Biblioteca Medicea Laurenziana: differenze tra le versioni

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La sala di lettura, contrasta con le sue proporzioni ampie e distese con il vestibolo. Lo spazio, un lungo e ampio corridoio con banchi lignei, fu quasi interamente disegnata da Michelangelo, compreso il soffitto e gli stessi banchi. Ispirata nello sviluppo longitudinale e nell'ampia finestratura su entrambi i lati alla biblioteca di [[San Marco (Firenze)|San Marco]] di [[Michelozzo]], la biblioteca Medicea non ha però la suddivisione in navate, anche perché gli ambienti sottostanti non avrebbero avuto una sufficiente resistenza statica per sopportare il peso delle colonne, a meno di non fare impegnativi lavori di ristrutturazione. Vennero invece approntati contrafforti sulle mura esterne, corrispondenti agli esili pilastri in interni, in modo da garantire un sufficiente sostegno alle pareti perforate dalle numerose finestre. Le pareti appaiono così scandite da sezioni regolari, composte da pilastri in [[pietra serena]] a capitello dorico e finestre architravate con mensole sotto l'architrave, sulle quali sono disposti dei riquadri in pietra ingentiliti da balaustrini sui lati. Il modulo si ripete movimentando geometricamente l'intera parete e l'effetto è accentuato dal disegno regolare dei cassettoni del soffitto piano e del pavimento in cotto e marmo.
 
Sui banchi i [[codice (filologia)|codici]] venivano conservati orizzontalmente nei ripiani inferiori ed erano liberamente consultabili, sebbene assicurati al bancone per mezzo di solide catene. I manoscritti erano suddivisi a seconda della materia ([[patristica]], [[astronomia]], [[retorica]], [[filosofia]], [[storia]], [[grammatica]], [[poesia]], [[geografia]]), alcune tabelle lignee poste sul fianco di ogni pluteo<ref>Speranzi David, ''Il laurenziano Pluteo 4.9 e il copista di Dionisio'', Scripta : an international journal of codicology and palaeography : 9, 2016 (Pisa : Fabrizio Serra, 2016).</ref> riportavano l'elenco dei libri contenuti. Questa disposizione fu conservata fino ai primi anni del Novecento, quando si trasferirono i libri negli attuali depositi.
 
Le vetrate furono realizzate da maestranze fiamminghe su disegno di [[Giorgio Vasari]] e hanno come tema l'araldica medicea circondata da [[grottesche]], armi ed emblemi.