Klaus Berggreen: differenze tra le versioni

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== Carriera ==
=== Club ===
Dopo la trafila nelle giovanili del {{Calcio Lyngby|NBN}}, con lo stesso club arriva in prima squadra esordendo nel 1975 in [[1. Division|2. Division]]. Nel suo primo anno segna 15 gol diventando il capocannoniere della formazione, portandola poi nel 1979 per la prima volta in [[Superligaen|1. Division]].
 
Nel 1982 il presidente [[Romeo Anconetani]] lo vuole al {{Calcio Pisa|NBN}}, appena promosso in [[Serie A]] dopo tredici anni di assenza, pagandolo 270 milioni di lire.<ref name="K1">{{cita web|autore=Lorenzo Vannozzi|url=http://www.tuttopisa.it/primo-piano/klaus-berggreen-a-tornato-a-pisa-e-riabbracciato-i-tifosi-1516|titolo=Klaus Berggreen è tornato a Pisa e riabbracciato i tifosi|sito=tuttopisa.it|data=3 aprile 2013}}</ref> Qui Berggreen contribuisce a portare i nerazzurri alla salvezza, all'undicesimo posto. L'anno successivo il club toscano retrocede in [[Serie B]], tuttavia il giocatore resta e prende parte all'immediata risalita della stagione 1984-1985. Nel campionato successivo, pur inframezzato dal successo europeo in [[Coppa Mitropa 1985-1986|Coppa Mitropa]], il danese non riesce a evitare la nuova caduta del Pisa in cadetteria.
[[File:Klaus Berggreen1, Pisa.jpg|thumb|left|Berggreen con la maglia strappata del Pisa, nella partita della [[Serie A 1985-1986]] contro la Juventus.<ref>{{cita web|autore=Francesco Loi|url=http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2016/05/24/news/quella-maglia-strappata-1.13534344|titolo=Quella maglia strappata|sito=iltirreno.gelocal.it|data=24 maggio 2016}}</ref>]]
 
Si accasa quindi alla {{Calcio Roma|NBN}} come sostituto di [[Toninho Cerezo|Cerezo]], per 4 miliardi di lire,<ref name="K">{{cita web|url=http://www.sestaporta.com/klaus-berggreen-grazie-pisa-se-non-avessi-iniziato-qui-non-sare-stato-cosi-famoso/|titolo=Klaus Berggreen: “Grazie Pisa, se non avessi iniziato qui non sarei stato così famoso”|sito=sestaporta.com|data=3 aprile 2013}}</ref> fermandosi una sola stagione nella città capitolina ed esordendo in maglia giallorossa il 14 settembre 1986 contro il {{Calcio Como|NBN}} (0-0). La squadra termina il campionato in settima posizione e Berggreen colleziona un bottino di 5 gol.<ref name="K2"/> In vista del torneo successivo si trasferisce al {{Calcio Torino|NBN}} dove, nonostante sia tormentato dagli infortuni, riesce a ripetere la discreta annata romana, mettendo assieme 3 gol in 26 presenze e aiutando l'undici piemontese a raggiungere la sesta posizione in massima serie.<ref name="K2"/>
 
Al termine della stagione in maglia granata, lascia l'Italia per tornare in [[Danimarca]]. Conclude la sua carriera dove aveva iniziato, ossia nel Lyngby, con cui nel 1990 vince la [[DBUs Landspokalturnering|coppa nazionale]]. Nel marzo dello stesso anno, all'età di trentadue anni, abbandona il professionismo restando nel club come direttore sportivo.<ref name="K2">{{cita web|titolo=Klaus Berggreen|sito=pisanellastoria.it|url=http://www.pisanellastoria.it/index.php?Itemid=101&id=82&option=com_content&view=article}}</ref>
 
Dopo il fallimento del Lyngby, nel 1992, si dimise da ''diesse'' e abbandonò il calcio dedicandosi alla sua azienda di moda femminile, la PiRo (dalle iniziali delle sue squadre italiane, Pisa e Roma). È inoltre laureato in economia e commercio.<ref name="K1"/><ref name="K"/> Ogni tanto gioca per beneficenza con gli ''OldBoys'', una formazione composta da vecchie glorie del calcio danese, nonché in una squadra composta da personalità danesi. Fa anche l'attore e lo showman, tornando spesso in Italia a Villa delle Rose, sede del ritiro nerazzuro ai tempi in cui militava nel Pisa.<ref name="K2"/>