Repubblica di San Marco: differenze tra le versioni
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Durante i primi giorni della neonata Repubblica Manin si trovò a dover fronteggiare il gravoso problema del rapporto tra le varie classi sociali veneziane. La rivoluzione era stata di fatto appoggiata soprattutto dai militari e dalla classe lavoratrice, mentre il grosso della borghesia e della nobiltà cittadina fu, con tutta probabilità, ostile al progetto insurrezionale.<ref name=GNS129>{{cita|Ginsborg|p. 129}}</ref>
Manin intendeva in primo luogo rassicurare la borghesia cittadina sulla natura moderata del governo e sul mantenimento dell'ordine sociale. Proprio questa esigenza aveva dettato la scelta dei membri dell'esecutivo composto da soli membri della borghesia moderata<ref name=GNS130>{{cita|Ginsborg|p. 130}}</ref><ref group=N>Tra i ministri vi era addirittura un nobile, Carolo Trolli, che aveva alle spalle lunghi anni di servizio
Da un punto di vista economico vennero elargiti aiuti ai piccoli mercanti che si trovarono penalizzati dalla rivoluzione.<ref name=GNS130/> Fu inoltre decretato che i presidenti delle [[Camera di commercio|camere di commercio]] del Veneto venissero eletti dai membri delle stesse e non fossero più funzionari governativi.<ref name=GNS130/> Furono aboliti i dazi sul cotone e sui manufatti in cotone come primo passo in vista di una liberalizzazione dei rapporti commerciali.<ref name=GNS130/>
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