Leonid Il'ič Brežnev: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Brežnev (disambigua)|Brežnev}}
{{NN|militari|arg2=politici|agosto 2017|Diverse sezioni prive di note}}
{{Carica pubblica
| nome = Leonid Il'ič Brežnev<br /><small>Леонид Ильич Брежнев</small>
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| partito = [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]]
| firma = LEONID BREZHNEV SIGNATURE.svg
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{{Infobox militare
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|Nazione_servita = [[File:Flag of the Soviet Union.svg{{Bandiera|21px]]URS}} [[Unione Sovietica]]
|Forza_armata = [[File:Red Army flag.svg|21px]] [[Sovetskaja Armija|Esercito sovietico]]
|Arma =
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L'anno successivo, eletto nuovamente alla presidenza del presidium del Soviet Supremo al posto di [[Nikolaj Podgornyj]] (assommando per la prima volta nella storia dell'URSS le cariche di leader del partito e di capo dello stato), promosse la riforma della [[Costituzione dell'Unione Sovietica|Costituzione]] (detta anche "Costituzione Breznev"). Vi veniva riaffermata la funzione di controllo del partito, al quale venne assegnato il potere di attuare un monitoraggio capillare sul territorio attraverso il coinvolgimento delle masse per mezzo di associazioni e strutture ricreative,<ref>Cap. I, art. 6: "Il Partito Comunista dell'Unione Sovietica è la forza che dirige e indirizza la società sovietica, il nucleo del suo sistema politico, delle organizzazioni statali e sociali. Il PCUS esiste per il popolo ed è al servizio del popolo. Il Partito comunista, armato della dottrina marxista-leninista, determina la prospettiva generale di sviluppo della società e la linea della politica interna ed estera dell'URSS, dirige la grande attività creativa del popolo sovietico, conferisce un carattere pianificato e scientificamente fondato alla sua lotta per la vittoria del comunismo".</ref> e ribadito con maggiore completezza il carattere "plurifunzionale federale unitario" dell'Unione, attribuendo alle repubbliche federate il diritto di "libera secessione", che negli anni successivi influirà sul distacco degli stati satellite e sul dissolvimento dell'URSS.
 
Nel [[1981]] fu di nuovo alla guida del PCUS. La sua autorità crebbe a tal punto che nel partito si iniziò a vociferare di un ritorno al [[culto della personalità]]. Dopo aver subito un grave [[ictus]] nel maggio [[1982]], avendo rifiutato di abbandonare il potere, mantenne ogni incarico fino al sopraggiungere della morte il 10 novembre 1982 a causa di un [[Infarto miocardico acuto|infarto cardiaco]]. La notizia della sua morte venne ufficialmente diffusa l'11 novembre simultaneamente attraverso la [[Radio (mass mediummedia)|radio]] e la [[televisione]] sovietica (l'annuncio televisivo fu letto da Igor Kirillov con le lacrime agli occhi, alle 11,00 del [[mattino]] ora di Mosca). Dopo cinque giorni di [[lutto nazionale]], si tennero i solenni [[funerali di stato]] cui parteciparono 32 [[capo di Stato|capi di Stato]], 15 [[Capo del governo|capi di governo]], 14 [[Ministro degli esteri|ministri degli Esteri]] e quattro [[Principe|principi]]. Breznev fu poi sepolto nella [[necropoli delle mura del Cremlino]].
 
=== Matrimonio e famiglia ===
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{{Marescialli dell'Unione Sovietica}}
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[[Categoria:Marescialli dell'Unione Sovietica]]