Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli: differenze tra le versioni
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Massimiliano Massimo noto anche come Camillo VIII (Roma, 1770 – Roma, 1840) è stato un nobile e dignitario pontificio italiano.
Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli | |
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Marchese di Roccasecca | |
In carica | 1826 – 1840 |
Predecessore | Titolo inesistente |
Successore | Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo, II principe di Arsoli |
Trattamento | Sua Grazia |
Nascita | Roma, 1770 |
Morte | Roma, 1840 |
Dinastia | Massimo |
Padre | Francesco Camillo VII Massimo, V marchese di Roccasecca |
Madre | Barbara Savelli Palombara |
Consorte | Maria Cristina Sabina di Sassonia |
Religione | cattolicesimo |
Biografia
Nato a Roma nel 1770, Massimiliano era figlio del marchese Francesco Camillo VII Massimo, V marchese di Roccasecca e di sua moglie, la nobildonna romana Barbara Savelli Palombara. La sua condizione di secondogenito, lo pose inizialmente in secondo piano nella linea di successione paterna, ma quando Carlo, suo fratello maggiore, decise di rinunciare al maggiorasco per intraprendere la carriera ecclesiastica, egli si trovò erede delle sostanze dei titoli di suo padre.
Dopo la morte di suo padre nel 1801, quando gli succedette, si trovò in una delicata situazione in quanto a Roma, occupata dai francesi e resa città libera dal papato, gli venne offerto come ad altri aristocratici ex papalini il titolo di senatore, ma egli rifiutò e con altri due rappresentanti dell'aristocrazia (il conte Patrizi ed il principe Altieri, tutti cognati tra loro) ed un borghese preferì la via dell'esilio. Tale decisione gli venne probabilmente ispirata dalla moglie, Maria Cristina Sabina di Sassonia, figlia del principe Francesco Saverio di Sassonia (figlio a sua volta di re Augusto III di Polonia) e dalle sorelle di questa che disertarono in massa rifugiandosi a Parigi dove la famiglia Massimo rimase sino al 1810 quando fece trionfalmente ritorno a Roma, accolta come la vera rappresentante della fedeltà al pontefice.Errore nelle note: </ref>
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Il principe Massimiliano, per il ruolo avuto, venne incaricato dal nuovo governo pontificio di accogliere in città papa Pio VII, proveniente da Imola, dopo il suo ritorno dall'esilio forzato a cui i napoleonici l'avevano costretto. Il nuovo papa lo nominò Maestro Generale delle Poste Pontificie ed egli trasferì la sede del suo ufficio direttamente presso la propria abitazione, il prestigioso Palazzo Massimo alle Colonne, da cui per anni diresse l'attività dei corrieri pontifici.
Per ricompensarlo della propria fedeltà al papato e della buona amministrazione tenuta a favore della chiesa, con breve pontificio del 27 luglio 1826, papa Leone XII concesse a Massimiliano il titolo di principe sul feudo di Arsoli da poco acquisito.
Matrimonio e figli
Nel 1796, Massimiliano sposò la principessa Maria Cristian di Sassonia, figlia del principe Francesco Saverio di Sassonia e di sua moglie, Chiara Spinucci. La coppia ebbe i seguenti figli:
Note
Bibliografia
- T. Passeri, Arsoli e i nobilissimi signori Massimo, Roma, 1874
- L. Madelin, La Rome de Napoleon, Parigi, 1906
- Ceccarius, I Massimo, Roma, 1954
- N. Nada, Metternich e le riforme nello Stato Pontificio, Torino, 1957