Giacomo Cavalli (vescovo): differenze tra le versioni

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Il 2 agosto [[1386]], per fermare l'espansione dei [[Visconti]] di Milano, si accordò con [[Amedeo VII di Savoia|Amedeo VII]], conte di Savoia, per regolare i loro diritti sulla città e sul territorio di [[Biella]] verso cui si volgevano appunto le mire milanesi: nelle trattative si era fatto rappresentare, fra gli altri, dal vescovo di Moriana e dal cancelliere di Savoia. Si creava quindi una importante alleanza con la contea dei Savoia: in base a tali accordi il vescovo prendeva possesso del palazzo episcopale di Biella e aveva l'onere alloggiare il rappresentante del conte; in contrapposizione Amedeo VII aveva la giurisdizione completa sul territorio di Biella. Il vescovo, inoltre, concedeva ad Amedeo VII tutti i diritti che la Chiesa di Vercelli percepiva in città, esclusi quelli destinati al mantenimento dei fabbricati di proprietà episcopale, rimetteva anche il pedaggio di [[Zumaglia]], e le rendite che la Chiesa di Vercelli aveva già dal conte di Savoia. [[Verrua Savoia|Verrua]] e [[San Germano Vercellese]] erano escluse dalle clausole della convenzione, in quanto appartenenti al conte.
[[File:Louis-Orleans-Gaignieres.jpg|thumb|left|[[Luigi I di Valois-Orléans]] ]]
 
Successivamente, in seguito al matrimonio di [[Luigi I di Valois-Orléans]], giovane fratello del re di Francia, allora duca di Turenna e poi duca di Orléans, con Valentina Visconti, avvenuto per procura il 4 aprile [[1387]], [[Asti]] e il suo territorio erano divenuti proprietà del giovane duca e, coerentemente, provincia francese. Come conseguenza, gli abitanti dell'astigiano furono obbligati a passare all'osservanza avignonese e per questo l'[[antipapa Clemente VII]] cercava di indurre Luigi a scendere in Italia per proteggere i diritti della Curia avignonese. Inoltre, per accrescere l'autorità del vescovo di Vercelli, Clemente VII, con bolla del 24 aprile [[1387]], concesse al Cavalli a porre la chiesa vercellese sotto la protezione del duca. Il dispositivo del documento afferma esplicitamente che era stato lo stesso vescovo a invocare l'aiuto di [[Luigi I di Valois-Orléans]] per porre fine alle continue usurpazioni di cui era vittima.