scade l'ultimatum delle Nazioni Unite.
* 17 gennaio - 18 ore e 38 minuti dopo la scadenza dell'[[ultimatum]] dell'ONU, alle 02:38 del mattino ora di Baghdad ha inizio l'operazione [[Desert Storm]], la più imponente azione militare alleata dal [[1945]] in poi
== Le operazioni militari ==
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{{vedi anche|sindrome della guerra del Golfo}}
{{cn|Circa 50 000 soldati statunitensi su 700 000 mandati nel Golfo nel 1991 per combattere la "guerra tecnologica" contro [[Saddam Hussein]] contrassero una malattia che intaccava il [[sistema immunitario]]. La malattia nota come «sindrome del Golfo» è da attribuirsi a [[vaccino|vaccini]] sperimentali contro l'[[antrace]] che [[il Pentagono]] fece iniettare a tutti i militari indistintamente. I figli di questi soldati nacquero con gravi malformazioni e malattie incurabili come la mancanza di organi interni, paralisi, problemi respiratori.}}
=== Effetti dell'uranio impoverito ===
[[File:GWI DU map.gif|thumb|Area approssimata che mostra dove vennero utilizzati i proiettili contenenti uranio impoverito]]
L'[[uranio impoverito]] fu
===
{{vedi anche|Autostrada della morte}}
Nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 1991, le
===
La televisione irachena mostrò alcuni prigionieri di guerra con visibili segni di
=== Attraversamento dei confini iracheni ===
Alcune forze irachene che attraversarono il confine con il Kuwait si stavano ritirando, ma le forze della coalizione continuarono ad inseguire ed attaccare i resti delle forze irachene in ritiro attraverso il territorio iracheno. Il mandato ONU richiedeva l'espulsione delle forze militari di Saddam Hussein dal Kuwait, e secondo alcuni non autorizzava l'attacco nel territorio iracheno. Qualche ufficiale militare giustificò l'attacco evidenziando la necessità di prevenire il raggruppamento e la riorganizzazione di un contrattacco delle forze irachene.
== Perdite
{| class="wikitable"
!Paese||Totale||Battaglia||Incidente||Fuoco amico
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=== Perdite irachene ===
Delle prime stime stabilirono la morte di 100.000 iracheni, mentre altre quantificarono tra le 20.000 e le 35.000 perdite irachene ed altre ancora 200.000.<ref name="Robert Fisk 2005 p.853">Robert Fisk, ''The Great War For Civilisation; The Conquest of the Middle East'' (Fourth Estate, 2005), p.853.</ref> Un rapporto
Il governo iracheno affermò che 2.300 civili morirono durante la campagna aerea, molti dei quali durante l'attacco degli [[F-117]] su un edificio a Baghdad che era contemporaneamente un centro militare per le comunicazioni e un riparo per i civili
▲Il governo iracheno affermò che 2.300 civili morirono durante la campagna aerea, molti dei quali durante l'attacco degli [[F-117]] su un edificio a Baghdad che era contemporaneamente un centro militare per le comunicazioni e un riparo per i civili. [manca la citazione, probabilmente propaganda].
In base al ''Project on Defense Alternatives study''<ref>[http://www.comw.org/pda/0310rm8ap2.html www.comw.org]</ref>, 3.663 civili iracheni e tra 20.000 e 26.000 militari vennero uccisi nel conflitto.
=== Perdite civili irachene ===
L'aumento dell'importanza degli attacchi aerei compiuti con aerei e missili da crociera ha lasciato molte polemiche sul
Durante la lunga campagna di bombardamenti che precedette la campagna di terra, molti attacchi aerei causarono perdite tra i civili. In un episodio, i bombardieri stealth attaccarono un bunker ad Amirya, dove vi erano rifugiati
== Il dopoguerra ==▼
▲Durante la lunga campagna di bombardamenti che precedette la campagna di terra, molti attacchi aerei causarono perdite tra i civili. In un episodio, i bombardieri stealth attaccarono un bunker ad Amirya, dove vi erano rifugiati centinaia di civili. Tra i 200 e i 400 civili morirono nell'attacco e montarono delle polemiche sullo status del bunker, che secondo alcuni era un riparo civile, mentre altri riferirono che era un centro per le comunicazioni militare e i civili furono deliberatamente spostati lì per essere usati come [[scudo umano|scudi umani]] [manca la citazione]. Una ricerca guidata da Beth Osborne Daponte ha stabilito che le morti tra i civili raggiunsero le 100 000 unità.<ref name="Robert Fisk 2005 p.853" />
Le perdite in combattimento dalla Coalizione ammontano in tutto a 213 soldati (146 statunitensi, stando alle dichiarazioni dell'ex-vicepresidente [[Dick Cheney]] in un'intervista del 1994). Quelle irachene invece sono più difficili da stimare: le valutazioni variano da circa 20 000 ad oltre 100 000 morti, fra cui diverse migliaia di civili.
Il presidente statunitense [[George H. W. Bush|Bush]] si attenne al mandato dell'ONU, evitò di penetrare in profondità in territorio iracheno e di rovesciare il regime di Saddām; questo anche per timore che un vuoto di potere portasse ad una situazione ancora peggiore (come una guerra civile in Iraq, o un allineamento fra [[Iran]] ed Iraq). Bush optò invece per una politica di contenimento:
▲== Il dopoguerra ==
* Costrinse l'Iraq a rinunciare alle ''armi di distruzione di massa'' (''Weapons of Mass Destruction'' o WMD: armi chimiche, biologiche e nucleari) ed ai missili a medio-lungo raggio
* I paesi della regione
*
Questa politica fu proseguita senza grandi cambiamenti dall'amministrazione [[Bill Clinton|Clinton]] ([[1993]]-[[2000]]).
Tuttavia con l'ascesa alla presidenza statunitense del secondo presidente [[George W. Bush|Bush]] ([[2001]]),
== La guerra del Golfo nella cultura di massa ==
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