Ostrea: differenze tra le versioni

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Indubbiamente, il consumo di ostriche è stato, sin dal periodo preistorico, un elemento importante dell'alimentazione nel bacino del Mar Mediterraneo. Ad esempio, diversi cumuli di gusci di ostriche furono rinvenuti da [[Heinrich Schliemann]] durante i suoi scavi a Micene. Buona parte della costa greca è da sempre infatti ricca di ostriche allo stato naturale, così come le coste egiziane, francesi ed italiane.
 
Nella Roma Imperiale di Nerone ci fu una vera e propria "moda" del consumo di ostriche, che da piatto povero divenne invece un' alimento riservato ai ceti sociali più facoltosi. In particolare, è certo che durante il periodo Neroniano giungessero a Roma navi cariche di ostriche provenienti dalla Britannia, molto diverse rispetto a quelle che si potevano raccogliere lungo le coste italiane. A tal proposito molti studiosi si sono spesso posti il quesito su come queste ostriche della Manica potessero giungere fresche nella Capitale dell'Impero, e si è più volte ipotizzato che venissero conservate sotto uno strato di ghiaccio o conservate in giare ricolme di acqua marina che veniva poi ciclicamente cambiata durante il viaggio<ref>{{Cita libro|autore=Andrew Dalby|autore2=|titolo=Food in the Ancient World from A to Z|edizione=|dataoriginale=2003}}</ref>.
 
Inoltre, buona parte dell'approvvigionamento romano proveniva dall'ostricoltura che si praticava lungo le coste francesi. I metodi utilizzati per l'allevamento di ostriche furono ben descritti dal poeta romano [[Decimo Magno Ausonio]], vissuto nel IV secolo dopo Cristo.