Leontinoi: differenze tra le versioni

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La nuova situazione, che vede i democratici alla riscossa, spinge Atene ad intervenire in favore degli antichi alleati. Infatti, risponde positivamente alle richieste di aiuto che vengono formulate da [[Segesta]], nella guerra contro [[Selinunte]], alleata di Siracusa, e dagli esuli Leontini, che chiedono di essere riammessi nella loro città. Ha inizio così la seconda spedizione ateniese che finisce con la sconfitta definitiva di Atene, la quale, battuta nella [[Battaglia del fiume Assinaro]] ([[413 a.C.]]), vede il proprio esercito lasciato morire di fame e di stenti nelle [[latomia|latomie]], mentre Leontini vede svanire ancora una volta il sogno della libertà. Ad accentuare lo stato di sudditanza nei confronti di Siracusa, di lì a poco la città viene occupata dai cittadini di [[Akragas]], duecentomila persone ([[406 a.C.]]), e subito dopo dagli abitanti di Gela e di Camarina, alleati di Siracusa nella guerra contro [[Cartagine]].
[[File:Museo archeologico regionale paolo orsi, torso di kouros da lentini, fine VI-inizio V sec. ac..JPG|sinistra|miniatura|286x286px|Il kouros da Leontini]]
 
La fine della guerra, con la sconfitta di Siracusa, porta all'autonomia di Leontini, che dopo tanto tempo si ritrova libera dalla potente vicina. L'indipendenza dura poco. Infatti, alla partenza dei Cartaginesi dalla Sicilia, [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio I]], da poco divenuto tiranno di Siracusa, la riconquista e deporta ancora una volta gli abitanti a Siracusa. La città si trasforma e diventa nello schema siracusano semplicemente una città magazzino, in cui conservare provviste per la guerra nei depositi a tal uopo costruiti. Alla fine della guerra, non potendo pagare i mercenari, Dionisio cede loro la città in cambio degli stipendi arretrati.
 
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=== La riscoperta ===
[[File:9877 - Head of a kouros - Catania, Castello Ursino - Photo by Giovanni Dall'Orto, October 28 2016.jpg|sinistra|miniatura|225x225px|La testa del kouros della collezione Biscari]]
Dopo un secolare abbandono del sito, torna l'interesse per la storia del luogo grazie ai primi studi favoriti da vari studiosi. Le prime indicazioni sull'antica Leontinoi provengono da C.M. Arezzo (1527), [[Tommaso Fazello]] (1558), L. Alberti (1561), [[Francesco Maurolico]] (1562) e [[Filippo Cluverio]] (1619). Nel XVIII secolo [[Vito Maria Amico|Vito Amico]] identificò la valle S. Mauro come l'agorà e la Valle S. Eligio come sede dell'antico fiume Lisso. Nel [[1781]] [[Ignazio Paternò Castello]] evidenzia lo stato di decadenza della città. Nel 1874 [[Julius Schubring]] studiando il testo di [[Polibio]] sulla città ne identifica la struttura assieme alla strada citata anche da [[Tito Livio]] per la morte di [[Geronimo di Siracusa|Geronimo]] nel [[215 a.C.]]
 
Le prime segnalazioni in merito alle necropoli di Leontinoi risalgono al [[1879]] ad opera di [[Giuseppe Fiorelli]], con tombe nella zona nord di Lentini. Nel [[1884]] [[Francesco Saverio Cavallari]] rinviene un ipogeo cristiano e nel [[1887]] una necropoli sicula nella Valle Ruccia. Nel 1891 il Columba presenta uno studio sulla topografia della città con un rilievo del Castellaccio.
 
Le ricerche effettuate dagli archeologi Fiorelli, Cavallari e [[Paolo Orsi]] misero poi in evidenza l'esigenza di mettere ordine al patrimonio per bloccare i traffici illeciti di materiali verso collezioni private. Lo stesso Paolo Orsi evidenzia questo problema suggerendo già nel 1884 la fondazione di un museo archeologico. Sono proprio gli studi di [[Paolo Orsi|Paolo Ors]]<nowiki/>i a dare impulso alle ricerche tramite gli scavi condotti in varie parti del sito. Nel 1902 viene ritrovato il kouros di Lentini, oggi al Paolo Orsi cui viene associata la testa della collezione Biscari. Nel 1925 lo Ziegler pubblica una sintesi sulle conoscenze di Lentini.
 
Gli scavi riprendono nel [[1940]] con Pietro Griffo presso le fortificazioni del S. Mauro e ulteriori indagini relative alla topografia. Dal 1950 al 1955 viene messa in luce la porta sud (la cosiddetta ''porta siracusana'') e viene esplorata la necropoli esterna. Ulteriori ricerche di Adamesteanu e Rizza mettono in luce altre strutture. Mentre nel 1960 viene rinvenuta casualmente una stipe votiva ad ovest del colle della Metapiccola. Nel [[1965]] vengono scoperti dei blocchi in Piazza Vittorio Veneto, nel [[1971]] e nel [[1974]] vengono esplorate delle tombe presso la Valle di S. Eligio, e nel [[1977]]-78 si riprende l'esplorazione della necropoli di contrada Piscitello.
 
== Il sito ==