Erich Priebke: differenze tra le versioni
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=== Infanzia e gioventù ===
Nato a [[Hennigsdorf]], una piccola cittadina tedesca a nord ovest di [[Berlino]], sin da adolescente, a causa della prematura morte dei suoi genitori, Priebke fu cresciuto principalmente da uno zio e
=== La carriera militare ===
Nel [[1933]] aderì al [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi]]<ref name=":3">{{Cita news|titolo = È morto Erich Priebke L'ex
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] rimase sempre in [[Italia]] dove, assieme ad altri militari tedeschi, partecipò al coordinamento delle tattiche e delle strategie che il [[Terzo Reich]] avrebbe dovuto adottare nella Penisola. A partire dal febbraio del [[1941]], grazie anche alla sua conoscenza della lingua italiana, venne inquadrato come interprete presso l'Ambasciata tedesca a [[Roma]].<ref name=":1" />
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=== Dopo la guerra ===
Il 13 maggio del [[1945]], dopo la resa dell'esercito tedesco, Priebke venne preso prigioniero a [[Bolzano]], assieme agli altri militari
Il 31 dicembre del [[1946]], Priebke riuscì a fuggire dal campo di [[Rimini]]: approfittando dei festeggiamenti di fine anno, eluse la guardia dei militari inglesi e polacchi di stanza nel campo e, assieme ad altri quattro commilitoni, si rifugiò nel vescovado di Rimini.<ref name=":5">{{Cita news|titolo = Priebke: non credo più nella giustizia|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/07/Priebke_non_credo_piu_nella_co_0_96090711143.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/07/Priebke_non_credo_piu_nella_co_0_96090711143.shtml}}</ref>
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Nel mese di aprile del [[1994]], la troupe del programma ''Prime Time Live'' dell'emittente statunitense [[ABC (Stati Uniti d'America)|ABC]], guidata dal giornalista [[Sam Donaldson]], si presenta alla porta dell'abitazione di Juan Mahler, ovvero [[Reinhard Kops]], il militare tedesco che nel 1946 aveva aiutato Priebke a scappare dal campo di detenzione inglese di Rimini. Davanti alle prove scritte mostrategli dai giornalisti americani, Kops cede e fornisce nome e indirizzo di Priebke.<ref name=":11">{{Cita news|titolo = Priebke, lei è un criminale nazista|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml}}</ref>
La mattina del 6 maggio [[1994]]<ref name=":8">{{Cita web|url = http://academic.brooklyn.cuny.edu/modlang/carasi/articles/priebke.html|titolo = Priebke Trial(s) by David Travis|sito= Brooklyn College Homepage}}</ref>, la troupe si precipitò su Priebke non appena egli finì il proprio turno di lavoro nella scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]], cogliendolo di sorpresa mentre stava entrando nella sua macchina e riuscendo così a fargli una breve intervista: «Signor Priebke, Sam Donaldson, televisione americana... è lei Erich Priebke?», chiede il giornalista, «Sì», risponde tranquillamente lui.<ref name=":0">{{YouTube|iTkfX_RzMaE|SS criminal Erich Priebke is exposed in Argentina by US newsman Sam Donaldson for ABC in 1994|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> Il giornalista fece diverse domande a cui egli rispose senza problemi, dicendo ad esempio di non esser mai stato contro gli ebrei e di non averne mai fatto deportare alcuno e che considera quanto accaduto alle [[Fosse Ardeatine]] una tragedia. In successive interviste televisive confermerà comunque di aver dovuto sparare a due delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, specificando che però si limitò semplicemente
A causa della sua età avanzata e del suo stato di salute, le autorità argentine decisero, in un primo momento, il non doversi procedere con l'arresto optando invece, l'8 maggio<ref name=":8" /> successivo, per la misura degli arresti domiciliari nella sua casa di Bariloche.<ref name=":6">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/15_sentenza_16-11-98.aspx Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, in data 16.11.1998]</ref>
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Il 7 dicembre [[1995]] si svolse a Roma l'udienza preliminare nel procedimento contro l'ex capitano nazista<ref>{{Cita news|titolo = L'ho riconosciuto, è lui che mi torturava|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml}}</ref>: la Procura militare chiese per Priebke il rinvio a giudizio per [[crimini di guerra]] e l'imputazione per «concorso in violenza con omicidio continuato in danno di 335 cittadini italiani» per i fatti accaduti presso le [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]] il 24 marzo del [[1944]]. L'udienza però terminò con un rinvio, a seguito della remissione della causa alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]], sulla questione circa la possibilità di ammettere nel processo militare la costituzione in giudizio delle parti civili, in analogia a quanto previsto nel processo penale ordinario<ref>Cfr. l'[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/2Ordinanza071295.aspx ordinanza del [[Giudice dell'udienza preliminare]] del 7 dicembre 1995] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>.<br />
Con sentenza n. 60 del 22 febbraio 1996<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/15Sentenza220296.aspx sentenza della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]] n. 60 del 22 febbraio 1996] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref> la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la norma del codice penale militare di pace che escludeva la costituzione di parte civile delle vittime di un danno derivante da reato punito da detto codice.<br />
Pertanto il processo a carico di Priebke
L'8 maggio [[1996]], all'interno del Tribunale Militare di Viale delle Milizie, a Roma, ebbe inizio il processo.
