Pietro I di Russia: differenze tra le versioni

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{{avvisounicode}}
{{Monarca
| nome = Pietro I<br /><small>Пётр I</small>
| immagine = Peter de Grote.jpg
|stemma = Imperial Monogram of Tsar Peter I "The Great" of Russia, Variant 2.svg
| legenda = Ritratto di Pietro I
|immagine = Peter de Grote.jpg
| titolo = [[Sovrani di Russia|Imperatore e Autocrate<br />di tutte le Russie]]
|legenda = Ritratto di Pietro I
| stemma = Imperial Monogram of Tsar Peter I "The Great" of Russia, Variant 2.svg
|titolo = [[Sovrani di Russia|Imperatore e Autocrate<br />di tutte le Russie]]
| inizio regno = 2 novembre<ref name=date5/> 1721
| fine regno = 8 febbraio<ref name=date2/> 1725
| predecessore = Se stesso come ''Zar''
| successore = [[Caterina I di Russia|Caterina I]]
| titolo1 = [[Sovrani di Russia|Zar di tutte le Russie]]<br />[[File:Imperial Monogram of Tsar Peter I "The Great" of Russia.svg|50px]]
| inizio regno1 = 2 giugno<ref name=date4/> 1682
| fine regno1 = 2 novembre<ref name=date5>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data è il 22 ottobre.</ref> 1721
| incoronazione1 = 25 giugno<ref name=date6>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]], la data è il 5 luglio.</ref> 1682
| investitura1 =
| predecessore1 = Se stesso
| successore1 = Se stesso come ''Imperatore''
| titolo2 = [[Sovrani di Russia|Zar di tutte le Russie]]
| sottotitolo2 =
| inizio regno2 = 7 maggio<ref name=date3>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data è il 27 aprile.</ref> 1682
| fine regno2 = 2 giugno<ref name=date4>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data è il 23 maggio.</ref> 1682
| incoronazione2 =
| investitura2 =
| predecessore2 = [[Fëdor III di Russia|Fëdor III]]
| successore2 = Se stesso con [[Ivan V di Russia|Ivan V]]
| nome completo = Pëtr Alekseevič Romanov<br /><small>Пётр Алексеевич Рома́нов</small>
| altrititoli = Granduca di Russia<br />[[Gran Principe di Kiev]]<br />[[Gran Principe di Vladimir-Suzdal]]<br />[[Gran Principe di Mosca]]<br />Duca di Estonia e Lituania
| luogo di nascita = [[Mosca (Russia)|Mosca]]
|consorte = [[Evdokija Fëdorovna Lopuchina|Evdokija Lopuchina]]<br />[[Caterina I di Russia|Ekaterina Skavronskaya]]
| data di nascita = 9 giugno<ref name=date/> [[1672]]
|figli = [[Aleksej Petrovič Romanov|Alessio]]<br />[[Aleksandr Petrov Romanov|Alessandro]]<br />[[Pavel Petrov Romanov|Paolo]]<br />[[Anna Petrovna Romanova|Anna]]<br />[[Elisabetta di Russia|Elisabetta]]<br />[[Natalia Petrovna Romanova|Natalia]]<br />[[Margarita Petrovna Romanova|Margherita]]<br />[[Pjotr Petrov Romanov|Pietro]]<br />[[Pavel Petrov Romanov|Paolo]]<br />[[Natalia Petrovna Romanova (1718-1725)|Natalia]]
|casa realeluogo di morte = [[RomanovSan Pietroburgo]]
| data di morte = 8 febbraio<ref name=date2/> [[1725]]
|padre = [[Alessio I di Russia]]
| sepoltura = 19 marzo<ref>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data è l'8 marzo.</ref> 1725
|madre = [[Natal'ja Kirillovna Naryškina]]
| luogo di sepoltura = [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo)|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]], [[San Pietroburgo]]
|data di nascita = 9 giugno<ref name=date/> [[1672]]
|luogo dicasa nascitareale = [[Mosca (Russia)|MoscaRomanov]]
| padre = [[Alessio I di Russia]]
|data di morte = 8 febbraio<ref name=date2/> [[1725]]
| madre = [[Natal'ja Kirillovna Naryškina]]
|luogo di morte = [[San Pietroburgo]]
| consorte = [[Evdokija Fëdorovna Lopuchina|Evdokija Lopuchina]]<br />[[Caterina I di Russia|Ekaterina Skavronskaya]]
|firma = Peter the Great Signature.svg
| figli = [[Aleksej Petrovič Romanov|Alessio]]<br />[[Aleksandr Petrov Romanov|Alessandro]]<br />[[Pavel Petrov Romanov|Paolo]]<br />[[Anna Petrovna Romanova|Anna]]<br />[[Elisabetta di Russia|Elisabetta]]<br />[[Natalia Petrovna Romanova|Natalia]]<br />[[Margarita Petrovna Romanova|Margherita]]<br />[[Pjotr Petrov Romanov|Pietro]]<br />[[Pavel Petrov Romanov|Paolo]]<br />[[Natalia Petrovna Romanova (1718-1725)|Natalia]]
| religione = [[Chiesa ortodossa russa|Ortodossa]]
|sepoltura = 19 marzo<ref>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data è l'8 marzo.</ref> 1725
| firma = Peter the Great Signature.svg
|luogo di sepoltura =[[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo)|Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo]], [[San Pietroburgo]]
}}
{{Bio
| Nome = Pietro I
| Cognome = Romanov
| PostCognomeVirgola = ({{russo|Пётр Алексе́евич Рома́нов|Pëtr Alekséevič Románov}}, /{{IPA|'pʲoːtr ʌlʲɪ'ksʲejɪvʲɪʨ rʌ'mɑːnəf}}/), detto '''Pietro il Grande'''
| ForzaOrdinamento = Pietro 01 di Russia
| PreData = {{russo|Пётр Вели́кий|Pëtr Velíkij}}, /{{IPA|'pʲoːtr vʲɪ'lʲiːkʲɪj}}/
| Sesso = M
| LuogoNascita = Mosca
| LuogoNascitaLink = Mosca (Russia)
| GiornoMeseNascita = 9 giugno
| AnnoNascita = 1672
| NoteNascita = <ref name=date>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data di nascita è il 30 maggio.</ref>
| LuogoMorte = San Pietroburgo
| GiornoMeseMorte = 8 febbraio
| AnnoMorte = 1725
| NoteMorte = <ref name=date2>Secondo il [[calendario gregoriano]]. Secondo il [[calendario giuliano]] la data di morte è il 28 gennaio.</ref>
| Attività =politico politico
| Nazionalità =russa russa
| Categorie = no
| FineIncipit = è stato [[zar]] e, dal [[1721]], [[imperatore di Russia]]. Il suo [[Monarchia|regno]] ebbe inizio nel [[1682]], all'[[Sviluppo umano (biologia)|età]] di 10 anni, in [[coreggenza]] con [[Ivan V di Russia|Ivan V]], malato sia mentalmente chesia fisicamente e pertanto impossibilitato a regnare. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel [[1696]], Pietro fu sovrano assoluto fino al [[1724]], anno a partire dal quale la moglie [[Caterina I di Russia|Caterina I]] lo affiancò in questo compito
}}
{{Romanov}}
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Durante il regno dello zar Fëdor la vita di Pietro trascorse tranquillamente alternando i giochi allo studio nei palazzi del Cremlino o nel [[Kolomenskoe]]. L'educazione di Pietro era affidata a diversi tutori, tra i quali [[Nikita Zotov]].
 
