Plinio il Vecchio: differenze tra le versioni

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[[File:Comoplinio.JPG|upright=1.4|left|thumb|Targa in onore di Plinio il Vecchio, posta sulla facciata della Cattedrale di [[Como]].]]
 
Gaio Plinio Cecilio Secondo nacque sotto il consolato di [[Gaio Asinio Pollione (console 23)|Gaio Asinio Pollione]] e di [[Gaio Antistio Vetere (console 23)|Gaio Antistio Vetere]]<ref>Nel 23 d.C.</ref>. Discusso è il luogo della sua nascita: [[Verona]] per alcuni, [[Como]] (Novocomum) per altri. A sostegno della tesi veronese ci sono dei manoscritti in cui è possibile leggere ''Plinius Veronensis'' e il fatto che Plinio stesso, nella sua prefazione, citi [[Gaio Valerio Catullo]] come proprio ''conterraneus'' (e Catullo era di Verona). Ad avvalorare, invece, l'idea di Como come luogo di nascita, è [[Sofronio Eusebio Girolamo|san Girolamo]] che, nella sua ''Cronaca'', unisce il nome di Plinio all'epiteto di ''Novocomensis'', forse, comunque, confondendolo con il nipote [[Gaio Plinio Cecilio Secondo|Plinio il giovane]].
 
Prima del 35 suo padre lo portò a [[Roma antica|Roma]], dove affidò la sua istruzione ad uno dei suoi amici, il poeta e generale [[Publio Pomponio Secondo]], dal quale Plinio acquisì il gusto di apprendere, come prova il fatto che citasse di aver visionato alcuni manoscritti delle orazioni dei [[Gracchi]] nella biblioteca del suo tutore, al quale dedicò più tardi una biografia. Plinio cita, inoltre, con deferenza i grammatici e retori [[Quinto Remmio Palemone]] ed [[Arellio Fusco]]<ref>''Naturalis Historia'', XIV 4; XXXIII 152.</ref> e, quindi, fu certamente loro seguace. A [[Roma antica|Roma]] studiò anche [[botanica]], o meglio, l'[[arte topiaria]] di Antonio Castore ed esaminò le piante di [[loto]] che un tempo erano appartenute a [[Marco Licinio Crasso]].