La donna della domenica (film): differenze tra le versioni

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[[File:Franco Nebbia - La donna della domenica.jpg|thumb|L'americanista Bonetto ([[Franco Nebbia]]) in una scena de ''La donna della domenica'']]
{{chiarire|Il film è la pressoché fedele trasposizione del romanzo. [[Luigi Comencini|Comencini]] affronta un soggetto che può essere inserito nel filone della [[Commedia all'italiana]], ma che non può non essere diverso dal romanzo, poiché il forte impianto narrativo che [[Fruttero & Lucentini|Fruttero e Lucentini]] hanno dato al loro libro impone al regista di attenervisi, e Comencini riesce a interpretarlo egregiamente. La profonda ironia che traspare, più che dalle persone, dalle situazioni è percepibile nel film come nel romanzo. L'afosa Torino estiva è rappresentata con una fotografia piuttosto calda, con le vie deserte, le ville in zona collinare, i grandi viali, il centro storico, il ''[[Balon]],''<ref name="balon" /> storico luogo di incontro della Torino "bene" e della Torino "male".
I personaggi sono ben tratteggiati, emergono la volgarità del Garrone, il rifiuto del rango di Massimo Campi, la noia coniugale di Anna Carla, la cortesia prudente, ma solo perché gli è stata imposta, del Commissario, la grettezza della Tabusso. [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]], la [[Jacqueline Bisset|Bisset]] e [[Jean-Louis Trintignant|Trintignant]] si trovano perfettamente a loro agio in questa commedia gialla improntata all'ironia. Forse il limite di questo film è proprio l'esser figlio di un romanzo giallo alla cui trama il regista ha dovuto attenersi fino in fondo.|senza fonti; opinioni soltanto personali inutili in WP}}
[[File:Giuseppe Anatrelli - La donna della domenica.jpg|thumb|Il questore ([[Giuseppe Anatrelli]]) in una scena]]|senza fonti; opinioni soltanto personali inutili in WP}}
[[Gianni Rondolino]] nel Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano 1975/76 afferma: « Da un romanzo che ha avuto uno straordinario successo letterario, un film che sta avviandosi ad un medesimo successo stando agli incassi delle sale. E non poteva essere diversamente con un regista come Comencini e due sceneggiatori come Age e Scarpelli a confezionare un prodotto filmico corrispondente. Il film mantiene in sostanza quello che promette, e l'ingarbugliata vicenda gialla, un poco sfrondata di episodi collaterali, e di motivi secondari, si scioglie progressivamente secondo le regole di tal genere di prodotti. C'è da osservare che nel film manca quella "torinesità" che invece costituiva il fascino del romanzo...»