Il 27 aprile 1682 lo zar Fëdor morì senza eredi: il fratello di Fëdor, Ivan, primo in linea di [[successione (diritto)|successione]], era invalido ede infermo di mente; perciò l'[[assemblea dei boiari]], su suggerimento dello stesso zar deceduto<ref>{{cita|Voltaire|p. 57}}.</ref>, propose di far scegliere alla folla ammassata all'esterno del palazzo quale tra i due principi dovesse essere il nuovo zar. La folla, quasi all'unanimità, elesse Pietro come futuro zar sotto la [[reggenza]] della madre.<ref>{{cita|Robert K. Massie|pp. 30-31}}.</ref>
 
=== La rivolta degli Strelzi ===
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La zarevna [[Sofia Alekseevna Romanova|Sofia]], figlia di primo letto di Alessio I, contrariata della scelta, con l'aiuto di [[Ivan Miloslavskij]], del principe [[Ivan Khovanskij]] e del principe [[Vasilij Golicyn]] istigò gli [[strelzi]] alla rivolta<ref>{{cita|Voltaire|p. 58}}.</ref>. Il 15 maggio 1682 i cavalieri [[Aleksandr Miloslavskij]] e [[Petr Tolstoj]], su ordine di Sofia, si recarono nel Quartiere degli Strelzi informandoli che i [[Naryškin]] avevano assassinato lo ''zarevič'' Ivan e che volevano fare altrettanto con il resto della famiglia reale. All'udire tali informazioni, la rivolta scoppiò: armati di lance, alabarde, spade e moschetti gli Strelzi si diressero minacciosi verso il Cremlino<ref name=Massie /><ref>{{cita|Voltaire|pp. 58-59}}.</ref>.
 
