Bonapartismo: differenze tra le versioni

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Il termine b'''Bonapartismoonapartismo''' indicava inizialmente l'ideologia politica di [[Napoleone Bonaparte]] e dei suoi seguaci e successori. In epoca successiva fu usato per riferirsi al movimento finalizzato a reinsediare al potere la famiglia [[Bonaparte (famiglia)|Bonaparte]] e il suo stile di governo. In senso più ampio il termine è stato utilizzato per ogni movimento politico che invocasse una [[dittatura]] o uno [[Stato autoritario]], con a capo un leader [[Carisma (psicologia)|carismatico]] fondante la propria autorità sul [[populismo]], sulla [[retorica]], sull'appoggio dell'esercito e sul [[conservatorismo]].
 
== Ideologia ==
Filosoficamente il bonapartismo era l'adattamento da parte di Napoleone dei principi della [[Rivoluzione francese]] al proprio concetto di governo imperiale. Il suo anelito all'ordine sociale e alla gloria nazionale francese si combinarono nel [[Cesarismo|cesarista]] [[Colpo di Stato del 18 brumaio]]. Sebbene affermasse fedeltà ai propri trascorsi rivoluzionari, Napoleone «conformò il proprio governo diretto e personale su quello dei monarchi dell'[[Ancien Régime]]»<ref>{{Cita libro|cognome=Truesdell |nome=Matthew |titolo=Spectacular Politics: Louis-Napoléon Bonaparte and the Fête impériale, 1849-1870 |anno=1997 |editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-510689-3|p=58}}</ref>. Per i bonapartisti, la lezione più significativa della Rivoluzione era che l'unità di governanti e governati era di primaria importanza.
 
Il bonapartismo utilizzò come proprio simbolo, sia nel [[Primo Impero francese|Primo]] che nel [[Secondo Impero francese|Secondo Impero]], l'[[Ape (araldica)|ape]]<ref>{{Cita web |url=http://www.napoleon.org/en/essential_napoleon/symbols/index.asp#abeilles |titolo=History of the Two Empires: The Symbols of Empire |anno=2008 |editore=Fondation Napoléon}}</ref>, emblema dei [[Bonaparte (famiglia)|Bonaparte]], ma anche simbolo di servizio, sacrificio e lealtà sociale.<ref>{{Cita libro |cognome=Englund |nome=Steven |titolo=Napoleon: A Political Life |anno=2005 |editore=Harvard University Press |città=Cambridge |isbn=978-0-674-01803-7 |p=240}}</ref>.
 
== Storia ==
Il Bonapartismobonapartismo ebbe i propri seguaci, dopo il [[1815]], in coloro che non accettarono la [[Battaglia di Waterloo|sconfitta di Waterloo]] né il [[Congresso di Vienna]]. La morte di Napoleone in esilio a [[Sant'Elena (isola)|Sant'Elena]] nel [[1821]] trasferì l'eredità spirituale del suo potere al figlio, duca di Reichstadt (conosciuto dai bonapartisti come [[Napoleone II di Francia|Napoleone II]]) e alla morte di questi ad altri membri della famiglia, sebbene le speranze di tornare in auge rimanessero per tutti limitate.
 
I [[Rivoluzione francese del 1848|moti politici del 1848]] diedero nuovamente ai bonapartisti quest'opportunità. Il bonapartismo, come ideologia di una politica neutrale in Francia tra operai e contadini, portò ben prestò all'elezione di Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone I, come presidente della repubblica francese creatasi al crollo della monarchia di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]], dando ai Bonaparte un nuovo slancio politico essenziale per il [[colpo di Stato]] che nel [[1852]] portò a ricostituire il [[Secondo Impero francese]]. Luigi Napoleone assunse dunque il nome di [[Napoleone III di Francia]] (assumendo Napoleone I quale fondatore della dinastia e Napoleone II come imperatore ''de facto'' dopo i [[Cento giorni]] del 1815).
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Un duro colpo venne inferto al bonapartismo dalla morte di [[Napoleone Eugenio Luigi Bonaparte]], unico figlio di Napoleone III, deceduto nel [[1879]] nel [[regno Zulu]], dove si trovava a combattere come ufficiale dell'esercito inglese. Da quel momento in poi il bonapartismo cessò di essere una forza politica. Ancora oggi esistono gli ultimi discendenti di Napoleone e precisamente del fratello, [[Girolamo Bonaparte]], ma non rappresentano più una forza politica bensì un ramo di pretendenti a un virtuale trono imperiale francese.
 
Napoleone III stesso aveva espresso a suo tempo un [[sardonico]] commento sui membri del suo gabinetto di governo, rimarcando: «Come volete che governi? L'[[Eugenia de Montijo|imperatrice]] è una [[Legittimismo|legittimista]], il [[Charles de Morny|duca de Morny]] è un [[Orleanismo|orleanista]], il [[Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte|principe Napoleone]] è un [[Repubblicanesimo|repubblicano]] e io sono un [[Socialismo|socialista]]. Vi è un solo bonapartista, [[Victor de Persigny|Persigny]], ed è pazzo!...».<ref>{{cita libro|autore=Maurice Maloux|titolo=L'Esprit à travers l'histoire|editore=Albin Michel|anno=1977|p=195}}</ref>.
 
== ''Bonapartista'' come epiteto marxista ==
Basandosi sulla carriera di [[Luigi Bonaparte]] il [[Marxismo]] e il [[Leninismo]] definirono il bonapartismo in quanto espressione politica.<ref>{{en}} [https://www.marxists.org/archive/marx/works/1852/18th-brumaire/ Marxists website]</ref>.
 
[[Karl Marx]] fu tra le altre cose anche uno studioso del [[giacobinismo]] e della [[Rivoluzione francese]], così come della [[Seconda Repubblica francese|Seconda Repubblica]] e del [[Secondo Impero francese|Secondo Impero]], a lui contemporanei; nel suo pensiero utilizza il termine bonapartismo per riferirsi alla particolare situazione in cui militari [[Controrivoluzione|controrivoluzionari]] ottengono i loro poteri dai [[Rivoluzione|rivoluzionari]], usando poi un [[riformismo]] selettivo per cooptare il [[radicalismo]] delle [[Massa (sociologia)|masse]]. Nel processo, notò Marx, i bonapartisti custodiscono e mascherano il potere di una sparuta [[classe dirigente]], e sia Napoleone I che Napoleone III avevano corrotto in tale maniera le rivoluzioni di cui erano stati figli. Marx offrì la sua definizione e un'analisi del bonapartismo ne ''[[Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte]]'', scritto nel [[1852]]. In questo documento egli punta l'attenzione su quella che definisce come la storia ripetitiva del fenomeno, con una delle sue citazioni più famose, tipicamente condensata nell'[[aforisma]] «La storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa».<ref>{{Cita libro|titolo=Surveys in Exile |cognome=Marx |nome=Karl |wkautore=Karl Marx |curatore=David Fernbach |anno=1973 |editore=Penguin |città=Harmondsworth, UK |isbn=0-14-021603-0 |p=146 |citazione=Hegel remarks somewhere that all great events and characters of world history occur, so to speak, twice. He forgot to add: the first time as tragedy, the second time as farce.}}</ref>