Simboli di Milano: differenze tra le versioni
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{{Citazione|[...] Gli [[Insubri]] avevano come metropoli ''[[Mediolanum]]'', che anticamente era un villaggio, ora invece è un'importante città al di là del [[Po]] quasi ai piedi delle [[Alpi]]. [...] |[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 1.6.}}
Il primo simbolo della città di Milano fu la [[scrofa semilanuta]], animale legato alla [[leggenda]] della sua fondazione. Secondo infatti l'antica tradizione romana riportata da [[Tito Livio]] la [[fondazione di Milano]] ("''[[Mediolanum|Mediolanium]]''") avvenne attorno al [[600 a.C.]] ad opera del [[Celti|celta]] [[Belloveso]], nipote del sovrano dei [[Galli Biturigi]], che si insediò nel mezzo della pianura, sconfiggendo le precedenti popolazioni [[etruschi|etrusche]]. La leggenda farebbe quindi risalire la sua fondazione al celta Belloveso e a una [[scrofa semilanuta]] (''in medio lanae'': da cui deriverebbe, secondo questa leggenda, il toponimo latino ''[[Mediolanum]]'') che divenne poi il simbolo della [[Milano]] romana. Questa leggenda fu poi ripresa in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>[[Bonvesin de la Riva]], ''De Magnalibus urbi Mediolani''.</ref>.
Secondo invece gli storici moderni Milano fu fondata all'inizio del [[VI secolo a.C.]]
=== La Madonnina ===
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{{Vedi anche|Biscione (araldica)}}
Il [[Biscione (araldica)|biscione]] (in [[dialetto milanese]] ''el bisson''), ritratto nell'atto di ingoiare o proteggere, a seconda delle interpretazioni, un fanciullo o un uomo nudo<ref group="N">Una tradizione risalente a [[Galvano Fiamma]] ([[XIV secolo]]), vuole che tale stemma provenga dall'immagine raffigurata sull'elmo e sullo scudo di un saracino abbattuto da un Ottone Visconti durante la [[prima crociata]]. Si tratta però di un racconto inverosimile, al pari delle altre notizie di questo storico sulla partecipazione lombarda alla prima crociata (Giancarlo Andenna, ''Deus non voluit: i Lombardi alla prima crociata (1100-1101). Dal mito alla ricostruzione della realtà. Atti del Convegno Milano, 11-11 dicembre 1999'', Milano, Vita e Pensiero, 2003, ISBN 88-343-0799-2, in partic. pp. 233-234). Un altro mito attribuisce l'origine del simbolo ad un analogo scontro tra [[Eriprando Visconti]] e un cavaliere tedesco nel [[1034]]. La prima attestazione sicura del simbolo è il [[1226]], quando venne raffigurato sul pastorale, "ornato con vipere d'avorio", di Ardengo Visconti, abate del [[Basilica di Sant'Ambrogio|monastero di Sant'Ambrogio]] (Romussi 1927, vol. II, p. 245). Un'altra storia, inverosimile per anacronismo, è riferita dal [[Francesco Petrarca|Petrarca]]: il simbolo sarebbe stato adottato da [[Azzone Visconti]], cui una vipera sarebbe entrata nell'elmo mentre riposava, ma ne sarebbe uscita, all'atto dell'indossarlo, a fauci spalancate, senza però morderlo. Andenna (''cit.'') ritiene verosimile l'origine da simboli vescovili raffiguranti un mostro marino che inghiotte [[Giona (profeta)|Giona]], simbolo della [[resurrezione]].</ref> e sovrastato da una corona d'oro<ref group=N>L'aggiunta della corona d'oro venne concessa nel [[1336]] a Bruzio Visconti dai [[Arciducato d'Austria|duchi d'Austria]] (Romussi, ''loc. cit.'').</ref>, fu il simbolo del casato dei [[Visconti]], [[Governanti di Milano|Signori e poi Duchi di Milano]] tra [[XIII secolo|XIII]] e [[XV secolo]]. Il biscione fu in seguito ripreso dagli [[Sforza]], dinastia che dominò Milano nel XV e nel XVI secolo, rimanendo poi uno dei simboli più celebri della città di Milano.
La figura del biscione viene menzionata da [[Dante Alighieri]] nella ''[[Divina Commedia]]'' come:
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