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Il '''passo dell'oca''' è un modello di passo marziale in uso nelle [[Parata militare|parate militari]]. Si tratta di una forma particolare di passo cadenzato e prevede che soldati elevino la gamba distesa fino a farle raggiungere una posizione più o meno orizzontale. Al momento di posare contemporaneamente lo stivale a terra, i soldati in marcia producono un caratteristico e forte rumore.
Fu portato a uso sistematico in [[Prussia]] all'inizio del [[XIX secolo]] in accordo al concetto di rigida disciplina che caratterizzava le truppe di quello stato.
* Venne adottato nella [[Russia]] zarista, per essere conservato dal regime [[Unione Sovietica|sovietico]], per esempio nelle celebrazioni annuali della [[rivoluzione d'ottobre]].
* In funzione dei suoi connotati di ostentata virilità e di prestigio, il passo dell'oca esercitò un fascino non indifferente sul [[fascismo]] in genere, tanto che venne usato prima nella [[Wehrmacht]] nazista e poi nelle truppe italiane, contro la volontà del re. Infatti, [[Benito Mussolini|Mussolini]] lo introdusse nel [[1938]] ribattezzandolo con il nome di "passo romano". Si giustificava all'epoca l'inedita denominazione rifacendosi al "militaris gradus" (doppio del ''passus'' e con cadenza di 120 passi al minuto) citato nel IV secolo da [[Vegezio]], e al ''plenus gradus'', cioè l'andatura più fiera che le legioni usavano utilizzare nelle sfilate cui assisteva l'Imperatore, tendendo le gambe e facendo battere poderosamente sul terreno i talloni dei [[calzari]]. Esso dunque si presentava più solenne ancorché più pesante e faticoso di quanto non fosse il
* Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]], il passo dell'oca venne conservato in forma ridotta nella [[Repubblica Democratica Tedesca]]: infatti, la punta del piede arrivava soltanto fino all'altezza del ginocchio e per questo tipo di esecuzione fu trovato il nome di
Come accennato, lo scopo di questo passo è quello di ostentare potere e disciplina di massima precisione, tanto che viene usato di solito in stati dal regime totalitario. Fu oggetto di aspra critica da parte di diversi intellettuali come [[George Orwell]]. Nella raccolta di saggi ''Il leone e l'unicorno'', Orwell proponeva l'interpretazione metaforica dello stivale di un soldato nell'atto di calpestare il viso di una persona.
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