Cinquecentina: differenze tra le versioni
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Con '''cinquecentina''' s'intende un'edizione [[Stampa|stampata]] nel [[XVI secolo]]. Il termine è conio piuttosto recente, nato in ambito [[Biblioteconomia|biblioteconomico]].<ref>Se ci riferiamo, ad esempio, al [[Grande dizionario della lingua italiana]], esso compare solo nel ''Supplemento'' 2004. </ref>
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Nella prima metà del [[XVI secolo]] la città dove si sviluppò maggiormente la stampa dei libri fu [[Venezia]]. La presenza di capitali e materie prime,
A partire dalla seconda metà del secolo, alcuni fattori quali la [[Colonizzazione europea delle Americhe|scoperta dell'America]], la riforma [[Protestantesimo|protestante]], l'istituzione dell'[[Indice dei libri proibiti]], contribuirono a modificare la distribuzione geografica dei centri editoriali in [[Europa]]. Emergono nuovi attori importanti come, ad esempio, gli [[Henri Estienne|Estienne]] in [[Francia]] e [[Christophe Plantin|Plantin]] (cattolico) ed [[Elsevier|Elzevier]] (protestante) nei [[Paesi Bassi]].
Le [[tiratura|tirature]] variavano dalle poche centinaia di copie sino ad alcune migliaia (celebre il caso dei ''Colloquia'' di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] la cui terza edizione stampata nel [[1522]] da [[Johann Froben|Froben]] vendette 24.000 esemplari);<ref>P. Rossi, ''La Memoria del sapere: forme di conservazione e strutture organizzative dall'antichità a ogg''i, Roma, Laterza, 1988, p. 142.</ref> il trend, rispetto al secolo precedente, è comunque di un generale aumento quantitativo, necessario agli editori per ammortizzare i costi fissi.<ref>H.J. Martin, ''Pour une histoire du livre (XVe-XVIIIe siècles). Cinq conférences'', Napoli, Bibliopolis, 1987, 13-14.</ref> Nel corso del [[XVI secolo]] furono dati alle stampe in Europa, secondo una stima verosimilmente in difetto, oltre 217.000.000
==Sviluppo tecnico==
▲Le [[tiratura|tirature]] variavano dalle poche centinaia di copie sino ad alcune migliaia (celebre il caso dei ''Colloquia'' di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]] la cui terza edizione stampata nel [[1522]] da [[Johann Froben|Froben]] vendette 24.000 esemplari);<ref>P. Rossi, ''La Memoria del sapere: forme di conservazione e strutture organizzative dall'antichità a ogg''i, Roma, Laterza, 1988, p. 142.</ref> il trend, rispetto al secolo precedente, è comunque di un generale aumento quantitativo, necessario agli editori per ammortizzare i costi fissi.<ref>H.J. Martin, ''Pour une histoire du livre (XVe-XVIIIe siècles). Cinq conférences'', Napoli, Bibliopolis, 1987, 13-14.</ref> Nel corso del [[XVI secolo]] furono dati alle stampe in Europa, secondo una stima verosimilmente in difetto, oltre 217.000 titoli.<ref>J.L. van Zanden, E. Buringh, ''Charting the "Rise of the West": Manuscripts and Printed Books in Europe, a Long-Term Perspective from the Sixth through the Eighteenth Centuries'', <<Journal of Economic History>> 69, 2 (2009), pp. 409-445: 417 (tab. 2).</ref>
Il periodo degli [[Incunabolo|incunaboli]], non aveva portato grandi modifiche esteriori rispetto al [[Manoscritto|manoscritto]]. A partire dalla fine del [[Secolo XV|Quattrocento]], e sempre piú nel corso del [[Secolo XVI|Cinquecento]], diventa invece costante l'inserimento di tutti quegli elementi [[Paratesto|paratestuali]] che rendono il [[Libro|libro]] moderno, differenziandolo dal [[Codex|codex]]: [[Frontespizio|frontespizio]], [[Indice analitico|indici]], [[Nota tipografica|note tipografiche]], [[Paginazione|paginazione]] e [[titolo corrente|titoli correnti]], marche editoriali, [[Punteggiatura|punteggiatura]], eccetera.
A partire dagli ''enchiridia'' ([[1501]]) di [[Aldo Manuzio|Manuzio]] il formato tascabile trova largo favore di pubblico; si delineano alcuni caratteri tipografici tuttora in uso (come il [[corsivo]], creato da [[Francesco Griffo]] e il [[Garamond (carattere)|garamond]], derivato dalle pubblicazioni di [[Simon de Colines]]); l'[[illustrazione]] (inizialmente [[Xilografia|xilografica]] e poi sempre piú [[Calcografia|calcografica]]) diviene una presenza significativa fra le pagine; aumenta la percentuale dei testi stampati in [[Lingua volgare|volgare]] rispetto a quelli in [[Lingua latina|latino]]<ref>M. Santoro, ''Storia del libro italiano'', Milano, Bibliografica, 2008, 134</ref> e dei titoli "secolari" rispetto a quelli religiosi.
== Bibliografia ==
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