Giunti al palazzo gli Strelzi chiesero a gran voce che fossero consegnati loro i [[Naryškin]] e [[Artamon Matveev]] responsabili, a loro dire, della morte dello ''zarevič'' Ivan. Compreso che la rivolta era frutto di un malinteso, Matveev chiese alla reggente Natalia di mostrare agli Strelzi che Pietro ede Ivan erano vivi. La donna, seppure spaventata, obbedì e questo fatto, insieme adcon un discorso tenuto da Matveev e dal [[Patriarchi e metropoliti di Russia|patriarca]] [[Gioacchino (patriarca di Mosca)|Gioacchino]] sembrò calmare la folla di rivoltosi, ma appena Matveev rientrò dentro il palazzo, il principe [[Mikhail Dolgorukij]], figlio del comandante degli Strelzi, minacciò la folla e questo gesto spinse gli Strelzi a riprendere la rivolta<ref name=Massie /><ref>{{cita|Riasanovsky|p. 213}}.</ref>
 
Dolgorukij venne preso di peso e gettato sulle lance degli altri rivoltosi, quindi il suo corpo fu fatto a pezzi; poi i rivoltosi penetrarono all'interno del palazzo dove diedero sfogo alla loro ira depredando e massacrando i loro rivali e coloro che li proteggevano: tra le vittime di questo massacro ci furono [[Artamon Matveev]], la maggior parte dei boiari, Afanasij Naryškin, fratello della reggente Natalia, il direttore degli Affari esteri Ivanov, suo figlio Vasilij e il boiaro Romodanovskij<ref>{{cita|Riasanovsky|p. 214}}</ref>. Il massacro terminò solo con il calare della notte e tutti corpi o i resti di essi vennero poi portati nella [[Piazza Rossa]] e per essere mostrati al popolo russo<ref name=Massie />.
 
Il giorno seguente gli Strelzi tornarono ad assaltare il Cremlino, questa volta in cerca di [[Ivan Naryškin]], secondo fratello della reggente, di due medici sospettati di aver avvelenato Fëdor e di altri traditori; dato l'esito negativo della ricerca, gli Strelzi fecero ritorno al Cremlino anche il terzo giorno minacciando la stessa famiglia reale se non fosse stato consegnato loro Ivan Naryškin. Ivan, nella speranza di poter così calmare la rivolta, si consegnò nelle mani degli Strelzi, i quali prima lo torturarono per ore e poi fecero a pezzi il suo corpo; la rivolta ede il massacro compiuto dagli Strelzi era così terminato<ref name=Massie />.
 
=== I due zar ===
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|}
 
Nel tardo pomeriggio del 17 agosto 1689 iniziò a circolare una lettera anonima nella quale si comunicava che nel corso della notte l'esercito privato di Pietro avrebbe assaltato il Cremlino ede ucciso lo zar Ivan e la reggente [[Sofia Alekseevna Romanova|Sofia]]. [[Fëdor Šaklovitij]], il nuovo comandante degli Strelzi, ordinò quindi che le porte del Cremlino fossero chiuse e che un gruppo di sentinelle pattugliasse tutta la strada per Preobraženskoe. A Preobraženskoe la notizia dell'agitazione al Cremlino causò qualche allarmismo, ma non venne presa nessuna precauzione.
 
Quella sera un ciambellano di Pietro venne inviato al Cremlino con un dispaccio d'ordinaria amministrazione. Sapendo che era stato inviato da Pietro, il corriere venne catturato e condotto alla presenza di Šaklovitij. Appena seppe quanto capitato al messaggero di Pietro, il luogotenente colonnello degli Strelzi [[Larion Elizarov]], fedele allo zar Pietro, dedusse che stava per iniziare l'attacco a Preobraženskoe ede inviò due uomini ad avvisare lo zar. I due messaggeri giunsero a Preobraženskoe poco dopo la mezzanotte ede informarono Pietro dell'imminente attacco da parte degli Strelzi. Pietro, insieme ad alcuni fedelissimi, fuggì nel cuore della notte da Preobraženskoe per rifugiarsi al [[Monastero della Trinità di San Sergio|monastero della Trinità]]. Nel giro di poche ore Natalia ed Evdokija, fuggite da Preobraženskoe e scortate dai soldati-ragazzi di Pietro, giunsero anch'esse al monastero.
 
