135ª Divisione cavalleria corazzata "Ariete": differenze tra le versioni

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== La vita operativa ==
L'unitàRicostituita il 1º aprile 1943.<ref name = stoei>{{Cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Organizzazione/Organizzazione%20Centrale/Comando%20delle%20Forze%20Operative%20Terrestri/divisione_friuli/br_corazzata_ariete/Pagine/la_storia.aspx|opera=esercito.difesa.it|titolo=132^ Brigata Corazzata "ARIETE" - La storia|accesso=23 novembre 2013}}</ref> con la denominazione 135ª Divisione Corazzata "Ariete II" inglobando i reggimenti di cavalleria "[[8º Reggimento "Lancieri di Montebello"|Montebello]]", "[[Reggimento "Cavalleggeri di Lucca" (16º)|Lucca]]" e "[[Reggimento "Lancieri di Vittorio Emanuele II" (10º)|Vittorio Emanuele II]]", i reggimenti di artiglieria [[135º Reggimento artiglieria|135º]] e [[235º Reggimento artiglieria|235°]], il CXXXIV Battaglione controcarri semovente e, infine, il CXXXIV Battaglione misto genio,<ref name=stoei/>iniziò l'addestramento in [[Emilia]] e in [[Friuli]], tuttavia,ma prima che questo addestramento fosse completato, venne il 25 luglio e la divisione fu richiamata d'urgenza a [[Roma]], per sostituire la ''[[134ª Divisione Corazzata M|Centauro II]]'' (ex Divisione Corazzata ''M'') che doveva essere spostata a est di Roma, dato che lo [[Stato Maggiore dell'del Regio Esercito]] non aveva fiducia della fedeltà "politica" di questa divisione. L'unità venne inquadrata nel [[Corpo d'Armata Motocorazzato]] (generale [[Giacomo Carboni]]) e fu assegnata alla difesa nord di Roma fra il [[Lago di Bracciano]] ed i capisaldi di [[Monterosi]] e [[Manziana]].
 
Il comando fuvenne affidato, al Generale [[Raffaele Cadorna Jr|Raffaele Cadorna]] (dalil 26 luglio [[1943]], al 12 settembreGenerale [[1943Raffaele Cadorna Jr|Raffaele Cadorna]]).
 
Sebbene la forza teorica prevista era di 9.500 uomini, 247 carri/semoventi e 84 pezzi di artiglieria, alla data dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'[[Armistizio 8 settembre 1943|8 settembre]] la forza effettiva era di 8.500 uomini, con 176 mezzi blindati e corazzati, circa 70 cannoni e 92 mitragliere contraeree da 20&nbsp;mm. Il 9 settembre 1943, in seguito alle vicende che seguirono la [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|proclamazione]] dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], la Divisione si trovò impegnata nella [[mancata difesa di Roma|difesa di Roma]], dove dopo un iniziale successo dovette cedere ai tedeschi.<ref name=ferrea/> Fu sciolta il 12 settembre seguente.<ref name=stoei/> La Divisione contrastò con successo il passo, per tutta la giornata del 9 settembre, alla [[3. Panzergrenadier-Division]] rafforzata da unità della [[26. Panzer-Division]]. A [[Monterosi]] venne bloccata l'avanguardia della autocolonna tedesca dal sacrificio del Sottotenente [[Ettore Rosso]] e dei suoi genieri, cui seguì la decisa resistenza del [[Reggimento "Cavalleggeri di Lucca" (16°)|Reggimento "Cavalleggeri di Lucca"]] ed il III Gruppo del 135º Reggimento Artiglieria su pezzi da 149/19 che respinsero l'attacco delle unità germaniche, in quello che può essere indicato come il più importante scontro tra truppe corazzate italiane e tedesche della seconda guerra mondiale.
Alla data dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]] la Divisione contrastò con successo il passo alla ''3ª [[Panzergrenadier|Panzergrenadier-Division]]'' (fanteria corazzata), rafforzata da unità della ''26ª [[Panzer-Division]]'', per tutto il 9 settembre.
A Monterosi venne bloccata l'avanguardia della autocolonna tedesca dal sacrificio del Sottoten. [[Ettore Rosso]] e dei suoi genieri, cui seguì la decisa resistenza del Reggimento "Cavalleggeri di Lucca" ed il III Gruppo del 135º Reggimento Artiglieria su pezzi da 149/19 che respinsero l'attacco delle unità germaniche, in quello che può essere indicato come il più importante scontro tra truppe corazzate italiane e tedesche della seconda guerra mondiale.
 
ScriveIl generale Cadorna scrisse: «La giornata del 9 settembre si era chiusa sul fronte nord in modo nettamente a noi favorevole (...) ma solo a liberazione del Nord avvenuta potei, con accurate indagini, accertare la reale portata del successo; nel settore di Monterosi le forze nemiche d'attacco ammontarono a 29 carri armati, 50 autocarri, 25 motocarrelli, provenienti da Roncigione; le perdite nemiche una quarantina di carri armati, un centinaio di autocarri, 2 batterie rese inefficienti; a Manziana 40 carri armati e semoventi da 88 e 50 autocarri presenti, 30 carri armati distrutti. Il parroco di Monterosi riferì che i tedeschi di passaggio parlavano di 500-800 uomini perduti».<ref>[http://www.regioesercito.it/reparti/cavalleria/regcav16.htm Raffaele Cadorna, ''La Riscossa (dal 25 luglio alla Liberazione)'', Rizzoli, Milano, 1948].</ref> Altre fonti indicano - per il settore di Monterosi - perdite inferiori: tra gli italiani la perdita di 20 uomini e 4 carri armati, oltre ad una cinquantina di feriti, tra i tedeschi le perdite similari con qualche mezzo blindato in più andato in fiamme.<ref>[http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/eroe.pdf Andrea Santangelo, ''Un eroe quasi del tutto dimenticato'', Società di Cultura e Storia Militare.] Visto il 12/12/2010.</ref>
 
Durante il corso del combattimento, a seguito della precipitosa [[fuga di Vittorio Emanuele III]] e dei più alti rappresentanti dell'apparato politico-militare italiano verso il Sud, l'intero Corpo Motocorazzato schierato a nord di Roma ricevette l'ordine di ritirarsi ed attestarsi a [[Tivoli]], a protezione della [[Via Tiburtina]] (sull'asse Roma-[[Pescara]]), abbandonando di fatto ogni volontà di difesa della Capitale. In un clima di grande caos, con direttive ambigue o assenti da parte degli Alti comandi, mentre erano in corso trattative con i tedeschi, nella giornata del 10 alcune compagnie della Divisione furono inviate -, al comando del generale [[Dardano Fenulli]], vicecomandante dell'''Ariete II'' -, per supportare il ''[[1º Reggimento "Granatieri di Sardegna"|Reggimento "Granatieri di Sardegna'']] nella zona [[Porta San Paolo]] e Ardeatina contro gli attacchi della ''[[2ª Divisione Paracadutisti (Germania)|2ª Fallschrimmjäger-Division]]'' (paracadutisti). L'operazione era in corso ed erano già stati debellati alcuni nuclei nemici quando, nel pomeriggio del 10 settembre, sopravvenne l'accordo di resa contro i tedeschi e Cadorna ordinò il rientro dei reparti. <br />
 
Durante il corso del combattimento, a seguito della precipitosa [[fuga di Vittorio Emanuele III]] e dei più alti rappresentanti dell'apparato politico-militare italiano verso il Sud, l'intero Corpo Motocorazzato schierato a nord di Roma ricevette l'ordine di ritirarsi ed attestarsi a [[Tivoli]], a protezione della [[Via Tiburtina]] (sull'asse Roma-[[Pescara]]), abbandonando di fatto ogni volontà di difesa della Capitale. In un clima di grande caos, con direttive ambigue o assenti da parte degli Alti comandi, mentre erano in corso trattative con i tedeschi, nella giornata del 10 alcune compagnie della Divisione furono inviate - al comando del generale [[Dardano Fenulli]], vicecomandante dell'''Ariete II'' - per supportare il ''Reggimento Granatieri di Sardegna'' nella zona Porta San Paolo e Ardeatina contro gli attacchi della ''[[2ª Divisione Paracadutisti (Germania)|2ª Fallschrimmjäger-Division]]'' (paracadutisti). L'operazione era in corso ed erano già stati debellati alcuni nuclei nemici quando, nel pomeriggio del 10, sopravvenne l'accordo di resa contro i tedeschi e Cadorna ordinò il rientro dei reparti. <br />
Il giorno successivo il comando del Corpo d'armata motocorazzato, ormai ridotto quasi a nulla a causa del dissolvimento dei reparti, fu formalmente affidato al generale Cadorna, il quale si diede alla macchia per unirsi al [[Fronte Militare Clandestino]] coordinato dal colonnello [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]].