Regia Marina: differenze tra le versioni

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La Regia Marina nacque il 17 marzo [[1861]], segnando la fine della Marina borbonica, a seguito della proclamazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] da parte del parlamento di Torino<ref name= MMInascitaregia>{{Cita web|titolo=Nascita della Regia Marina |editore= Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/storianavale/Pagine/regia.aspx |accesso= 13 agosto 2011}}</ref>; l'unificazione delle Marine che la costituivano - [[Marina del Regno di Sardegna]], [[Real Marina del Regno delle Due Sicilie]], [[Marina dittatoriale siciliana]], [[Marina del Granducato di Toscana]] e [[Marina Pontificia]] - risaliva, invece, al 17 novembre 1860<ref name=MMInascitaregia/>. La squadra navale, che aveva inglobato anche uomini e navi della squadra [[Giuseppe Garibaldi|garibaldina]], ereditò la tradizione marinara delle due maggiori marine che avevano concorso a comporla, quella del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] e, soprattutto, quella del [[Regno delle Due Sicilie]] che era la marina militare più potente fra quelle pre-unitarie: dalla [[Real Marina del Regno delle Due Sicilie|marina borbonica]] provenne infatti gran parte dei mezzi, compreso l'unico [[vascello]] che fu mai in servizio con la Regia Marina, il pirovascello ''[[Re Galantuomo (pirovascello)|Re Galantuomo]]'', in precedenza il borbonico ''Monarca''<ref name=MMIReGalantuomo>{{Cita web|titolo=Pirovascello Re Galantuomo|editore= Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/PQRS/ReGalantuomo.aspx|accesso=30 gennaio 2015}}</ref>.
 
Per volontà dello stesso Cavour, dalla marina borbonica si ripresero le uniformi, i gradi e i regolamenti per la nuova Marina unitaria<ref>{{cita web|titolo=L'assedio di Gaeta|url=http://alges.it/shop/index.php?route=product/product&product_id=52|editore=Libreria Alges}}</ref>. All'atto dell'unità, la Regia Marina (che allora si chiamava "Armata Navale") disponeva di un buon numero di [[nave|navi]] sia a [[Vela (sistema di propulsione)|vela]] che a [[vapore]], ma l'eterogeneità delle componenti che la costituirono ne limitò inizialmente le capacità operative<ref name = MMInascitaregia/>. In effetti delle 80 navi, 58 erano a propulsione mista vela/vapore e 22 a vapore, ma comunque ad un numero rilevante di mezzi non corrispondeva una organicità di uomini e di tattiche di impiego<ref name=ANMIMonza>{{Cita web|titolo=La Regia Marina - dal 1861 al 1920|editore=ANMI Monza|url=http://www.anmimonza.it/doc/La_Regia_Marina.pdf|accesso=2 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Le navi acquisite dalla nuova marina nelle ultime decadi dell'[[XIX secolo|ottocento]], pur non essendo particolarmente antiquate, risultavano comunque obsolete dal momento che le [[tattica militare|tattiche]] di guerra navale stavano rapidamente rivoluzionandosi in seguito all'introduzione dei cannoni a retrocarica e ad anima rigata, dei proiettili esplosivi e delle corazzature (la prima [[Nave da battaglia|nave corazzata]], la francese ''[[La Gloire]]'', frutto dei progetti di [[Henri Dupuy de Lôme]], venne infatti varata nel [[1858]]). Nel [[1862]] venne pertanto avviato dall'allora Ministro della Marina, ammiraglio [[Carlo Pellion di Persano|Persano]], un ambizioso programma di rinnovamento del costo di 2 miliardi di [[lira italiana|lire]] dell'epoca, basato esclusivamente sulla costruzione di nuove navi presso cantieri navali stranieri in quanto l'infrastruttura tecnologica del giovane Regno italiano e i suoi cantieri non erano in grado di costruire le moderne navi da guerra<ref name=fondazioneitaliani>{{Cita web|titolo=Appuntamento con la Storia. Le origini della Regia Marina|editore=Fondazione italiani.it|url= http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-Le-origini-della-Regia-Marina.html|accesso=1º novembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100723155524/http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-Le-origini-della-Regia-Marina.html|dataarchivio=23 luglio 2010}}</ref>.
 