Compreso che la fuga di Pietro verso il monastero poteva essere usata a vantaggio politico dello zar, Sofia capì che la sua posizione era seriamente minacciata. Quando seppe che Pietro aveva ordinato al colonnello del [[reggimento Stremjani]], [[Ivan Cykler]], di raggiungerlo immediatamente al monastero balenò in lei il terrore che Cykler potesse confessare sotto tortura le intenzioni di Šaklovitij di eliminare i Naryškin. Quando giunse al monastero, Cykler disse tutto quello che sapeva senza bisogno della tortura e si offrì di passare dalla parte di Pietro. Vistasi perduta, Sofia capì che la sua unica salvezza sarebbe stata una riconciliazione e inviò al monastero [[Ivan Troekurov]] affinché persuadesse Pietro a ritornare nella capitale. La missione di Troekurov ebbe però esito negativo.
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Pietro scrisse poi una lettera ai colonnelli di tutti i reggimenti degli Strelzi ordinando loro di raggiungerlo al monastero con dieci uomini di ogni reggimento. Sofia, per impedire una tale mobilitazione di Strelzi, dichiarò che chiunque avesse avuto intenzione di partire per il monastero sarebbe stato decapitato. Il giorno seguente Pietro inviò un dispaccio ufficiale allo zar Ivan e a Sofia nel quale pregava la sorellastra affinché provvedesse a che i suoi ordini fossero rispettati. La reggente, nella speranza di ottenere una riconciliazione, supplicò il patriarca Giocacchino di recarsi al convento a persuadere Pietro. Il patriarca si recò al monastero, ma appena vi giunse si schierò subito dalla parte del giovane zar.
 
Il 27 agosto Pietro inviò nuove lettere ripetendo gli stessi ordini delle precedenti e minacciando di morte coloro che non lo avessero ubbidito. Queste lettere sortirono il loro effetto ede una massa di Strelzi abbandonò la capitale per recarsi al monastero. In un ultimo tentativo di risolvere la crisi tramite una riconciliazione, Sofia decise di recarsi lei stessa a parlamentare con Pietro.
 
{|align=right
|[[File:Arrest of tsarevna Sofia by K. Veshchilov.jpg|thumb|left|L'arresto della reggente Sofia.]]
|}
Partì accompagnata da Golicyn, Šaklovitij e un drappello di Strelzi, ma una volta giunta al villaggio di [[Vozdviž]] venne fermata dagli uomini di Pietro e costretta a tornare a Mosca. Poche ore dopo Pietro inviò alla sorella altre missive nelle quali annunciava di aver scoperto dell'esistenza di un complotto per assassinarlo e che i due cospiratori erano Šaklovitij e Sil'vestr Medvedev, i quali dovevano essere arrestati e condotti al monastero per essere processati. Tali lettere spinsero la maggior parte degli Strelzi ad abbandonare Sofia e a schierarsi con Pietro; rimasta sola e senza via d'uscita, Sofia tentò di arringare una folla di Strelzi e di cittadini, senza però riuscirvi. Il 14 settembre giunse nel Quartiere Tedesco un proclama di Pietro rivolto a tutti i militari che risiedevano nel quartiere nel quale ribadiva l'esistenza di un complotto e li invitava a raggiungerlo al monastero. Dopo un dubbio iniziale, gli ufficiali stranieri, capitanati dal generale [[Patrick Gordon]] partirono alla volta del monastero; gli Strelzi rimasti a Mosca minacciarono Sofia di dare inizio ad una rivolta se non fosse stato consegnato loro Šaklovitij. La donna, nel timore di venire anch'essa uccisa in un eventuale tumulto, glielo consegnò ede essi lo portarono al cospetto di Pietro<ref name="cita|Voltaire|p. 70"/>.
 
La lotta era finita e la reggenza conclusa; Pietro aveva vinto. Alla vittoria doveva seguire la vendetta. Il primo a subirne le più dure conseguenze fu Šaklovitij: interrogato sotto tortura confessò di aver tramato contro Pietro e fu per questo condannato a morte e decapitato quattro giorni dopo fuori dalle mura del convento. Medvedev, intercettato mentre tentava la fuga in [[Polonia]], fu condotto al monastero, torturato, imprigionato, nuovamente torturato ede infine, due anni dopo, giustiziato; Golicyn, il quale si era presentato al monastero di sua spontanea volontà il giorno dell'arresto di Šaklovitij, fu privato del titolo di boiardo e delle sue proprietà ed esiliato con la famiglia in un villaggio dell'[[Mare glaciale artico|Artico]]<ref>{{cita|Voltaire|p. 71}}.</ref>. La reggente Sofia venne deposta e costretta a ritirarsi a vita nel [[convento di Novodevičij]]. Il 16 ottobre 1689 Pietro fece finalmente ritorno a [[Mosca (Russia)|Mosca]] tra due ali di folla in ginocchio che gli riconosceva per sempre il titolo di monarca assoluto.
 
=== I primi anni di regno ===
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A partire dal 1690, dopo la morte del patriarca Gioacchino, Pietro iniziò a frequentare sempre più assiduamente il Quartiere Tedesco. In tale luogo ebbe modo di conoscere e stringere amicizia con [[Andrej Vinius]], un russo olandese, con il generale scozzese [[Patrick Gordon]] e con l'avventuriero svizzero [[François Lefort]]. Fu proprio a casa di Lefort che Pietro conobbe la giovane [[Anna Mons]], figlia di un mercante di vini di [[Vestfalia]].
 
