Renzo Tramaglino: differenze tra le versioni

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Egli dice, è vero, delle semplicistiche, ma sacrosante verità, e – in preda all'euforia del momento – trova anche un linguaggio efficace per esprimerle; ma ciò è sufficiente a destare i sospetti di un bargello (come allora si chiamavano i [[polizia|poliziotti]]), che da quel momento gli si mette alle calcagna e finge di volerlo veramente aiutare. La sua eloquenza è sconnessa ed appassionata, il suo animo colmo di risentimento per l'ingiustizia e la sopraffazione patita, non senza una certa vanità di uomo che ha esperienza del mondo.
 
Il povero Renzo non espone già idee da [[rivoluzione|rivoluzionario]], da sovvertitore dell'ordine pubblico, ma si rivela piuttosto fautore di un giusto ed ordinato assetto sociale; se il bargello non avesse avuto come unica mira quella di accalappiare un qualunque [[capro espiatorio]] e, cosa assurda in uno sgherro, si fosse preso la pena di ascoltare e giustamente interpretare le parole del giovane, avrebbe dovuto convenire che il suo discorso non conteneva nulla di sedizioso.sas
Renzo è, sì, partecipe della generale esaltazione, ed è altresì convinto che il [[popolo]] abbia ragione e che la [[carestia]] sia da imputarsi ai disonesti che occultano la [[farina]] per far levitare i prezzi, ma in cuor suo alberga l'ingenua illusione che a ristabilire l'ordine e la giustizia sarebbe bastato che dirigenti illuminati della stoffa di Ferrer, interpretassero la volontà del popolo, e lo aiutassero a liberarsi dei prepotenti signorotti che ormai costituivano una sorta di [[Stato]] nello Stato.