Battaglia di Adrianopoli (378): differenze tra le versioni

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La situazione stava precipitando e nessuno dei generali incaricati si era dimostrato determinante per la risoluzione della crisi. L'imperatore allora, ottenuta una tregua con i Persiani sul fronte mediorientale e concordato l'aiuto militare dell'imperatore d'Occidente [[Graziano]], decise di raggiungere [[Costantinopoli]]. Nella capitale, dove egli non amava restare per lunghi periodi a causa delle tensioni con la popolazione (dovute anche a motivi di carattere religioso), affidò al generale [[Sebastiano (generale romano)|Sebastiano]] il comando delle operazioni. Sebastiano attuò una strategia di controguerriglia, cercando di rintracciare i piccoli gruppi di barbari che razziavano la zona e di affrontarli separatamente.
 
La fase finale dello scontro era comunque giunta: dopo essersi inizialmente diretti lungo il [[Tundža (fiume)|fiume Tundža]] in direzione di Cabyle (dove Fritigerno aveva radunato le sue forze) ed aver sventato un tentativo di aggiramento da parte dei Goti, i Romani decisero di aspettare presso Adrianopoli la discesa in pianura del nemico. Eretto un accampamento fortificato alle porte della città, la sera prima della battaglia dovettero decidere se attaccare subito il nemico o attendere l'arrivo dei rinforzi di Graziano: il ''[[magister equitum]]'' [[Vittore (generale romano)|Vittore]] consigliò a Valente di attendere; il ''[[magister peditum]]'' Sebastiano propose invece di attaccare immediatamente.
 
== Battaglia ==