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Il toponimo non è di origine certa ma la leggenda vuole che il nome derivi dalla Dea [[Giunone]] alla quale sembra fosse dedicato un tempio di epoca Romana costruito sulla sommità del colle di Santu Antine.
 
Nell'autorevole dizionario Angius-Casalis il paese di Genoni viene descritto come "un villaggio della Sardegna nella provincia e prefettura d'Isili e nel mandamento di Laconi compreso nella Parte-Valenza che fu una della [[curatorie]] del [[Giudicato di Arborea|regno d'Arborea]]". L'origine antichissima del paese è attestata dalle numerosi siti archeologici presenti nel territorio.
 
In epoca preistorica la presenza antropica è rilevate nei siti di Is Piuncheddas e Is Piuncas Mannas ma è nel periodo [[nuragico]] che il territorio risulta massicciamente antropizzato. Nella cartina di densità dei [[nuraghi]], realizzata dal prof. [[Giovanni Lilliu]], Genoni rientra fra le zone con densità superiore a 0,60 nuraghi per km², molti dei quali sono tuttora visitabili. Infatti, sono tuttora integri il nuraghe di Birìu e quello di Santu Perdu, mentre sparsi nelle campagne del paese, si possono notare i ruderi di Perdaligeri, Larunza, Duìdduru, Sussùni, Cijus, Bau-e-peddi, Monticordèris, Corrazzu, Scalamanna, Margini, Lorìas, Coccolò, Addòri, norache Longu, Tresbìas, Corongìu, Santamaria, Giàru e i quattro detti Gurdilonis.
 
La posizione sopraelevata del colle di Santu Antine, su cui è adagiato il centro urbano di Genoni, ha sicuramente invitato le popolazioni, sin dai tempi più remoti, a stabilirsi in quest'area. Infatti, numerosi reperti [[Punici]], [[Roma]]ni e molto probabilmente anche [[Vandali]] testimoniano che queste popolazioni scelsero di abitare sia la Giara che il colle di Santu Antine.
 
Sempre sulla sommità del colle di Santu Antine da segnalare le mura di una fortezza punica, le rovine di una chiesa romanica dedicata a Sant'Elena e San Costantino Magno e un pozzo costruito in età nuragica profondo 39 metri (il più profondo in Sardegna) all'interno del quale sono stati rinvenuti in stratigrafia interessanti reperti tra i quali un raro esemplare di argano meccanico per il sollevamento dell'acqua risalente alla dominazione Romana.
 
Ancora i villaggi nuragici di Santu Pedru, Mammuzzola e sulla Giara di Genoni i siti di Bruncu Suergiu e il pozzo sacro di Sa coronaCorona arrubiaArrubia confermano la forte presenza antropica sin dalle epoche più remote anche se il paese non ha mai raggiunto grosse dimensioni, probabilmente a causa della posizione defilata rispetto alle vie principali. Di particolare rilevanza la presenza nel centro urbano dei ruderi dell'ex convento dei frati minori osservanti edificato e dedicato nel 1638 a San Sebastiano. La chiesa, conservata nel tempo e restaurata è oggi dedicata alla Madonna del Sacro Cuore.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==