Colonia romana: differenze tra le versioni

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== Origine e sviluppo ==
L'istituzione della colonia romana si fa risalire ai tempi della sua fondazione e alle prime istituzioni volute da [[Romolo]], e diversamente da quelle greche, comportava la compresenza di coloni romani e quella parte di uomini delle città conquistate che non veniva destinata alla schiavitù.<ref>[[{{cita|Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 16, .1}}.</ref>
 
Come luoghi in cui stanziare i propri coloni i romani prediligevano città già abitate dai popoli sottomessi. Inizialmente servivano da avamposto per controllare un territorio che sarebbe stato ulteriormente colonizzato: in questo senso, il ruolo di [[Aquileia romana|Aquileia]] nell'espansione romana verso il nord est fu importantissimo.
{{Citazione|Nello stesso anno [181 a.C., n.d.r.] fu [[Deduzione (storia romana)|dedotta]] nel territorio dei Galli la ''colonia'' di Aquileia. 3.000 fanti ricevettero 50 [[iugero|iugeri]] ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140. I triumviri che fondarono la colonia furono [[Publio Scipione Nasica]], [[Gaio Flaminio (console 187 a.C.)|Gaio Flaminio]] e [[Lucio Manlio Acidino Fulviano|Lucio Manlio Acidino]].|[[Tito {{cita|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', |XL, 34.2-3}}.}}
 
Verso la fine della [[Repubblica romana]], le colonie servirono soprattutto da territorio abitabile dai proletari o dai [[Veterano (storia romana)|veterani]] dell'[[esercito romano]]: in questo modo si riduceva la pressione demografica dell'Urbe.
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|''[[Aquileia romana|Aquileia]]''<ref name="VelleioI,13.2"/><ref name="Livio40.34.2-3">[[Tito {{cita|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', |XL, 34.2-3}}.</ref>
|[[Aquileia]]<ref name="Livio40.34.2-3"/>
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