L'ultimo dei Corleonesi: differenze tra le versioni

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*[[Marcello Mazzarella]]: [[Totò Riina]]
*[[Emilio Bonucci]]: [[Michele Navarra]]
*[[Federica De Cola]]: [[NinettaAntonietta Bagarella]]
*[[Giuseppe Loconsole]]: [[Renato Cortese]]
*[[Raffaella Rea]]: [[Saveria Benedetta Palazzolo]]
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La fiction parte con la [[strage di Capaci]] e con l'arresto di [[Bernardo Provenzano]]. All'improvviso prende il via un [[flashback]] che porta il film nella [[Corleone]] del [[1948]] quando [[Bernardo Provenzano|Provenzano]], insieme all'amico [[Totò Riina]], viene notato da [[Luciano Liggio]], feroce killer di [[Michele Navarra]], il medico capomafia del paese. Egli ordina l'assassinio di [[Placido Rizzotto]], sindacalista socialista che vuole che le terre siano distribuite ai contadini. Ad eseguire il delitto è lo stesso Liggio, che getta il cadavere in un dirupo. [[Michele Navarra|Navarra]] uccide in ospedale l'unico testimone dell'omicidio, il bambino [[Giuseppe Letizia]]. Ad indagare c'è l'allora capitano dei [[carabinieri]] [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]] che fa arrestare [[Michele Navarra|Navarra]].
 
Liggio, Riina e Provenzano fanno un patto di sangue e diventano inseparabili. Pochi anni dopo sono a Piano di Scala ad effettuare la macellazione clandestina di bestiame rubato. Ormai sono troppo potenti per dipendere da [[Michele Navarra|Navarra]] (che appena scarcerato ha ordinato un fallito attentato ai danni di [[Luciano Liggio|Liggio]]), e per questo lo fanno uccidere e si danno allo sterminio dei suoi fidati, che vengono quasi tutti uccisi in un conflitto a fuoco durante una processione, in cui Totò Riina salva la sua fidanzata [[NinettaAntonietta Bagarella]] (Ninetta) dalla sparatoria. Poi i [[Corleonesi]] tentano di impadronirsi dell'edilizia di [[Palermo]]. Riina e Liggio vengono assolti al processo di Bari del [[1969]] e si vendicano uccidendo il boss [[Michele Cavataio]] nella [[strage di Viale Lazio]]. Nell'agguato però muore pure [[Calogero Bagarella]], fratello della fidanzata di Totò Riina, [[Ninetta Bagarella|Ninetta]]. Nel [[1974]] Liggio viene arrestato e Riina e Provenzano, latitanti da alcuni anni, diventano gli unici capi del clan corleonese. Provenzano conosce [[Saveria Benedetta Palazzolo]] e la sposa. Riina scatena la [[seconda guerra di mafia]] e dopo di essa diventa capo incontrastato di [[Cosa Nostra]].
 
Ordina l'uccisione di [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]], appena nominato prefetto di [[Palermo]], e comincia la feroce "guerra allo stato" che culminerà con la [[Strage di Capaci]] e la [[Strage di via D'Amelio]]. Riina viene arrestato nel [[1993]] e Provenzano rimane da solo al timone della mafia siciliana. A dargli la caccia si presentano il procuratore [[Piero Grasso]] e la squadra di polizia denominata "Gruppo Duomo", guidata da Renato Cortese che scopre che nel [[2003]] Provenzano si è ricoverato in [[Francia]] per curare un tumore alla prostata. Seguendo la scia dei cosiddetti "[[pizzino|pizzini]]", nel [[2006]] Provenzano è arrestato nelle campagne di [[Corleone]]. Allora s'interrompe il flashback e tutto ritorna all'inizio e Provenzano, arrestato, incontra il procuratore Grasso nel carcere di Terni e così si conclude il film.