Scetticismo (filosofia): differenze tra le versioni
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===Montaigne===
Nel periodo [[Rinascimento|rinascimentale]] [[Montaigne]] (1533 - 1592) nella sua opera ''Apologia di Raimondo di Sebonda'' riprende il tema scettico della illusorietà di una verità che non può basarsi su una impossibile pretesa corrispondenza tra i concetti, costanti nella loro struttura, e i dati sensoriali sempre diversi e mutevoli. Di conseguenza, sostiene Montaigne, non esistono leggi [[universale|universali]] che possano dare la stessa immutabile visione della realtà
Parafrasando un testo degli ''Schizzi pirroniani'' di [[Sesto Empirico]], Montaigne delinea nei suoi [[Saggi (Montaigne)|''Saggi'']] l’alternativa interna allo scetticismo, tra la via degli accademici che negavano si potesse conoscere mai qualcosa, e quella dei [[pirronismo|pirronisti]] che preferivano [[sospensione del giudizio|sospendere il giudizio]] e proseguire nella ricerca <ref>M. de Montaigne, ''Saggi'', II, XII; trad. it., pp. 656-57</ref>. Quella pirroniana era per lui la scelta più ragionevole e che maggiormente si opponeva a un uso [[dogma]]tico della ragione <ref>Borghero Carlo, ''Amleto e la filosofia: i filosofi e Amleto'', Franco Angeli, Milano in ''Paradigmi : rivista di critica filosofica'', XXXIII, 1, 2015, p. 60.</ref>.
===Cartesio===
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