Josef Radetzky: differenze tra le versioni

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Intensificò la caccia ai patrioti, dedicando particolare cura ai possessori di un prestito nazionale lanciato da [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]]: tra le moltissime vittime si ricordano più sovente il milanese [[Amatore Sciesa|Sciesa]], fucilato il 2 agosto [[1851]] per possesso di un manifesto mazziniano, il comasco [[Luigi Dottesio|Dottesio]], impiccato l'11 ottobre dello stesso anno per possesso di materiale propagandistico, i [[martiri di Belfiore]], impiccati a [[Mantova]] dopo il sequestro di titoli del debito. Per dare un'idea della determinazione del Radetzky, a questi ultimi venne anche negato un funerale cristiano ed il seppellimento in terra consacrata<ref>Per tutti questi processi, vedi, ad esempio: Pier Carlo Boggio, ''Storia politico-militare della guerra dell'indipendenza italiana, 1859-1860'', 1859.</ref>.
 
Dal [[1848]] sottopose molti alla cerimonia della “pubblica bastonatura”, eseguì quasi 1&#160;000 condanne a morte per insurrezione o altri delitti politici e molte più ne comminò. Alla gran parte dei numerosissimi condannati alla forca, infatti, la pena veniva commutata in lustri di carcere pesante ai ferri.
 
Pene e punizioni falcidiarono un'intera generazione di professionisti, medici e non pochi sacerdoti un po' in tutte le città lombarde e venete. Agli esuli vennero sequestrati i beni(con particolare cura ai più facoltosi).