Antonio I Boncompagni: differenze tra le versioni

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===La congiura del principe di Macchia===
La sua figura salì improvvisamente e precipitosamente agli onori delle cronache dell'epoca grazie ad un episodio che lo vide protagonista: dopo il tentativo fallito del principe di Macchia di scatenare una insurrezione nel Regno di Napoli contro gli spagnoli per consegnarlo nelle mani degli austriaci e la carcerazione di tutti i congiurati ad opera del [[Luis Francisco de la Cerda y Aragón|duca di Medinaceli]], uno di costoro, Giambattista di Capua, principe Della Riccia, tentando di raggiungere [[Roma]] per porsi in salvo nello [[Stato della Chiesa]], era incappato nei feudi della famiglia Boncompagni con i quali era inoltre imparentato, riuscendo a trovare rifugio per una notte all'interno di una chiesetta nei pressi di [[Isola del Liri]]. Antonio, filo-spagnolo convinto come suo padre, non appena seppe di questa notizia, si recò sul posto e diede ordine immediato di arrestare il principe, malgrado il legame di sangue che li univa. Tra le proteste del principe, venne consegnato al marchese Marco Garofalo, vicario della provincia, il quale a sua volta lo inviò a [[Napoli]] dove venne imprigionato con gli altri a [[Castel dell'Ovo]]. L'episodio all'epoca fece notevole scalpore, attirandogli le ire dei filo-austriaci ed il plauso dei filo-spagnoli, ma sicuramente gli portò anche il biasimo del pontefice il quale si era indignato fortemente per la violazione del sacro diritto d'asilo, perlopiù perché il principe era stato costretto con le armi ad uscire dalla chiesa, luogo sacro dove l'aveva invocato, e per questo minacciò Antonio di una solenne [[scomunica]].
 
La vicenda di Antonio e del principe Della Riccia giunse sino alle orecchie di [[Filippo V di Spagna]] che, intenzionato a sfruttare questo episodio per propria propaganda, decise di premiare pubblicamente il Boncompagni creandolo Gran Siniscalco del Regno di Napoli e nel [[1702]] lo insignì dell'[[Ordine del Toson d'oro]]. Nel [[1707]] lo nominò anche comandante di una compagnia di cavalieri.