In breve tempo Anna divenne sua amante e lo rimase per ben dodici anni, nel corso dei quali più di una volta la donna sperò di poter rimpiazzare Evdokija come zarina di Russia. Lo zar, Vinius, Gordon, Lefort, i principi russi [[Mikhail Čerkasskij]] e [[Fëdor Romodanovskij]] ede altre persone formarono un gruppo molto compatto che prese il nome di "Allegra Compagnia". Il gruppo conduceva una vita vagabonda piombando all'improvviso a mangiare, bere e dormire in qualche villa nobiliare con grande stupore dei proprietari.
 
==== Giochi militari ====
Riga 169:
 
==== Arcangelo ====
Durante tutto questo periodo Pietro non aveva dimenticato le sue barche. Nel 1691 assunse venti ingegneri navali olandesi e quando si recò al lago Pleščeevo li trovò a lavorare con Brandt a due fregate e a tre imbarcazioni da diporto. Nel 1692 Pietro si recò al lago per ben quattro volte ede in una di queste occasioni si fece accompagnare dalla madre e dalla moglie. Tornato a Mosca, nel novembre 1692, Pietro fu colpito da un forte attacco di [[dissenteria]] che lo costrinse a letto per sei settimane e che fece temere per la sua vita.
 
A fine febbraio 1693 Pietro si recò nuovamente a [[Preslav'l]] a lavorare alle sue navi e vi rimase per tutta la durata della [[Quaresima]]. Nel luglio di quello stesso anno Pietro, ormai stancatosi del lago Pleščeevo, si recò ad [[Arcangelo (città)|Arcangelo]], un porto sito vicino al [[Mar Bianco]], dove iniziò a navigare in mare aperto a bordo del ''San Pietro'', un piccolo battello costruito appositamente per lui.
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Corse immediatamente da lei, ma dopo un diverbio con il [[Adriano (patriarca di Mosca)|patriarca Adriano]] se ne andò incollerito. Si trovava a Preobraženskoe quando gli comunicarono che sua madre era morta. Caduto nello sconforto, Pietro non partecipò neppure ai funerali della madre, ma si recò a tumulazione avvenuta a pregare da solo sulla sua tomba. Nella primavera 1694 Pietro tornò ad Arcangelo, ove trovò completata la nave da lui iniziata l'estate precedente e alla quale venne dato il nome di ''San Paolo''.
 
Deciso a recarsi al [[Monastero di Solovki|monastero Soloveckij]], la notte del 10 giugno Pietro salì a bordo del ''San Pietro'' insieme ad Afanasij, arcivescovo di [[Kholmogory]], alcuni amici ede un gruppo di soldati. Il giorno seguente, ad 80 miglia al largo di Arcangelo, l'imbarcazione fu colpita da un violento nubifragio. Dopo circa ventiquattro ore di terrore la piccola nave giunse al [[monastero Pertominsk]], nella cui cappella si radunò l'intero equipaggio per ringraziare il Signore di aver salvato loro le vite. Il 16 giugno Pietro salpò nuovamente alla volta del monastero Soloveckij, dove rimase tre giorni.
 
Il suo ritorno ad Arcangelo fu salutato con gioia dagli amici, i quali temevano che, visto il temporale, il ''San Pietro'' fosse naufragato. Il 21 luglio la fregata olandese ''Sacra Profezia'' che Pietro aveva ordinato giunse al porto di Arcangelo. Una settimana più tardi la piccola flotta di Pietro scortò un convoglio di mercantili olandesi e inglesi di ritorno in patria fino a [[Svjatoj Nos]]. Memore dell'esperienza precedente Pietro non volle avventurarsi nelle acque del [[Mar Glaciale Artico]] e fece quindi ritorno ad Arcangelo, dal quale partì il 3 settembre per ritornare a Mosca.
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Il 3 maggio parte della flotta russa iniziò il suo viaggio lungo il Don. Pietro, partito tempo dopo con una flotta di otto galee leggere, raggiunse il grosso della flotta il 26 maggio. Si aprirono subito le ostilità. Il 29 maggio, mentre i turchi stavano trasportando dalle navi a terra i viveri destinati alla fortezza, i cosacchi riuscirono a catturarne dieci e a mettere in fuga gli altri. Alcuni giorni dopo Pietro riuscì a far passare indisturbata la sua intera forza di 29 galee oltre la fortezza di Azov. La città venne così completamente isolata. L'esercito russo riuscì a cingere completamente d'assedio la città.
 
