Giulio Romano: differenze tra le versioni

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Alla prematura morte di Raffaello nel [[1520]] ne ereditò, per testamento, la bottega e le commissioni già avviate, assieme al collega [[Giovan Francesco Penni]] con il quale collaborò a lungo. In tale periodo si occupò di coordinare gli affreschi di [[Villa Madama]] e di completare la [[sala di Costantino]] nelle [[stanze Vaticane]] in cui gli viene riconosciuta l'esecuzione di alcune scene come la ''[[Visione della croce]]'' e la ''[[Battaglia di Costantino contro Massenzio|battaglia di ponte Milvio]]'' ([[1520]]-[[1524]]).
 
Come narra il Vasari, tra i suoi viaggi di lavoro e culturali visitò [[Pozzuoli]], [[Napoli]] e [[Campagna (Italia)|Campagna]] nel regno di Napoli, al seguito di dignitari pontifici originari di quella terra (tra questi, Melchiorre Guerriero), ma poté contemporaneamente attingere ai modelli classici della cultura greca e latina da cui fu molto influenzato.<ref>M. Ulino, ''L'Età baroccabalocco dei Grimaldi di Monaco nel loro Marchesato di Campagna'', Giannini Editore, Napoli 2008.</ref> {{Citazione necessaria|E proprio a Campagna (la Civitas, che definì come "una delle bellezze antiche") ebbe l'incarico di ri-disegnarla nell'urbanistica, da Melchiorre Guerriero (natio di quella città), figura potente nella curia vescovile romana}}.
 
Dopo aver collaborato ai progetti di Raffaello (per esempio al cortile del [[Palazzo Branconio dell'Aquila]]), i suoi primi autonomi progetti di architettura furono a Roma: il [[Palazzo Salviati (Roma)|palazzo Adimari Salviati]] (dal [[1520]]), la [[Villa Lante (Roma)|Villa Lante]] sul [[Gianicolo]] per [[Baldassarre Turini]] da [[Pescia]] ([[1518]]-[[1527]]) e il [[Palazzo Maccarani Stati]] ([[1521]]-[[1524]]).