Il 1º agosto [[1996]], il [[Tribunale militare]], pur riconoscendo la responsabilità dell'imputato, ritenne che allo stesso si dovessero applicare le attenuanti generiche, dichiarò di «non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione» e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato<ref name=":7">[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/16Sentenza010896.aspx Sentenza del Tribunale Militare di Roma, in data 01.08.1996]</ref>. La sentenza suscitò le proteste dei parenti delle vittime delle [[Fosse Ardeatine]] si ribellarono insieme
La sentenza di assoluzione in realtà non venne poi mai eseguita: il giorno successivo alla sentenza, infatti, Priebke venne nuovamente arrestato per una richiesta di estradizione presentata dalla Germania.
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Il 10 febbraio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/5Sentenza100297.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 10 febbraio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, dopo una lunga disputa giurisdizionale, la Corte decise che spettava al Tribunale militare di Roma (con una nuova composizione, dopo la ricusazione del presidente Quistelli) giudicare l'imputato.
Il 14 aprile [[1997]], nell'aula bunker del [[carcere di Rebibbia]], ebbe inizio il nuovo processo
Il 27 giugno il [[Pubblico Ministero]] concluse la sua requisitoria con la richiesta di un verdetto di colpevolezza e della pena dell'[[ergastolo]].<br />
Al contrario, secondo il collegio di difesa di Priebke, presieduto dall'avvocato [[Carlo Taormina]] e comprendente anche Velio Di Rezze e il giovane Paolo Giachini (come consulente e [[procura (diritto)|procuratore legale]]), questi non sarebbe stato punibile perché «''ubbidì a un ordine da lui ritenuto legittimo e per questo dopo tanti anni non si è pentito, ma ha valutato il fatto come un orrore''»<ref>{{Cita news|titolo = "Priebke non punibile: eseguì un ordine"|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml}}</ref>.
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La sentenza venne emessa il 22 luglio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/6Sentenza220797.aspx sentenza del Tribunale militare di Roma del 22 luglio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>: un verdetto di colpevolezza e la condanna a 15 anni di reclusione, in parte condonati (dieci anni per effetto del decreto di amnistia generale del [[1945]]) o già scontati (i tre anni e quattro mesi del suo arresto preventivo in [[Argentina]]). Nella sentenza di condanna, i giudici del Tribunale militare sancirono comunque l'imprescrittibilità dei reati per i crimini di guerra e ritennero Priebke «colpevole di omicidio aggravato (dalla crudeltà e dalla premeditazione) e continuato» commesso «in danno di 335 persone»<ref>{{Cita news|titolo = Priebke colpevole: 15 anni con condono|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml}}</ref>.
Contro la sentenza del 22 luglio [[1997]] ricorsero in appello sia la Procura militare con a capo [[Antonino Intelisano]], sia i difensori dei due imputati; il processo d'appello
Il 7 marzo [[1998]], la [[Ordinamento giudiziario militare italiano|Corte d'appello militare]] accolse le richieste del PM e, dopo otto ore di camera di consiglio, riformando la sentenza di primo grado, sentenziò la condanna all'ergastolo per Priebke (e per Hass)<ref name="Sentenza07031998">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/13_07-03-98.aspx Sentenza della Corte militare di appello di Roma, in data 07.03.1998]</ref>.