Questo piano di costruzioni ebbe anche degli aspetti particolarmente innovativi, come l'introduzione in squadra di un ariete corazzato a torri, l'''[[Affondatore]]'' ordinato presso la Millwall Iron Work and Shipbulding Company di [[Londra]]<ref name=MMIAffondatore>{{Cita web|titolo=Affondatore, ariete corazzato a torri del primo ordine|editore= Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/ABCD/affondatore.aspx|accesso= 31 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150421152017/http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/ABCD/affondatore.aspx|dataarchivio=21 aprile 2015|urlmorto=no}}</ref>, uno dei primi in assoluto a montare l'armamento principale in torri corazzate brandeggiabili anziché in batteria lungo la fiancata<ref name=fondazioneitaliani/>. Inoltre la struttura veniva riorganizzata, basandola su tre dipartimenti navali, [[Genova]], [[Napoli]] ed [[Ancona]], ed un moderno [[Arsenale militare marittimo di La Spezia|Arsenale militare marittimo]] alla [[La Spezia|Spezia]]<ref name=MMInascitaregia/>. Per l'epoca della [[Terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] già 12 nuove corazzate erano entrate in servizio. Alcune tra esse, fregate corazzate di 2ª classe con scafo in legno e quindi minori esigenze tecnologiche, vennero costruite nei cantieri italiani, precisamente le navi ''Principe di Carignano'', ''Messina'', ''Roma'', ''Venezia'', ''Conte Verde''<ref name=MMInascitaregia/>; altre, come le fregate corazzate della [[classe Re d'Italia]] vennero costruite nel cantiere ''Webb'' di [[New York]]<ref name=MMIReDItalia>{{Cita web|titolo=Re d'Italia - Fregata corazzata di I rango ad elica|editore=Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/PQRS/re_italia.aspx|accesso=31 gennaio 2015}}</ref>, ma si trattava sempre di navi con lo scafo in legno cui veniva applicata una corazzatura a piastre di ferro; al cantiere Mediterranée - La Seyne in Francia venivano commissionate le quattro fregate corazzate della [[classe Regina Maria Pia]]<ref name=MMIMariaPia>{{Cita web|titolo=Regina Maria Pia - Pirofregata corazzata|editore=Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/PQRS/regina_maria_pia.aspx|accesso=31 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110610172523/http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/PQRS/regina_maria_pia.aspx|dataarchivio=10 giugno 2011|urlmorto=n}}</ref> e le pirocorvette corazzate della [[classe Formidabile]], tutte con propulsione mista vela - vapore; sempre in Francia vennero costruite le cannoniere corazzate ''Palestro'' e ''Varese''<ref name=MMInascitaregia/>.
 
== I problemi della neonata Marina ==
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* 1º novembre 1918 - [[impresa di Pola]]: con una "mignatta" il maggiore [[Raffaele Rossetti]] e il tenente medico [[Raffaele Paolucci]] affondarono la corazzata ''[[SMS Viribus Unitis|Viribus Unitis]]''.
 
Marinai combatterono anche a terra: infatti una brigata di fanteria di marina venne schierata nei ranghi della 3ª armata del [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|duca d'Aosta]] e varie batterie costiere appoggiarono la fanteria dell'esercito; la brigata non era costituita come reparto ufficiale, tanto che la Fanteria di Marina verrà riformata solo a guerra finita, ma compagnie di "marinai fucilieri" (che era il nome della specializzazione dopo la riforma Brin) combatterono a [[Grado (Italia)|Grado]] e a [[Cortellazzo]]<ref name =sanmarcoGM>{{cita web|url=http://www.btgsanmarco.it/storiadelsanmarco/1e2gmondilae.htm|titolo=prima guerra mondiale|accesso=8 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> ("Cortellazzo" è appunto il nome del battaglione logistico dell'attuale reggimento "[[Reggimento San Marco|Carlotto]]", che svolge funzioni di scuola e logistica, abbinato al "[[Reggimento San Marco|San Marco]]" nella "Forza da Sbarco della Marina Militare"); inoltre un gruppo di artiglieria fu creato con i marinai superstiti dell'affondamento dell'incrociatore ''Amalfi'' ed impiegato con l'XI corpo d'armata sul [[Carso]] e un "raggruppamento Artiglieria Marina" con 100 cannoni venne creato ed inquadrato nel VII corpo d'armata che operava sul fianco destro della 3ª armata<ref name =sanmarcoGM/>. Successivamente, all'inizio del 1918, le varie compagnie vennero raggruppate in un reggimento costituito da tre battaglioni di fanti di marina, "Grado", "Caorle" e "Monfalcone", cui se ne aggiunse un quarto, il "Golametto", e un reggimento di artiglieria su otto [[gruppo (artiglieria)|gruppi]]. Il "Monfalcone" verrà il 9 aprile 1918 intitolato al suo ex comandante, [[Medaglia d'oro al valor militare|MOVM]] alla memoria [[Andrea Bafile]]<ref name =sanmarcoGM/>. Inoltre imbarcazioni leggere pattugliarono i fiumi contro le infiltrazioni austriache e unità leggere coprirono dal mare le operazioni costiere<ref>{{cita web|url=http://www.storiologia.it/mondiale2/bollettino23.htm|titolo=Prima Guerra Mondiale - La storia con i bollettini ufficiali|accesso=28 dicembre 2010}}</ref>.
 
