Repubblica di San Marco: differenze tra le versioni
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Quando le truppe di Thurn raggiunsero Verona, Radetzky decise che era giunto il momento di sferrare il proprio attacco contro l'esercito piemontese. Un primo piano di attacco, che prevedeva l'aggiramento del l'esercito sabaudo, fu fermato il 29 maggio dalla inaspettata resistenza dei toscani e napoletani nella [[battaglia di Curtatone e Montanara]].<ref name=GNS267>{{cita|Ginsborg|p. 267}}</ref>
Radetzky allora, contando sull'immobilismo di Carlo Alberto, decise di lasciare Verona con il grosso del suo esercito, 30.000 uomini e 124 cannoni, per marciare verso Vicenza e sedare definitivamente la resistenza della città. A Vicenza era restato Durando con 11.000 uomini e 36 cannoni. Il 10 giugno gli austriaci [[Battaglia di Monte Berico|attaccarono sui colli Berici]]. Dopo un iniziale resistenza i volontari italiani furono infine sopraffatti
Alle due del pomeriggio le forze pontificie comandate dai colonnelli [[Enrico Cialdini]] e [[Massimo d'Azeglio]] tentarono di contrattaccare ma furono respinti con gravi perdite.<ref name=GNS268/> Durando con le truppe restanti cercò di opporre un ultimo tentativo di resistenza ma furono costretti a ritirarsi dentro la città.
[[File:Ritratto del generale Carlo Zucchi.jpg|thumb|Ritratto del generale [[Carlo Zucchi]].]]
La conseguenza più immediata della caduta di Vicenza
Dopo aver sedato le ultime sacche di resistenza nella regione a metà giugno il Veneto era tornato sotto il dominio austriaco. Oltre a Venezia resistevano ancora solo le fortezze friulane di [[Osoppo]] e [[Palmanova]].<ref name=GNS271>{{cita|Ginsborg|p. 271}}</ref> La fortezza di Palmanova era difesa da ex soldati austriaci disertori al cui comando si era posto il generale [[Carlo Zucchi]] che era prigioniero nelle carceri della fortezza. Benché sottoposta a intensi bombardamenti austriaci la fortezza
Osoppo resistette molto più a lungo [[Assedio di Osoppo|all'assedio austriaco]] ma il 13 ottobre fu anch'essa costretta ad arrendersi.<ref name=GNS270/> I superstiti si recarono a Venezia per difendere la città.<ref name=GNS272>{{cita|Ginsborg|p. 272}}</ref>
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