Guerre romano-persiane: differenze tra le versioni

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Dal IV secolo in poi, i Persiani Sasanidi crebbero nella forza e assunsero il ruolo di aggressore. Essi consideravano molti dei territori annessi all'Impero romano in epoca partica e sasanide appartenenti per diritto alla sfera iraniana.<ref name="Fr473">Frye (2005), p. 473</ref> Everett Wheeler afferma che "i Sasanidi, amministrativamente più centralizzati dei Parti, organizzavano formalmente la difesa del loro territorio, sebbene essi non avessero un esercito permanente fino a Cosroe I".<ref name="Wheeler (2007), 259"/> In generale i Romani consideravano i Sasanidi una minaccia più seria dei Parti, mentre i Sasanidi consideravano l'Impero romano il nemico ''per eccellenza''.<ref>Greatrex (2005), p. 478; Frye (2005), p. 472</ref>
 
Militarmente, i Sasanidi, come del resto i Parti, dipendevano fortemente dalla combinazione di arcieri a cavallo e [[catafratti]], la [[cavalleria pesante|cavalleria pesante corazzata]] fornita dall'aristocrazia. Essi aggiunsero ad essi un contingente di [[elefanti da guerra]] reperiti in India, ma la loro [[fanteria]] era qualitativamente inferiore a quella dei Romani.<ref>Cornuelle, {{collegamento interrotto|1=[http://www.derafsh-kaviyani.com/english/sassanian.html An Overview of the Sassanian Persian Military] |date=dicembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}; Sidnell (2006), 273</ref> La cavalleria pesante persiana inflisse alcune sconfitte ai fanti romani, inclusi quelli condotti da Crasso nel 53&nbsp;a.C.,<ref>Secondo Reno E. Gabba, l'esercito romano venne riorganizzato in seguito alla battaglia di Carre (Gabba [1966], 51–73).</ref> Marco Antonio nel 36&nbsp;a.C., e Valeriano nel 260 d.C. La necessità di contrastare questa minaccia portò all'introduzione dei ''[[Catafratti|cataphractarii]]'' nell'esercito romano;<ref>Vegezio, III, ''Epitoma Rei Militaris'', [http://www.thelatinlibrary.com/vegetius3.html 26]<br />* Verbruggen–Willard–Southern (1997), 4–5</ref> come conseguenza, la cavalleria armata pesante crebbe in importanza in entrambi gli eserciti dopo il terzo secolo e fino alla fine delle guerre.<ref name="Fr473" /> I Romani avevano raggiunto un alto livello di sofisticazione negli assedi, e avevano sviluppato numerose macchine da assedio. Dall'altra parte, i Parti erano inetti nell'assediare; la loro cavalleria era più adatta alla tattica colpisci-e-fuggi. La situazione mutò con l'ascesa dei Sasanidi, che erano abili quanto i Romani nell'arte dell'assedio, e impiegavano l'[[artiglieria]], macchine sottratte ai Romani, terrapieni, e [[torri d'assedio]].<ref>Campbell–Hook (2005), 57–59; Gabba (1966), 51–73</ref>
 
Verso la fine del primo secolo&nbsp;d.C., Roma per proteggere i suoi confini orientali costruì una serie di fortificazioni lungo la frontiera; tale sistema di fortificazioni durò fino alle conquiste islamiche del VII secolo dopo essere stato migliorato da Diocleziano.<ref>Shahîd (1984), 24–25; Wagstaff (1985), 123–125</ref> Anche i Sasanidi fortificarono i confini con l'Impero romano. Secondo R.N. Frye, fu sotto Sapore II che il sistema di fortificazioni persiano venne esteso, probabilmente per imitare la costruzione da parte di Diocleziano di nuove fortificazioni nella frontiera orientale dell'Impero romano. I soldati romani impegnati al confine erano noti come ''[[limitanei]]'', e affrontarono più volte i [[Lakhmidi]] in [[Iraq]], i quali assistevano frequentemente i Persiani nei loro conflitti con i Romani. Sapore aveva l'intenzione di formare un esercito permanente di difesa contro altri Arabi del deserto, specialmente quelli alleati con Roma. Sapore costruì anche nuove fortificazioni in occidente per emulare il sistema romano dei ''limes'', che aveva impressionato i Sasanidi.<ref>Frye (1993), 139; Levi (1994), 192</ref>
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* {{Bibliografia|Eutropio|[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I-X.}}
* {{Bibliografia|Giorgio di Pisidia|[[Giorgio di Pisidia]], ''De expeditione Heraclii imperatoris contra Persas'', I-III.}}
* Giovanni di Epifania. ''[https://web.archive.org/web/20110621222019/http://www.ancientsites.com/aw/Post/1048936 Storia]''.
* {{Bibliografia|Giosuè Stilita|[[Giosuè lo Stilita]], ''Cronaca''. Traduzione in inglese [http://www.tertullian.org/fathers/joshua_the_stylite_02_trans.htm di William Wright].}}
* [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]], ''Historiarum Philippicarum''. Libro XLI. Testo originale [http://www.thelatinlibrary.com/justin/41.html qui].
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* {{Cita pubblicazione |cognome=Cameron|nome=Averil|anno=1979|titolo=Images of Authority: Elites and Icons in Late Sixth-century Byzantium | doi = 10.1093/past/84.1.3 <!--Retrieved from Yahoo! by DOI bot-->|rivista=Past and Present|volume=84}}
* {{Cita libro |titolo=The Cambridge Ancient History (XII, The Crisis of Empire)|cognome=Campbell|nome=Brian|curatore=Iorwerth Eiddon, Stephen Edwards|anno=2005|editore=Cambridge University Press|isbn=0-521-30199-8|url=http://books.google.com/books?id=MNSyT_PuYVMC&dq=parthian,+Campbell,+Cambridge&source=gbs_summary_s&cad=0|capitolo=The Severan Dynasty}}
* {{Cita web|titolo= An Overview of the Sassanian Persian Military|cognome=Cornuelle|nome=Chris|url=http://www.derafsh-kaviyani.com/english/sassanian.html|editore=Derafsh Kaviyani|accesso=6 luglio 2008|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro |titolo=Rome and Persia in Late Antiquity. Neighbours and rivals|cognome=Dignas|nome=Beate|anno=2007|url=http://www.cambridge.org/gb/knowledge/isbn/item1157406/?site_locale=en_GB|coautori=Winter, Engelbert|editore=Cambridge University Press|isbn=978-3-515-09052-0}}
* {{Cita libro |titolo=The Roman Eastern Frontier and the Persian Wars (Part I, 226–363 AD) |cognome=Dodgeon |nome=Michael H. |coautori=Greatrex, Geoffrey; Lieu, Samuel N. C. |anno=2002 |editore=Routledge |isbn=0-415-00342-3 |url=http://books.google.com/books?id=cpg9AAAAIAAJ&dq=Second+Persian+war,+Lieu&lr=&source=gbs_summary_s&cad=0}}