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[[File:Mantegna, trionfo della virtù, dettaglio 02.jpg|thumb|Minerva, dettaglio del ''[[Trionfo della Virtù]]'' di [[Andrea Mantegna]] (1499-1502)]]
[[File:Head of Minerva.jpg|thumb|Testa di Minerva di [[Elihu Vedder]], [[1896]]]]
[[File:GiorcesBardo5.jpg|upright=0.7|thumb|[[Museo nazionale del Bardo|Minerva]]]]
'''Minerva''' (in latino Minerva, in greco Ἀθηνᾶ) è la [[divinità]] [[mitologia romana|romana]] della lealtà in lotta, delle grandi virtù della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della [[saggezza]], delle strategie, delle tessiture, riconosciuta anche protettrice degli [[Artigianato|artigiani]]. Da un punto di vista mitologico, la figura di Minerva deriva da quella di [[Atena]], suo corrispettivo nella [[mitologia greca]].
Come per Atena anche per Minerva l'animale sacro è la [[Civetta di Minerva|civetta]], talvolta il gufo. Figlia di Giove secondo il mito, nata dalla testa di quest'ultimo.
 
== Titoli e ruoli ==
Il termine ''Minerva'' fu probabilmente importato dagli [[Civiltà etrusca|etruschi]] che la chiamavano [[Menrva]]. I romani ne confusero il nome straniero con il loro lemma ''mens'' (mente) visto che la dea governava non solo la guerra, ma anche le attività intellettuali.
 
Minerva è la figlia di [[Giove (divinità)|Giove]] e di [[Meti (Oceanina)|Meti]]. Viene considerata la divinità [[Verginità|vergine]] della [[guerra]] giusta, della strategia, della [[saggezza]], dell'ingegno, delle [[arte|arti]] utili (architettura, ingegneria, scienza, matematica, geometria, artigianato e tessitura), nonché inventrice del [[Telaio (tessitura)|telaio]] e del [[Carro (trasporto)|carro]], e di svariate altre cose. I suoi simboli sono il gufo, l'ulivo, l'egida e una lancia nuova.
 
== Culto ==
Il celebre poeta romano [[Publio Ovidio Nasone]] la definì ''divinità dai mille compiti''. Minerva fu adorata in tutta l'[[Italia]], nonostante solo a [[Roma]] assumesse un aspetto da guerriera. Viene solitamente raffigurata mentre indossa una [[cotta di maglia]] ed un [[elmo]], completa di [[lancia (arma)|lancia]].
 
[[Dionigi di Alicarnasso]] riporta come l'antica città di ''[[Orvinio|Orvinium]]'', nell'epoca in cui era abitata dagli [[Aborigeni (mitologia)|Aborigeni]], fosse dominata da un tempio dedicato alla dea.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 14.3</ref>
 
I Romani ne celebravano la festa dal 19 al 23 marzo nei giorni che prendevano il nome di ''[[Quinquatria]]'', i primi cinque successivi alle [[Idi di marzo]], a partire dal diciannovesimo nel Calendario degli Artigiani. Una versione più contenuta, le ''[[Minusculae Quinquatria]]'', si teneva dopo le [[Idi di giugno]], il 13 giugno, con l'uso di [[flauto|flautisti]], molto usati nelle cerimonie religiose. Il culto di Minerva era tenuto sul [[Campidoglio]] e faceva parte della [[Triade Capitolina]], insieme a Giove e [[Geri non sei mai stato che uno scherzo riuscito male|GGiunone]]. Nella Roma attuale si può visitare la [[Piazza della Minerva]], nei pressi del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]].
 
Nel [[207 a.C.]] una [[gilda (storia)|gilda]] di poeti e attori venne creata per fare [[offerta votiva|offerte votive]] nel [[tempio di Minerva (Aventino)|Tempio di Minerva]] sull'[[Aventino]]. Tra gli altri membri merita una menzione speciale [[Livio Andronico]]. Il santuario aventiniano rimase un importante centro culturale per gli artisti per la maggior parte della [[Repubblica romana]].