Storia del Partito Comunista Italiano (1921-1944): differenze tra le versioni

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Dopo un infruttuoso ricorso presso l'Internazionale Comunista sull 'esito del congresso italiano, e la proposta restata lettera morta d'una sessione dell'Internazionale che discutesse a breve dei problemi sorti nel partito e nello stato russo, la Sinistra fu viepiù emarginata dal partito cominciando a fuoriuscirne, mentre l'organizzazione proseguì guidata dal nuovo gruppo dirigente allineato ai dettami politici dell'[[Unione Sovietica]]. Il Terzo congresso introdusse la carica di ''[[Segretario generale]]''<ref>Paolo Spriano, ''Storia del Partito comunista italiano'', ''I. Da Bordiga a Gramsci'', Einaudi, Torino 1967.</ref>, mentre fino ad allora le persone al vertice erano semplicemente chiamate ''Redattore capo'' (art. 47 dello Statuto del 1921) o ''Segretario'' (art. 51).
 
Nel 1924 nacque il nuovo organo di stampa, ''[[l'Unità]]'', che fu affidato alla direzione di Ottavio Pastore e doveva ''unire'' il Pcd'I e i terzini del Psi pronti a fare la lista comune di ''Unità Proletaria'' per le elezioni di aprile. Il congresso di Lione del 1926 segnò una svolta importante. Nelle cosiddette Tesi di Lione Gramsci ribadì: "Spetti al Partito Russo una funzione predominante e direttiva nella costruzione di una Internazionale comunista… La organizzazione di un partito bolscevico deve essere, in ogni momento della vita del partito, una organizzazione centralizzata, diretta dal Comitato centrale non solo a parole, ma nei fatti. Una disciplina proletaria di ferro deve regnare nelle sue file"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Antonio Gramsci|anno=1926|titolo=Tesi di Lione|rivista=|volume=|numero=}}</ref>
 
L'emarginata Sinistra continuò invece la sua opera in esilio con un proprio organo di stampa denominato ''Bilan. Bulletin Théorique mensuel de la fraction de gauche du PCI'' (poi ''Bulletin théorique mensuel de la Fraction italienne de la Gauche Communiste'') dal novembre [[1933]].