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=== Gli arresti domiciliari ===
La vicenda giudiziaria suscitò un grande interesse nell'opinione pubblica: la distanza temporale dagli eventi non attenuò in nessun modo la tensione e i sentimenti di inquietudine sociale che spesso sfociarono in vere e proprie sollevazioni popolari come dopo la prima sentenza di assoluzione. E lo stesso atteggiamento di alcuni politici, di taluni esponenti dell'allora governo italiano (come, ad esempio, la polemica tra il legale di Priebke, Velio Di Rezze,
Il giornalista [[Indro Montanelli]], in una lettera scritta nella primavera del [[1996]] (epoca della prima condanna di Priebke a 15 anni di reclusione), pur ricordando come la strage delle Ardeatine fosse costata la vita a due suoi «''vecchi e cari amici''», espresse dei dubbi sulla liceità del processo e di un'eventuale condanna dell'ex ufficiale tedesco:<ref>{{Cita news|titolo = Quando Montanelli scrisse al condannato: "Capitano, è una sentenza insensata"|pubblicazione = [[Il Giornale]]|url = http://www.ilgiornale.it/news/interni/quando-montanelli-scrisse-condannatola-lettera-957766.html}}</ref><ref name=":13">{{Cita news|titolo = Priebke, 20 anni di polemiche, odio e rancori|pubblicazione = [[Libero (quotidiano)|Libero Quotidiano]]|url = http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1328958/Priebke--20-anni-di-polemiche--odio-e-rancori.html}}</ref>
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Sia l'opinione di Montanelli, secondo cui Priebke non avrebbe potuto rifiutarsi di "eseguire l'ordine" senza essere a sua volta ucciso (ripresa dalla difesa dello stesso ex capitano, per il quale il suo superiore Schutz avrebbe detto ai soldati ''«chi non vuole sparare, si metta dalla parte degli ostaggi»''<ref name=giachini/>), sia l'altra asserzione del giornalista, secondo cui la strage delle Fosse Ardeatine fu commessa in base a presunte "leggi di guerra" che (sempre secondo Montanelli) avrebbero "imposto" o permesso la rappresaglia, sono però entrambe direttamente smentite dalle risultanze processuali. I giudici accertarono infatti che Priebke avrebbe avuto il dovere di disobbedire a un ordine palesemente criminoso, "avente ad oggetto l'esecuzione di un barbaro eccidio in danno di prigionieri inermi, in violazione sia del diritto bellico che dei più elementari princìpi umanitari dello [[ius gentium]]"<ref name=":6" />; che invece Priebke collaborò attivamente all'eccidio in tutte le sue fasi con piena convinzione, con zelo e con adesione cosciente e deliberata, cosicché non si può neanche parlare di un ordine a lui impartito bensì di un vero e proprio "accordo criminoso", fra lui e gli altri ufficiali delle SS, finalizzato a realizzare l'eccidio<ref name="Sentenza07031998" />; che, d'altra parte, su di lui non fu esercitata alcuna minaccia né coazione psicologica da parte dei suoi superiori, e che nessun immediato pericolo di vita lo sovrastava qualora si fosse rifiutato di partecipare alla strage<ref name=":7" />. Altri che si unirono a questa tesi furono [[Vittorio Feltri]], [[Vittorio Sgarbi]] e [[Massimo Fini]].<ref>[http://www.massimofini.it/1998/la-sfortuna-di-chiamarsi-erich Massimo Fini, ''La sfortuna di chiamarsi Erich'']</ref><ref name=":13"/>
Nel [[2003]], il senatore di [[Alleanza Nazionale]] [[Antonio Serena]], propose un provvedimento di [[grazia (diritto)|grazia]] per Priebke (poiché, secondo lui, concedere la grazia ad [[Adriano Sofri]] - riferendosi
Il 12 giugno [[2007]], l'Ufficio di Sorveglianza Militare, concesse a Priebke il permesso per uscire di casa "''per recarsi al lavoro''"<ref name=":14">{{Cita news|titolo = Priebke fa causa in tribunale e la perde. Ma Equitalia notifica le spese alla comunità ebraica|pubblicazione = [[Il Sole 24 ORE]]|url = http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-08/priebke-causa-tribunale-perde-155533.shtml}}</ref> presso lo studio del suo avvocato, decisione che, il 18 giugno successivo, fu contestata da alcuni dimostranti della Comunità Ebraica romana che protestarono davanti all'abitazione di residenza di Priebke e davanti allo studio del suo avvocato Paolo Giachini, sede anche dell'''Associazione Uomo e Libertà'', sita a Roma in via Panisperna. Quello stesso giorno, il giudice Isacco Giorgio Giustiniani, decise di revocare il permesso di lavoro precedentemente concesso, in quanto Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi al lavoro.<ref>{{Cita news|titolo = Manifestanti sotto casa, Priebke scappa|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/priebke-lavoro/priebke-lavoro/priebke-lavoro.html}}</ref> Il 23 novembre [[2007]], la prima sezione penale della [[Corte di cassazione|Cassazione]], accogliendo il ricorso del procuratore militare di Roma [[Antonino Intelisano]], decise di confermare la revoca del permesso lavorativo.<ref name=":14" />