== Il primo dopoguerra ==
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=== La cobelligeranza ===
{{vedi anche|Marina Cobelligerante Italiana}}
Una volta arrivate a Malta, le navi vennero rese inoffensive con la presenza a bordo di [[picchetto (militare)|picchetti armati]] alleati ed il presidio delle stazioni radio di bordo e dei depositi munizioni<ref>Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna, Edizioni Ferni Ginevra 1974, Vol. XV, Capitolo "La marina italiana di fronte all'8 settembre"</ref>. Di fronte alla richiesta da parte del "[[Regno del Sud]]" di utilizzare le forze armate italiane, delle quali la marina costituiva la parte più integra, nelle operazioni militari contro i tedeschi, il comando alleato dispose l'utilizzazione delle unità leggere in operazioni di scorta ai convogli (cacciatorpediniere, torpediniere e corvette), e degli incrociatori in missioni di bombardamento contro le coste dell'Italia occupata, oltre che di crociere di vigilanza nell'Atlantico come esercitazione. Molto attiva fu invece [[Mariassalto]], che raccolse l'eredità della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], effettuando varie azioni di sabotaggio, tra le quali gli affondamenti della [[Aquila (portaerei)|portaerei ''Aquila'']] (notte del 19 aprile 1945 da parte di un gruppo di incursori, tra cui il sottotenente di vascello [[Nicola Conte (ufficiale)|Nicola Conte]]<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/Bio07/MOVM727b.asp|titolo= L'affondamento dell'Aquila sul sito della Marina Militare|accesso=15 dicembre 2010|urlmorto=sì}}</ref> e il sottocapo [[Evelino Marcolini]], nel porto di Genova<ref>{{cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/movm727.asp|titolo= Biografia di Marcolini sul sito della Marina Militare|accesso=15 dicembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>) e dell'incrociatore ''Bolzano'' (operazione denominata "QWZ", nella notte del 21 giugno 1944 nel porto di La Spezia<ref name=anaimatt>{{cita web|url=http://www.anaim.it/attivita_mezzi.htm|titolo= Resoconto dell'attività di Mariassalto|accesso=15 dicembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060506212116/http://www.anaim.it/attivita_mezzi.htm|dataarchivio=6 maggio 2006}}</ref>) e numerosi sbarchi di sabotatori italiani, inglesi e statunitensi dietro le linee. Da notare che il primo reparto ad entrare a Venezia, impedendo alcuni atti di sabotaggio tedesco, fu proprio un reparto di [[Battaglione Nuotatori-Paracadutisti|Nuotatori Paracadutisti]] di Mariassalto<ref name=att51>''Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna'' - vol. XIII - "Una patria, due marine", p. 51</ref>. Inoltre gli uomini del reggimento "San Marco" entrarono a far parte del [[Gruppi di Combattimento|gruppo di combattimento]] "Folgore", e con questa unità parteciparono alle operazioni terrestri della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] nel corso del 1945.
 
Per quanto riguarda le navi da battaglia [[classe Littorio]], furono internate nei [[Laghi amari]], in [[Egitto]], fino al 1947. Sebbene ne fosse stato proposto l'impiego nella guerra in estremo oriente, l'idea venne scartata dall'ammiragliato inglese.