Buco nero: differenze tra le versioni

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Nella [[relatività generale]], si definisce '''buco nero''' una regione dello [[spaziotempo]] con un [[campo gravitazionale]] così intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno, nemmeno la luce.<ref>Wald Robert M. (1984). [http://books.google.com/books?id=9S-hzg6-moYC General Relativity]. University of Chicago Press, pp. 299. ISBN 978-0-226-87033-5.</ref>La [[velocità di fuga]] di un buco nero è superiore alla [[velocità della luce]], e poiché la velocità della luce è un limite insuperabile, nessuna [[Particella (fisica)|particella]] di [[Materia (fisica)|materia]] o nessun tipo di [[energia]] può allontanarsi da quella regione.
 
Nella [[fisica classica]], la possibilità di un corpo con massa tanto grande che la sua velocità di fuga sarebbe superiore alla velocità della luce, era stata teorizzata nel diciottesimo secolo, prevedendo che tale oggetto sarebbe risultato invisibile. Da un punto di vista relativistico invece, il campo gravitazionale viene descritto come deformazione dello [[spaziotempo]] causata da un oggetto molto massiccio, e la velocità della luce è una costante limite. Nel caso di un buco nero la deformazione sarebbe tale che la luce subirebbe, in una simile situazione limite, uno [[Spostamento verso il rosso gravitazionale|spostamento verso il rosso]] gravitazionale infinito.
 
Da un punto di vista relativistico invece, un concetto di buco nero venne teorizzato dal fisico [[Karl Schwarzschild]] nel 1916, solo un anno dopo la pubblicazione della teoria relatività generale. Nella relatività generale il campo gravitazionale viene descritto come deformazione dello [[spaziotempo]] causata da un oggetto molto massiccio, e la velocità della luce è una costante limite. Esplorando alcune soluzioni alle equazioni della teoria, Schwarzschild calcolò che un corpo ipoteticamente dotato di altissima [[densità]] produrrebbe nelle sue vicinanze una deformazione tale che la luce in allontanamento da esso tenderebbe a subire uno [[Spostamento verso il rosso gravitazionale|spostamento verso il rosso]] gravitazionale infinito. Il concetto teorizzato da Schwarzchild dipende dalla ''densità'' dell'oggetto, in astratto cioé si potrebbe applicare a un qualsiasi oggetto il cui volume fosse estremamente piccolo rispetto alla sua massa - anche se, nella realtà, non è noto alcun mezzo che possa fornire ad un oggetto con massa piccola l'energia necessaria per concentrare a tal punto la materia: l'unica forza nota nell'universo in grado di sviluppare una tale intensità è la [[Interazione gravitazionale|forza di gravità]], in presenza di una grande quantità di materia.
 
La superficie sferica chiusa - geometrica e puramente immaginaria - contenente l'oggetto massiccio, e che delimita la regione dello spazio al di là della quale si hanno tali condizioni "senza ritorno", è detta [[orizzonte degli eventi]]. Per l'oggetto massiccio al centro della regione, che dà luogo al campo gravitazionale, viene teorizzato uno stato della materia definito [[Singolarità gravitazionale|''singolarità'']], cioè con caratteristiche sconosciute ed estranee alle leggi della [[meccanica quantistica]] che descrivono il comportamento della materia nell'[[universo]] a noi noto, e ipotizzando che la sua [[densità]] potrebbe essere infinita.