Fëdor Dostoevskij: differenze tra le versioni

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[[File:Dostoevskij 1876.jpg|thumb|left|Fëdor Michajlovič nel [[1876]]]]
 
Nel [[1870]] lavora intensamente al romanzo ''[[I demoni]]'', con cui l'autore sembra rinnegare definitivamente il proprio passato di libero pensatore nichilista. L'anno successivo nasce il terzo figlio, Fëdor, e Dostoevskij rinuncia una voltevolta per tutte al vizio del gioco e, grazie agli introiti derivatigli dalla pubblicazione dei ''Demoni'', può tornare a San Pietroburgo e affrontare i suoi creditori. Stringe amicizia con [[Konstantin Petrovič Pobedonoscev|Konstantin Pobedonoscev]] - uno degli intellettuali più influenti e più conservatori di Russia - che di lì a qualche anno diventerà procuratore del [[Santo Sinodo]] e scomunicherà [[Lev Nikolaevič Tolstoj|Lev Tolstoj]].
 
Nello stesso anno Dostoevskij assume la direzione della rivista conservatrice ''Graždanin'' ("Il cittadino"), dove inizia a pubblicare dal [[1873]] il ''[[Diario di uno scrittore]]'', una serie di articoli d'attualità nei quali emergerà anche un certo [[Cristianesimo e antisemitismo|antigiudaismo]] dell'autore. Dostoevskij, come dichiarerà nel suo articolo ''Il problema ebraico'' (marzo 1877), in risposta a un attacco da parte di un corrispondente ebreo, affermerà però di non essere un [[antisemita]] [[razzismo|razziale]], e che egli "non odiava l'ebreo come popolo ma gli ebrei d'alto rango, i Re delle borse, i padroni delle banche, che influenzavano la politica internazionale; e gli ebrei usurai, gli sfruttatori delle popolazioni autoctone, citando gli esempi dei negri d'America e della popolazione lituana".