Giuseppe D'Alesi: differenze tra le versioni

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Dopo i moti di Napoli decide di tornare di nascosto a Palermo dove, il 12 agosto di quell'anno, riunì i capi delle corporazioni popolari e si fece promotore della rivolta contro gli spagnoli.<ref>[http://www.italiandirectory.com/Alcuni-Personaggi-Illustri/alcuni-personaggi-illustri-della-sicilia Alcuni personaggi illustri della Sicilia] italiandirectory.com</ref> Ad una riunione da lui indetta parteciparono: Giacomo Conti; Antonino Perello e Matteo Di Liberto capi dei pescatori; Pietro Pertuso capo dei lettighieri, Giuseppe Errante, Francesco Daniele e Gian Battista dell'Aquila capi dei [[concia]]tori. D'Alesi fece leva sulla miseria dei cittadini, particolarmente sentita quell'anno a causa della carestia che aveva travolto la Sicilia e per le forti gabelle imposte dal viceré, e incitò al grido ''"Popolo, feccia del mondo, chi sarà che ti guidi?"''<ref>[http://www.sicile.net/allegati/petru%20fudduni.htm Petru Fudduni] sicile.net</ref> Tramite sorteggio vennero scelti tre capi, lo stesso D'Alesi, Giuseppe Errante e Gian Battista dell'Aquila, i quali decisero di rapire il 15 agosto il viceré Marchese di Los Velez che sarebbe andato in pellegrinaggio al santuario di [[Gibilrossa]] per poter ricattare i reali di Spagna.
 
Due spie rovinano i piani dei rivoltosi ed alcuni di essi vennero anche arrestati. Giuseppe D'Alesi, a capo di un folto gruppo di cittadini armati, si recò al [[Palazzo dei Normanni|palazzo reale]] per chiedere l'immediato rilascio degli uomini arrestati. Il viceré, per evitare una rivolta popolare, decise di accogliere la richiesta. Questo non placherà comunque gli animi, infatti i rivoltosi nominarono D'Alesi ''Capitano Generale''<ref>[http://www.csssstrinakria.org/date.htm Storia della Sicilia Antica] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140107003027/http://www.csssstrinakria.org/date.htm |data=7 gennaio 2014 }} csssstrinakria.org</ref> ed insieme a lui assaltarono le armerie governative armando sempre più uomini. I rivoltosi riuscirono anche ad impossessarsi di alcuni cannoni e con questi partirono all'assalto del palazzo reale riuscendo a conquistarlo e costringendo il viceré alla fuga via mare. Durante questi moti morì anche il pittore [[Pietro Novelli]], anch'egli tra i rivoltosi.
 
Preso possesso del palazzo e catturati i soldati rimasti, D'Alesi ordinò di non distruggere nulla e di risparmiare anche le case dei nobili amici del viceré per evitare di inimicarseli. Inoltre si occupò di ristabilire l'ordine nell'isola vietando i saccheggi e le uccisioni, si preoccupò anche di preservare il Banco Pubblico (l'unica banca isolana) che poté riaprire immediatamente. Riuscì a ottenere la temporanea abolizione delle [[gabella|gabelle]], ma proprio questo successo rappresentò l'inizio della sua fine: il "partito lealista" con il raggiungimento di questo obiettivo infatti giudicava finita la sua esperienza politica.