Mario Camerini: differenze tra le versioni

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Nato a Roma da Camillo, noto socialista, avvocato, originario dell'[[L'Aquila|Aquila]], e da Laura Genina, di famiglia altoborghese, iniziò a lavorare per il cinema dal [[1913]] come sceneggiatore.
 
Dopo l'esordio nella regia con ''[[Jolly (film)|Jolly]]'' ([[1923]]), Camerini si impose all'attenzione del pubblico e della critica, sul finire degli anni venti, con alcuni film muti fra cui ''[[Kif Tebbi]]'' e soprattutto ''[[Rotaie (film 1929)|Rotaie]]'', una drammatica storia d'amore presentata poco più tardi anche in [[Germania]] con notevole successo, che vide l'esordio dell'attore [[Guido Celano]] e che nel [[1931]] venne ridistribuito in versione sonora.
 
Nel [[1932]] diresse un giovane e debuttante [[Vittorio De Sica]] in ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'', garbata ed accattivante commedia sentimentale d'ambientazione piccolo-borghese che aprì la sua {{senza fonte|cosiddetta "pentalogia borghese":}} seguirono infatti altri quattro film dello stesso genere, sempre ambientati nel mondo della piccola borghesia (''[[Darò un milione]]'', ''[[Ma non è una cosa seria (film 1936)|Ma non è una cosa seria]]'', ''[[Il signor Max (film 1937)|Il signor Max]]'' e ''[[I grandi magazzini]]''), quasi tutti interpretati dalla coppia [[Vittorio De Sica]] - [[Assia Noris]]. Quest'ultima, russa di origine, diventò, in quegli anni, moglie del regista.