Spazio geografico: differenze tra le versioni

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L'evoluzione di una umanità divisa in [[ecumene|ecumeni]] distinte per una sola ecumene unita dà luogo al principio di unità terrestre che fonda la geografia umana.
 
Max Sorre<ref>{{Cita libro|nome=Maria|cognome=Mautone|nome2=Anna Maria|cognome2=Frallicciardi|titolo=Itinerari di geografia fra tradizione e cambiamento|url=https://books.google.com/books?id=QChjzs5yd3EC|accesso=08 settembre 2016|data=01 gennaio 2003|editore=Guida Editori|ISBN=9788871886404}}</ref> Sviluppa questo concetto della “ecumene unita” di Vidal de la Blache ed arriva a dire che la Terra è innanzitutto un [[habitat]] nel senso biologico, dove il genere umano vive e si riproduce, dividendosi in sé stesso in [[Razza|razze]] adattate a mezzi differenti ([[determinismo]] geografico, opposto al possibilismo).<ref>[httphttps://web.archive.org/web/20060909212444/http://courses.washington.edu/anth457/hist-lec.htm University of Washington lecture.]</ref> Si inizia ad intravedere uno spazio che preoccupa la società. Max Sorre fa dell'ecumene una nozione chiave della geografia umana.
 
Anni più tardi, seppur sembra essere giunti alla fine della geografia classica, O. Dollfus, la riscopre cercando di ridurre quelli che tentano riformulare il progetto geografico: