Isidoro di Mileto: differenze tra le versioni

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L'imperatore [[Giustiniano I]] decise di ricostruirla, dopo aver sedato la rivolta, affidandone la progettazione a Isidoro e a [[Antemio di Tralle]] (474- prima del 558). Essi realizzarono la più grande chiesa della cristianità mai costruita fino ad allora, sormontata da una grande cupola in laterizi, del diametro di 32 m e posta e 55 m di altezza e poggiante su una base quadrata grazie alla soluzione innovativa dei pennacchi, utilizzati ancora oggi. Isidoro morì prima che la basilica fosse completata.
 
In precedenza aveva insegnato fisica ad [[Alessandria d'Egitto]] e poi a [[Costantinopoli]], e aveva scritto un commentario su libri sulle costruzioni. Aveva anche raccolto e pubblicato gli scritti di [[Eutocio|Eutocio di AscaslonaAscalona]], che erano commentari sulla matematica di [[Archimede]] e [[Apollonio]], contribuendo così a ravvivare l'interesse per le loro opere. Grazie al suo lavoro importanti scritti sono stati conservati e trasmessi alle generazioni future. Fu anche un abile matematico, al quale si devono la squadra a T, usata nel disegno tecnico, il metodo di costruzione della parabola con una corda e forse anche il libro XV apocrifo degli ''[[Elementi di Euclide|Elementi]]'' di [[Euclide]]<ref>
{{Cita|Boyer (1991), ''Revival and Decline of Greek Mathematics''|p. 193|Boyer, Carl B.}}: «His colleague and successor in the building of St. Sophia, Isidore of Miletus (fl. 520), also was a mathematician of some ability. It was Isidore who made known the commentaries of Eutocius and spurred a revival of interest in the works of Archimedes and Apollonius. To him perhaps we owe the familiar T-square and string construction of the parabola - and possibly also the apocryphal Book XV of Euclid's Elements.».</ref>.
Si sa anche che aiutò Giustiniano nella ricostruzione delle fortificazioni a [[Dara]], in [[Mesopotamia]].