Presidente degli Stati Uniti d'America: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 91:
L'articolo 1 della [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|Costituzione]] contiene la cosiddetta ''[[Ineligibility Clause]]'': il Presidente non può contemporaneamente esercitare la carica presidenziale ed essere un membro del [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]].<ref>Il divieto vale anche per qualsiasi membro dell'esecutivo presidenziale.</ref> Conseguenza di questo divieto è, come ovvio, che il Presidente non può direttamente avanzare proposte di alcuna legge federale. Tuttavia è indubbio che il Presidente abbia la possibilità di influenzare e promuovere l'approvazione di nuove norme in via indiretta, soprattutto nel caso in cui in uno o in entrambi i rami del Congresso sussista una [[maggioranza]] del suo stesso partito.
 
Accade spesso, infatti, che lo stesso Presidente o un membro del suo esecutivo rediga un disegno di legge per poi chiedere ad alcuni senatori o rappresentanti di promuovere quello stesso disegno all'esame del Congresso. Ma anche in altre occasioni il Presidente fa sentire il suo peso politico nel processo legislativo: basti pensare ai suoi interventi al Congresso come nel caso del "[[Discorso sullo stato dell'Unione (Stati Uniti)|discorso sullo stato dell'Unione]]", dove spesso si spinge ad avanzare proposte legislative che, sempre nel caso in cui sia il suo partito a detenere la maggioranza nelle due assemblee legislative, non faticano a trovare la via dell'approvazione;. oppureInfatti siaccanto pensial alleMessaggio occasioniviene inserito in cuiallegato loun stessoelenco Presidentedi minaccidisegni ildi vetolegge, nelquesti casoverranno ineventualmente cuipresentati possa venire approvata dalal Congresso unadai leggesingoli nonparlamentari graditache allaappoggiano suail amministrazionePresidente.
 
Negli ultimi anni sono state avanzate diverse critiche a questa profonda incisività presidenziale nel processo legislativo a danno del Congresso, che si vedrebbe privato delle sue prerogative legislative. Inoltre il Presidente, come vertice del potere esecutivo, si trova a capo di una vasta serie di [[Lista delle agenzie federali degli Stati Uniti d'America|agenzie]] governative che hanno a loro volta la possibilità di emanare direttive, le quali sono soltanto in parte controllabili dal Congresso. Il repubblicano Eric Cantor ha dichiarato esplicitamente che il Presidente sarebbe in grado "virtualmente" di nominare "un esercito di zar, ognuno dei quali non controllabile dal Congresso e tuttavia in grado di attuare politiche di rilievo in nome della [[Casa Bianca]]".<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Eric|cognome=Cantor|url=http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/07/29/AR2009072902624.html|titolo=Too Many Presidential Czars Keep Congress in the Dark|pubblicazione=The Washington Post|data=30 luglio 2009|accesso=30 agosto 2016}}</ref> Altre critiche sono state rivolte a quei presidenti che hanno fatto un uso estensivo dei cosiddetti ''[[signing statements]]'', cioè quelle dichiarazioni aggiunte alla firma presidenziale di un disegno di legge approvato dal Congresso con le quali il Presidente si esprime indicando il modo in cui verrà resa esecutiva la norma o perlomeno interpretata dalla sua amministrazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.latimes.com/opinion/la-oe-nelson11-2008oct11-story.html|titolo=The 'unitary executive' question|cognome=Times|nome=Los Angeles|sito=latimes.com|accesso=30 agosto 2016}}</ref> Una pratica che è stata largamente utilizzata da [[George W. Bush]] e che ha continuato ad utilizzare anche [[Barack Obama]] nonostante fosse stata giudicata incostituzionale dalla [[American Bar Association]], una delle più importanti associazioni di avvocati degli Stati Uniti e che fissa gli standard di insegnamento delle facoltà di legge statunitensi.