Il 26 giugno i cannoni russi aprirono il fuoco contro la fortezza di Azov; giorni dopo i turchi annunciarono la loro resa<ref>{{cita|Voltaire|pp. 87-88}}.</ref>: Pietro permise loro di lasciare Azov chiedendo però in cambio la consegna da parte loro del traditore Jensen, fece convertire le moschee presenti nell'abitato in chiese cristiane, ordinò la demolizione di tutte le opere d'assedio ede il ripristino delle mura fortificate e dei bastioni della città. Prima di lasciare Azov, Pietro assistette alla messa celebrata in una chiesa nuova. Il 10 ottobre lo zar fece trionfale ritorno a Mosca<ref>{{cita|Voltaire|p. 89}}.</ref>.
 
=== Costituzione della flotta russa ===
Riga 228:
 
==== Ducato di Curlandia ====
Attraversata la Dvina, Pietro entrò nel [[ducato di Curlandia]]. Sebbene il suo paese fosse povero, il duca [[Federico Casimiro Kettler]] non commise l'errore di Riga ede onorò l'Ambasceria con fastosi intrattenimenti.<ref name=p155 /><ref>{{cita|Ian Grey|p. 101}}.</ref>
 
==== Brandeburgo ====
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I magnati di Amsterdam, intuendo l'importanza che questa Ambasceria avrebbe potuto avere in futuro, per uno sviluppo commerciale con la Russia, avevano deciso di riceverla con gli onori e il protocollo riservati ai re. Furono quindi organizzati ricevimenti, rappresentazioni d'opera e balletti. Fu durante questi festeggiamenti che Pietro conobbe [[Nicholas Witsen]], borgomastro della città. Con l'aiuto di Witsen, Pietro venne assunto a lavorare presso i cantieri della [[Compagnia olandese delle Indie orientali|Compagnia delle Indie Orientali]]; inoltre, per aiutarlo nel tirocinio della costruzione nautica, il consiglio dei direttori della Compagnia delle Indie Orientali ordinò di gettare la chiglia di una nuova fregata, affinché lo zar e i suoi compagni potessero studiare i metodi di costruzione olandesi proprio fin dall'inizio<ref>{{cita|Farquahr|p. 176}}.</ref>. La fregata fu infine chiamata ''Gli Apostoli Pietro e Paolo'' e Pietro lavorò alla realizzazione di ogni sua fase.
 
La curiosità di Pietro era insaziabile. Voleva vedere tutto con i propri occhi; visitò fattorie, segherie, filande, cartiere, botteghe di artigiani, musei, giardini botanici e laboratori. Durante i suoi mesi di permanenza ad Amsterdam conobbe architetti, scultori e [[Jan van der Heyden|Van der Heyden]], l'inventore della pompa da incendio, che tentò di persuadere a trasferirsi in Russia. Fece visita all'architetto [[Simon Schonvoet]], al museo di [[Jacob de Wilke]] ede imparò a disegnare sotto la guida di Schonebeck.
 
A [[Delft]] fece visita all'ingegnere [[Menno van Coehoorn|barone di Coehoorn]], che gli dette lezioni sulla scienza delle fortificazioni. Diverse volte Pietro lasciò il cantiere per far visita al professor [[Fredrik Ruysch]], noto professore di anatomia. Fu Ruysch a consigliare Pietro nella scelta dei medici da portare in Russia addetti all'esercito e alla marina. A [[Leida]] Pietro conobbe il dottor [[Herman Boerhaave|Boerhaave]], professore di anatomia e direttore di un noto giardino botanico. A Deft incontrò il naturalista [[Antoni van Leeuwenhoek]], inventore del [[microscopio]].
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Il 23 gennaio, accompagnato dall'ammiraglio Mitchell e da due compagni russi, Pietro fu ricevuto da re Guglielmo a [[Kensington Palace]]. Questa visita fu l'unica cerimonia ufficiale cui partecipò Pietro durante il soggiorno londinese. In incognito amava camminare per la città incuriosito da tutto. Per comodità e per sfuggire alla curiosità della folla, lo zar si trasferì a [[Deptford]] nella [[Sayes Court]] di proprietà dello scrittore [[John Evelyn]].
 
Ben sapendo della scarsa osservanza di Pietro nei confronti della [[Chiesa ortodossa|fede ortodossa]], l'[[arcivescovo di Canterbury]] [[Thomas Tenison]] e il re Guglielmo, con l'aiuto di [[Gilbert Burnet]], [[vescovo di Salisbury]], tentarono di convertire lo zar al [[protestantesimo]] senza riuscirci. In quel periodo diversi appartenenti ad altre religioni tentarono la stessa cosa. Sempre in quel periodo i mercanti inglesi chiesero ede ottennero dallo zar il monopolio per il commercio del [[tabacco]] in Russia<ref>{{cita|Voltaire|p. 101}}.</ref>.
 
