Jihādismo: differenze tra le versioni

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[[File:Flag of Jihad.svg|thumb|La bandiera nera del ''[[jihād]]'', usata dai militanti jihāddisti dagli ultimi [[anni 1990|anni novanta]].]]
'''Jihāddismo''' (o "'''gihadismo'''"<ref>Si veda ad esempio Patrizia Manduchi, ''Dalla penna al mouse. Gli strumenti di diffusione del concetto di ''ǧihād, Milano, FrancoAngeli, 2006, pp. 119 e ''passim''.</ref>) è il nome usato per descrivere un fenomeno terroristico armato che invoca il principio-dovere [[islam]]ico del ''[[jihād]]'', alla luce - estremamente riveduta - del pensiero più radicale del cosiddetto "[[fondamentalismo islamico]]". Questo perché jihād nella [[Islam|dottrina islamica]] indica tanto lo sforzo di miglioramento del credente (il «jihād superiore»), quanto la guerra condotta «per la causa di Dio», ossia per l'espansione dell'islam al di fuori dei confini del mondo musulmano (il «jihād inferiore»).
 
Il termine "jihādismo" ({{arabo|سلفية جهادية|Salafiyya jihādiyya}}) è stato coniato all'inizio del [[XXI secolo]] per indicare i movimenti insurrezionalisti ed eversivi manifestatisi già con lo spettacolare assassinio, nel [[XX secolo]], del [[Presidenti dell'Egitto|Presidente della Repubblica egiziano]] [[Anwar al-Sadat]] nel corso di una parata militare, poi esplosi in maniera drammatica con le prime azioni di [[al-Qa'ida]] a [[Nairobi]] e [[Dar es Salaam]], con gli [[attentati dell'11 settembre 2001]] e l'[[Guerra d'Iraq|intervento militare armato in Iraq]] degli [[Stati Uniti]] e dei suoi alleati contro il regime dittatoriale di [[Saddam Hussein]] nel 2003.
 
Con questo termine si indicano, tuttavia, anche i fenomeni relativamente meno appariscenti delle forme di lotta condotta in alcuni [[Paesi islamici]] dai cosiddetti ''[[Mujahidin]]'' (guerriglieri armati).
 
Il jihādismo pretende di rifarsi al movimento ideologico e culturale della "[[Nahda|rinascita islamica]]" degli ultimi anni del [[XIX secolo]] e dei primi del [[XX secolo|XX]], che viene anche definito [[salafismo]], ''[[Nahda]]'' o [[Riformismo islamico]], degenerato nel secondo dopoguerra nel [[Qutbismo]] (le cui linee furono ispirate al pensiero del [[Fratelli Musulmani|Fratello Musulmano]] egiziano [[Sayyid Qutb]]), che conobbe un improvviso sviluppo e una notevole capacità di reclutamento a seguito dell'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione militare sovietica in Afghanistan]] nel 1979. <br />
Uno studio pionieristico in materia è stato quello di [[Gilles Kepel]], che studiò nel suo ''Le Prophète et Pharaon'' la formazione del pensiero jihādista egiziano all'epoca di Sadat.<ref>
[http://www.courrierinternational.com/article/2004/10/14/une-declaration-de-guerre-contre-moubarak DJIHADISME Une déclaration de guerre contre Moubarak], ''Courrier International'', 14 ottobre 2004;
[http://www.lemonde.fr/international/portfolio/2005/09/28/islamisme-radical-et-djihadisme-en-ligne_693136_3210.html Islamismo radicale e jihādismo online], ''Le Monde'' 28 settembre 2005.</ref>
 
Il jihādismo ha un obiettivo internazionale [[Panislamismo|panislamico]], tanto da essere anche chiamato ''jihādismo globale''. Ha una precisa matrice [[sunnismo|sunnita]] e dagli inizi del [[XX secolo]] ha assunto uno spiccato orientamento violentemente anti-[[Sufismo|sufi]], anti-[[Ahmadiyya|ahmadi]] e anti-[[sciita]], in totale contrasto perciò con l'orientamento ideologico, giuridico e culturale del sunnismo ortodosso, che ha giudicato da oltre un millennio lo sciismo una variante erronea dell'[[Islam]] ma pur sempre all'interno del suo sistema dogmatico e giuridico di valori.
 
== Terminologia ==