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Erich Priebke muore l'11 ottobre [[2013]]. Venne rinvenuto privo di vita, all'ora di pranzo, sul divano della sua abitazione di via Cardinal Sanfelice a [[Roma]]. Lo stesso giorno, il suo legale Paolo Giachini, rivelò l'esistenza di un'intervista scritta e di un video "''testamento umano e politico"''<ref>{{YouTube|7Jvgdv_UvwI|Video testamento di Priebke|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> realizzati dall'ex capitano delle [[SS]] nei giorni a cavallo del suo centesimo compleanno e in cui Priebke, tra le altre cose, rivendica con orgoglio il suo passato, sostenendo che l'[[attentato di via Rasella]] operato dai [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] comunisti fosse fatto con l'intento di [[eccidio delle Fosse Ardeatine|provocare una rappresaglia]] "''che avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione''"<ref>http://www.unita.it/italia/ecco-il-video-testamento-di-priebke-1.527818 "A via Rasella i GAP, comunisti italiani, fecero un attentato contro una compagnia della polizia tedesca, tutti uomini dell'Alto Adige, cittadini italiani - racconta Priebke -. Questo attentato fu fatto sapendo che dopo ci sarebbe stata una rappresaglia, perché quando [[Albert Kesselring|Kesselring]] prese il suo comando in Italia fece affiggere su tutti i muri un avviso in cui era scritto che qualunque attentato contro i tedeschi avrebbe comportato una rappresaglia. Questo loro lo sapevano e fecero l'attentato a proposito, perché pensavano che una nostra rappresaglia avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione, che invece non avvenne"</ref> e nega l'evidenza dell'[[Olocausto]].<ref name="morte">{{Cita news|titolo = È morto Eric Priebke, capitano delle SS naziste: fu condannato per la strage delle Fosse ardeatine|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/11/news/morto_priebke-68378557/?rss}}</ref> Ribadisce poi le sue linee di difesa abituali: aver obbedito agli ordini irrifiutabili del Führer e aver ucciso personalmente due ostaggi in ossequio alle leggi di rappresaglia ma che quella fu "una tragedia" che lo avrebbe ossessionato a vita<ref name=giachini/>, concludendo infine il video con la dichiarazione letta al processo nel 1996: {{quote|Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine... Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima... Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore.}} Secondo l'avvocato Giachini, Priebke avrebbe espresso privatamente pentimento confessandosi con un sacerdote, inviando una lettera a [[papa Giovanni Paolo II]] (a cui il pontefice rispose) e incontrando alcuni famigliari delle vittime, ma viene smentito da Giulia Spizzichino, membro della comunità ebraica romana e parente di vittime di [[Auschwitz]] e delle Fosse Ardeatine.<ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/17/news/priebke_videotestamento_fosse_ardeatine_per_noi_cosa_terribile-68809285/ Il videotestamento di Priebke: "I comunisti cercarono la rappresaglia nazista"]</ref> Sempre secondo il legale, avrebbero concesso il perdono a Priebke e firmato la domanda di grazia per l'ex SS alcuni figli e parenti delle vittime, tra cui il nipote di don [[Pietro Pappagallo]] e la figlia del colonnello [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]].<ref name=giachini>[http://www.ilgiornale.it/news/cronache/parla-lavvocato-dellex-ss-i-miei-18-anni-priebke-1068219.html Parla l'avvocato dell'ex Ss: "I miei 18 anni con Priebke"]</ref>
Nei giorni seguenti la sua morte la sua salma venne tenuta nell'obitorio del [[Policlinico Gemelli]] di Roma poiché il sindaco capitolino [[Ignazio Marino]], d'accordo con la questura
Il 15 ottobre [[2013]], giorno in cui si sarebbero dovuti celebrare i suoi funerali, dopo il diniego del Vicariato di Roma allo svolgimento delle esequie nelle chiese della Capitale, la salma venne traslata presso l'istituto Pio X dei padri [[Lefebvriani]], ad [[Albano Laziale]] (RM). Dopo una giornata di proteste, con il carro funebre colpito con calci e pugni
Il sacerdote ultratradizionalista e negazionista [[Florian Abrahamowicz]] ha celebrato una messa di suffragio in una cappella privata di una villetta di [[Paese (Italia)|Paese]] (TV) alla quale ha partecipato il sindaco [[Lega Nord|leghista]]<ref>{{cita web|http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2014/05/15/news/lega-nord-con-mazzorato-indipendentisti-con-luisetto-1.9235153| Lega Nord con Mazzorato |15 maggio 2014}}</ref> del comune di [[Resana]], Loris Mazzorato.<ref>{{cita web|http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/10/18/news/messa-per-priebke-sale-la-tensione-a-paese-1.7946959 | Il sindaco di Resana alla messa per Priebke, si rischia la crisi – La Tribuna di Treviso|21 ottobre 2013}}</ref>
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