Anche in Inghilterra, come in Olanda, Pietro lavorava nei cantieri navali del basso Tamigi. Nei momenti in cui non lavorava girava per Londra e dintorni per visitare tutti i luoghi interessanti. Visitò l'[[Royal Naval College, Greenwich|ospedale della marina]] a [[Greenwich]], le tombe dei sovrani inglesi a [[Abbazia di Westminster|Westminster]], il [[castello di Windsor]], [[Hampton Court]], l'[[osservatorio di Greenwich]], l'[[Royal Arsenal|arsenale]] di [[Woolwich]] e la [[Torre di Londra]].
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Giunto nella città di [[Rawa Mazowiecka|Rawa]], nella [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]], Pietro incontrò [[Augusto II di Polonia|Augusto]], [[Principe elettore|elettore]] di [[Principato Elettorale di Sassonia|Sassonia]] e [[re di Polonia]]. I quattro giorni trascorsi a Rawa gettarono le basi per alcuni eventi futuri che avrebbero riguardato il futuro della Russia. Fu infatti durante quei giorni che Augusto, che aveva già ottenuto l'appoggio di Pietro per l'incoronazione a re di Polonia, usufruì dell'amicizia dello zar per portare avanti un altro suo ambizioso progetto: un attacco congiunto agli svedesi per togliere alla Svezia quelle province baltiche che escludevano la Russia e la Polonia dall'accesso al [[Baltico]].
 
La Grande Ambasceria era giunta al termine e lo scopo per la quale era stata creata era fallito. In termini di risultati pratici e pragmatici invece l'Ambasceria fu un successo. Pietro e i suoi ambasciatori erano riusciti a reclutare più di 800 esperti tecnici europei per essere immessi a vari livelli nell'economia russa. Ciò che aveva avuto modo di vedere ede imparare in Europa rafforzò nello zar la sua antica opinione, nata nel Quartiere Tedesco, che i russi si trovavano tecnologicamente indietro di decenni. Pietro quindi era deciso a cambiare la nazione e a fornire egli stesso la forza sufficiente al mutamento.
 
=== Primi cambiamenti in Russia ===
Nella notte tra il 4 e il 5 settembre 1698 lo zar fece rientro a Mosca e dopo una breve visita al Cremlino andò a passare la notte al [[Palazzo di Preobraženskoe|Palazzo di legno]] a Preobraženskoe in compagnia di Anna Mons. La mattina seguente, appena la notizia del suo ritorno si era diffusa, una folla di boiari e di ufficiali si recarono al palazzo per dargli il benvenuto. Pietro li ricevette con grande entusiasmo, poi tirato fuori un rasoio da barbiere iniziò a tagliare le barbe dei presenti.
 
Per i russi la barba era un ornamento creato da [[Dio]], portato dai [[profeti]], dagli [[apostoli]] e da [[Gesù]] stesso. Tagliarla significava per loro commettere un peccato mortale. Pietro, invece, pensava che le barbe fossero incivili, ridicole ede inutili ed emanò un decreto che obbligava tutti i russi, contadini e sacerdoti esclusi, a radersi. Coloro che volevano continuare a portarla avrebbero dovuto pagare una tassa annuale che variava da un [[copeco]] per i contadini che, esentati solo se restavano in campagna, decidevano di entrare in città, a 100 [[rubli]] per i ricchi mercanti.
 
Non molto tempo dopo Pietro cominciò anche ad insistere perché i boiari abbandonassero i tradizionali abiti moscoviti per vestirsi all'occidentale. Nel gennaio del 1700 lo zar emanò un decreto che obbligava boiari, pubblici ufficiali e proprietari terrieri ad abbandonare le loro lunghe vesti e procurarsi dei caffettani ungheresi o di stile tedesco.
 
Desideroso già da tempo di porre fine al suo matrimonio con Evdokija, mentre si trovava in Europa, Pietro chiese a Lev Naryšlin e Tikhon Strešnev di convincere la zarina a prendere i voti e farsi monaca. Poiché i due uomini preferirono che di tale onere se ne facesse carico lo stesso zar, pochi giorno dopo il suo ritorno a Mosca Pietro convocò la moglie per un'udienza. La donna rifiutò di farsi monaca asserendo il fatto che il suo compito di madre glielo impediva. Lo zar decise quindi di risolvere la questione togliendo Alessio alla madre ede affidandolo alle cure della sorella Natalia. Poco tempo dopo, una mattina, venne inviata a palazzo una carrozza; vi fu fatta salire Evdokija e venne trasportata al [[monastero Okrovski]] a [[Suzdal']]. Qui, dieci mesi dopo, Evdokija fu obbligata a tagliarsi i capelli e ad assumere il nome monacale di Elena. Pietro era così finalmente libero.
 
