1ª Divisione corazzata "M": differenze tra le versioni

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→‎La vita operativa: generale Oscar Gritti
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Per diluire la componente di cui si sospettava la simpatia nei confronti del regime fascista fu deciso di inserire nell'organico divisionale il ''18º reggimento Bersaglieri Corazzati'' ed il ''XIX battaglione Carri M'' (tali reparti arrivarono alla divisione solo il 9 settembre, quindi non furono mai integrati effettivamente). Inoltre si provvide a far ruotare gli ufficiali con elementi di sicura fede monarchica.
 
Tuttavia l'affidabilità della divisione rimase fortemente dubbia: il 3 settembre 1943 nel corso di un rapporto tenuto dal generale [[Giacomo Carboni|Carboni]], comandante del Corpo d'Armata di Manovra, il generale Calvi di Bergolo indicò esplicitamente che "... in caso di emergenza, una emergenza facilmente intuibile dopo l'esame della situazione fatta dall'Eccellenza Carboni, sulla ''Centauro'' si potrà fare un assegnamento relativo. La ''Centauro'' è pronta a sparare contro gli angloamericani e i comunisti, ma contro i tedeschi non aprirà mai il fuoco".<ref>R. Rossotto, art. cit. p. 31.</ref><ref>B.Pafi e B.Benvenuti, "Roma in Guerra" pag.4.</ref> Di conseguenza il giorno 6 settembre la divisione ebbe l'ordine verbale, confermato per iscritto due giorni dopo, di difendere l'[[aeroporto di Guidonia]], allontanandola così dal perimetro difensivo di Roma. Il giorno 7 fu stabilita inoltre la sostituzione di Calvi di Bergolo al comando con il suo vicecomandante, il generale Oscar Gritti.
 
L'8 settembre la "Centauro II" fu messa in stato d'allarme dal comando del CAM ed assunse il conseguente dispositivo di sicurezza.<ref>R. Rossotto, art. cit. p. 32.</ref> Il comportamento della Divisione il giorno 10 settembre è stato oggetto di aspre polemiche, dato che nel per altro controverso memoriale del generale Carboni relativo alla difesa di Roma viene indicato un preciso ordine dato alle 10.30 alla divisione di marciare in appoggio alla Divisione"[[Granatieri di Sardegna]]", impegnata a Porta San Paolo, ordine la cui emanazione fu assolutamente negata dal generale Calvi di Bergolo, portando anche testimonianze relative alla circostanza;<ref>Vedi R. Rossotto, art. cit. pag 32 e 33.</ref> in ogni caso la Divisione non si mosse dall'acquartieramento, e non prese alcuna parte attiva ai combattimenti.