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[[File:Playground after icestorm.jpg|thumb|Gelicidio su di un parco giochi]]
In [[meteorologia]] ilIl '''gelicidio''' è un [[fenomeno meteorologico]] provocato dalla [[pioggia sopraffusa|pioggia]] o dalla [[pioviggine sopraffusa|pioviggine]] che, a causa del fenomeno della [[sopraffusione]], cadono al suolo in forma liquida pur conin presenza di una [[temperatura]] dell'aria inferiore a {{M|0||°C}}, per poi [[Gelo|gelandogelare]] poi a contatto con il terreno.
 
== Caratteristiche ==
Il fenomeno accade quando a livello del suolo è presente uno strato di aria fredda, con temperatura inferiore a 0°C, mentre [[inversione termica|sopra c'è uno strato d'aria più calda]] che consente la fusione della [[neve]] che cade dalle [[nube|nubi]] (il gelicidio non si forma quasi mai da nubi calde, cioè da nubi da cui cade l'acqua precipita allo stato liquido). Quando le gocce vengono a contatto con una superficie congelano all'istante, formando uno strato di [[ghiaccio]] trasparente, omogeneo, liscio e molto scivoloso, racchiudendo i rami degli alberi, gli arbusti, gli steli dell'erba, i [[cavo|cavi]] elettrici all'interno di un involucro assai duro di [[cristalli di ghiaccio|acqua cristallizzata]] e trasparente. Il deposito di ghiaccio che si forma sugli oggetti è detto spesso '''vetrone''' o popolarmente '''vetriore'''.
 
== Diffusione ==
È molto frequente in [[Europa]] centrosettentrionale[[Europa centrale|centro]]-[[Europa settentrionale|settentrionale]], ma anche nella [[Val Padana|pianura Padana]], e nelle pianure e conche interne delle regioni dell'[[italiaItalia centrale]]ne centrali (soprattutto sul versante adriatico), specialmente nel periodo tra la fine di [[dicembre]] e i primi giorni di [[gennaio]]. Generalmente il gelicidio padano è conseguente a una [[neve|nevicata]], dove l'aria caldo-umida di [[scirocco]] scorre sopra un cuscinetto di aria fredda formatosi in ore o giorni precedenti. Poiché lo scirocco, inizialmente, soffia con insistenza solo in alta quota, il riscaldamento in montagna diviene tale da creare un'[[inversione termica]] tra alta quota (con temperature, in caso di gelicidio, sopra lo zero) e bassa quota, dove appunto, cade pioggia per il riscaldamento dei bassi strati, ma qui la temperatura è ancora sotto lo zero. Generalmente, lo scirocco determina una graduale erosione del cuscino freddo anche alle quote pianeggianti, portando quindi semplicemente pioggia, e non più gelicidio. Questa dinamica, appunto molto frequente nella prima parte dell'inverno in Val Padana, costituisce forse il più frequente epilogo delle nevicate nel Nord-Italia: quello da addolcimento.
 
== Sinonimi e nomi locali ==
 
Nelle zone dell'[[Appennino tosco-emiliano]] (in particolare a [[Provincia di Lucca|Lucca]], a [[Provincia di Pistoia|Pistoia]] ed a [[Provincia di Modena|Modena]]) il gelicidio si chiama ''bruscello'' o ''brucello''. L'etimologia più probabile è da ''broccia'', "pioggerella gelata", da un tema mediterraneo *''calabro-/galabro-'', "concrezione calcarea o ghiacciata".<ref>{{cita libro |cognome1=Battisti |nome1=Carlo |cognome2=Alessio |nome2=Giovanni |titolo=Dizionario etimologico italiano |editore=Barbera |città=Firenze |anno=1950-57 |volume=1 |p=605-617}} Lo stesso tema si ritrova anche in ''galaverna'' e ''calabrosa'', nonché in ''Calabria'' ("pernice bianca", ''[[Lagopus muta]]'') e nell'etnonimo ''Calabrī'', da cui ''Calabria'', in riferimento prima alla Penisola salentina e poi alla Calabria attuale.</ref> Nelle zone appenniniche della [[città metropolitana di Bologna]] il fenomeno viene definito ''bioccio''. Nella bassa bresciana viene chiamato ''[[calabrosa]]''. Nel territorio parmense è noto come ''vetroghiaccio'' (da un dialettale ''vedergiàs'', analogo al francese ''verglas'')<ref>Raffaele Giacomelli, ''per l'etimologia di galaverna e calabrosa'', «Lingua nostra», XVIII, 1, 1956, p. 41.</ref>. A [[Forlì]] si parla piuttosto di ''vetrone'': il risultato è ben descritto da un detto popolare che, in dialetto, suona così: '''u n’ sta in pì gneca i usel (non stanno in piedi neppure gli uccelli''<ref>[http://www.forlitoday.it/blog/il-foro-di-livio/quarant-anni-di-neve-a-forli.html U.Umberto Pasqui, ''Quarant'anni di neve a Forlì'']</ref>.
 
== Rischi e danni ==
[[File:Freezing Rain on Tree Branch.jpg|thumb|Rami completamente incapsulati nel ghiaccio]]
Il gelicidio è all'origine di numerosi disservizi, dato che, a causa del peso del ghiaccio, è tuttavia causa di numerosi disservizi dato che può provocare la caduta di [[ramo|rami]] anche di grande spessore, nonché la rottura di cavi elettrici, con conseguente interruzione dell'[[illuminazione pubblica]], problemi alle comunicazioni telefoniche. eInoltre, allaè una notevole insidia per la circolazione degli autoveicoli, per il fondo stradale scivoloso. Nei casi più gravi (le cosiddette [[tempesta di ghiaccio (meteorologia)|tempeste di ghiaccio]], in inglese ''ice storms'') [[albero|alberi]] interi possono cadere, recando danni gravissimi ai [[bosco|boschi]], e la circolazione stradale risulta impossibile; talvolta si possono trovare addirittura rami di alberi incollati al fondo stradale ghiacciato.
Fortunatamente il fenomeno è spesso seguito da un aumento della temperatura con conseguente disgelo, in quanto la pioggia cade da strati d'[[aria]] più caldi rispetto al suolo che quindi tendono a riscaldarlo progressivamente.
 
== Terminologia ==
Il gelicidio non deve esser confuso con la [[brina]] che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell'aria molto elevata, perdono calore di notte fino a raggiungere 0°C.
 
Altro fenomeno affine, ma distinto, è la [[neve chimica]], che si forma in presenza di nebbia e basse temperature, quando siano disponibili a sufficienza [[Nuclei di condensazione|nuclei di congelamento]]. Non dovrebbe essere confusa con il gelicidio neppure la [[galaverna]], che si verifica con temperature inferiori a 0°C quando minuscole goccioline di acqua esistenti nell'aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di inclusioni di bolle [[aria]]), biancastro ede assai fragile. Nel gelicidio invece l'involucro di [[cristalli di ghiaccio|ghiaccio cristallizzato]] è perfettamente trasparente, perché non contiene aria.
 
In presenza di vento forte, il rivestimento intorno alle superfici segue la direzione del vento, cosicché si formano talora, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle specie di lame di ghiaccio biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri e più; il fenomeno si chiama [[calabrosa]].
 
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