Un altro cambiamento imposto da Pietro riguardava il calendario: fin da tempi antichissimi i russi utilizzavano il [[calendario bizantino]], il quale calcolava gli anni non dalla nascita di Cristo ma dal momento in cui essi reputavano fosse stato creato il mondo e in cui l'anno iniziava il primo settembre. Nel dicembre 1699 decretò che l'anno seguente avrebbe avuto inizio il 1º gennaio e che avrebbe portato il numero di 1700. Veniva adottato così in Russia il [[calendario giuliano]], all'epoca in uso solo in Inghilterra, che sarebbe rimasto in vigore fino al 1918.<ref>{{cita|Oudard|p. 197}}.</ref>
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Per tutto l'autunno e l'inverno, a intervalli regolari di pochi giorni, vennero giustiziate parecchie decine di ribelli. Le prime esecuzioni iniziarono il 10 ottobre a Preobraženskoe<ref>{{cita|Voltaire|pp. 106-107}}.</ref>: duecento furono impiccati alle mura della città e dagli appositi pali che sporgevano dai parapetti, due Strelzi per palo. L'11 ottobre centoquarantaquattro Strelzi furono impiccati nella Piazza Rossa a dei pali che sporgevano dalle merlature del Cremlino. Centonove furono decapitati con l'ascia o con la spada in un campo di Preobraženskoe. Per i preti che avevano incoraggiato gli Strelzi venne costruita davanti alla [[cattredrale di San Basilio]] una forca a forma di croce. Per rendere assolutamente chiaro il nesso tra Sofia e gli Strelzi, centonovantasei ribelli furono impiccati a un'enorme forca di forma quadrangolare eretta vicino al convento di Novodevičij, dove era imprigionata la zarevna. I tre supposti capi della rivolta furono impiccati direttamente fuori dalla finestra di Sofia<ref name="cita|Voltaire|p. 106"/>.
 
Infine, Pietro soppresse il corpo degli Strelzi e lo sostituì con reggimenti, vestiti, armati ede addestrati sul modello prussiano; impose a diversi figli della nobiltà di servire nell'esercito o nella flotta come ufficiali ede istituì il reggimento Preobrazinski, affinché servisse come guardia personale degli zar<ref>{{cita|Voltaire|p. 108}}.</ref>
 
=== La grande guerra del Nord e la fondazione di San Pietroburgo ===
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{{Citazione|Questo monarca si fece ammirare per la sua estrema curiosità, sempre tendente alle sue vedute sul [[governo]], sul [[commercio]], sull'[[istruzione]], sulla [[polizia]], e questa curiosità tutto attingeva e niente disdegnava, i cui minimi tratti avevano un'utilità conseguente, marcata, sapiente, che non stimava che quel che meritava esserlo, nel quale brillava l'[[intelligenza]], la giustezza, la viva tensione del suo spirito. Tutto mostrava in lui la vasta estensione dei suoi lumi e qualcosa di continuamente conseguente. Egli univa in un modo del tutto sorprendente la maestà più alta, più fiera, più delicata, più sostenuta, nello stesso tempo la meno imbarazzante quando l'aveva stabilita in tutta la sua sicurezza, con una cortesia che sentiva e sempre e con tutti e da padrone ovunque, ma con i propri gradi secondo le persone. Aveva una sorta di famigliarità che veniva dalla [[libertà]]; ma non era esente da una forte impronta di quell'antica barbarie del suo paese che rendeva tutte le sue maniere pronte, perfino precipitose, le sue volontà incerte, senza però voler essere costretto né contraddetto su nemmeno una.|Saint-Simon, ''Mémoires'', Paris 1983, p. 352-353}}
 
Tale giudizio è sostanzialmente accettato anche dagli studiosi moderni che sottolineano quanto lo Zar fosse semplice nei modi, essendo solito conversare e fare confidenza anche con semplici artigiani e marinai ede avendo l'abitudine di attribuire incarichi pubblici anche a persone di umili origini, purché capaci; al contempo, però, fu rigido, terribile nell'ira, crudele ogni qualvolta incontrasse opposizione: in tali momenti solo la seconda moglie Caterina ede i suoi più stretti collaboratori potevano smussare i suoi eccessi; come governante, fu un autocrate dotato di una insaziabile forza di volontà, estremamente diligente e caparbio; infine, quanto ai risultati, sebbene non fu in grado di colmare il divario tra la Russia e l'Europa occidentale, promosse attivamente l'industria, il commercio, l'educazione e la cultura e rese il suo paese una grande potenza<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Peter-the-Great|titolo=Encyclopaedia Britannica, Peter I, emperor of Russia|accesso=7 luglio 2016}}.</ref>.
 
== Figli ==