Battaglia di Fort Donelson: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 528:
Quasi 1.000 soldati da entrambe le parti erano stati uccisi, con circa 3.000 feriti ancora sul campo; alcuni si congelarono a morte nella tempesta di neve, molti soldati dell'Unione avevano gettato via sia le coperte che i cappotti risultati d'intralcio<ref>Eicher, p. 178; Nevin, p. 34.</ref>.
Al loro ultimo consiglio di guerra svoltosi all'Hotel Dover alle 16:30 del 16 di febbraio, Buckner dichiarerà che se [[Charles Ferguson Smith]] avesse scelto di attaccare nuovamente, avrebbe potuto resistere solo per 30 minuti stimando che il costo per difendere il forte sarebbe stato pari ad un tasso di perdite del 75%<ref>Gott, pp. 239–240; Woodworth, p. 115; Eicher, p. 178</ref>. La posizione di Buckner finalmente riuscià ad ottenere
Floyd, che aveva paura di essere catturato, - sarebbe successivamente stato incriminato per [[corruzione]] perpetrata durante il suo servizio come [[segretario alla Guerra degli Stati Uniti d'America|Segretario alla Guerra]] nel gabinetto della [[presidenza di James Buchanan]] - consegnerà prontamente il comando a Pillow, che temeva anch'egli le rappresaglie Nordiste; a sua volta quindi passerà il comando a Buckner, che accetterà di rimanere indietro e far arrendere l'esercito<ref>Stephens, p. 58; Gott, p. 240
Disgustato dallo spettacolo di vigliaccheria così platealmente dimostrato, un furioso [[Nathan Bedford Forrest]] (futuro fondatore de [[Ku Klux Kan]]) annuncerà: "''non sono venuto qui per arrendermi di fronte al comando''"<ref>Gott, pp. 241; Nevin, pp. 93–94.</ref>. Si precipiterà fuori dalla riunione per guidare circa 700 dei suoi cavalieri durante la fuga dal forte; si dirigeranno verso Nashville attraverso le acque basse e ghiacciate di "Lick Creek", non incontrando nessuno e confermando quindi che molti altri sarebbero potuti con facilità fuggire per la stessa strada, questo se solo Buckner non avesse schierato delle guardie per impedire il verificarsi di tali tentativi<ref>Cooling, ''Campaign for Fort Donelson'', p. 37; Gott, pp. 252–53; Woodworth, p. 116; Nevin, p. 94.</ref>.▼
Il nuovo comandante Sudista invierà quindi una nota a Grant proponendo un [[cessate il fuoco]] e chiedendo quali fossero i termini della resa; il messaggio giungerà inizialmente tra le mani di Smith, che esclamerà: "''nessuna condizione per quei dannati ribelli!''" Quando infine la nota raggiunse anche Grant, Smith lo esorterà a non concederne alcuna; Buckner aveva sperato invece che avrebbe potuto offrire dei termini generosi a causa della loro precedente amicizia<ref>Nevin, p. 94</ref>.
▲Si precipiterà fuori dalla riunione per guidare circa 700 dei suoi cavalieri durante la fuga dal forte; si dirigeranno verso Nashville attraverso le acque basse e ghiacciate di "Lick Creek", non incontrando nessuno e confermando quindi che molti altri sarebbero potuti con facilità fuggire per la stessa strada, questo se solo Buckner non avesse schierato delle guardie per impedire tali tentativi<ref>Cooling, ''Campaign for Fort Donelson'', p. 37; Gott, pp. 252–53; Woodworth, p. 116; Nevin, p. 94.</ref>.
Nel 1854 Grant era stato difatti rimosso dal comando in una postazione dell'esercito in [[California]], presumibilmente a causa dell'[[alcolismo]]; Buckner, un altro ufficiale presente in quel momento, gli prestò dei soldi per farlo tornare a casa nell'[[Illinois]] dopo che lo avevano costretto a dimettersi dal proprio incarico<ref>Gott, pp. 254–255.</ref>.
[[File:Presidents Gen Grant to Gen S B Buckner.jpg|thumb|La richiesta di [[resa incondizionata]] inviata dal comandante unionista [[Ulysses S. Grant]] a quello cnfederato [[Simon Bolivar Buckner]].]]
Con il completo sgomento di Buckner Grant non mostrerà però alcuna pietà nei riguardi degli uomini che considerava niente più che come dei ribelli nei confronti del governo federale; la sua brusca risposta diventerà una delle più famose citazioni della guerra, guadagnandosi il soprannome di "''resa incondizionata''" (Unconditional Surrender, iniziali di Ulysses S.)<ref>Gott, pp. 256–257.</ref>.
La risposta del generale unionista sarà pertanto la seguente: "''coloro che propongono l'Armistizio e la nomina dei Commissari per risolvere i termini della Capitolazione sono appena stati ricevuti; ma essun termine può esser accettato a parte la resa incondizionata e immediata''"<ref>Cooling, ''Campaign for Fort Donelson'', p. 36.</ref>. Non stava bluffando; Smith era ora in una buona posizione per spostarsi sul forte avendo catturato le linee esterne delle sue fortificazioni ed aveva appena ricevuto l'ordine di lanciare un attacco con il supporto di altre divisioni il giorno seguente<ref>Esposito, map 29.</ref>.
Grant credeva che la sua posizione gli permettesse di rinunciare ad un assedio pianificato e di affrontare invece con pieno successo la conquista del forte. Buckner risponderà: "''la distribuzione delle forze sotto il mio comando, incidente dovuto ad un inatteso cambiamento di comandanti, e la forza travolgente sotto il tuo comando, mi costringono, nonostante il brillante successo delle armi confederate di ieri, ad accettare i termini ingenerosi e privi di nobiltà che tu mi proponi''"<ref>Gott, p. 257</ref>.
Grant, che si manterrà estremamente cortese con Buckner in seguito alla resa, si offrirà di prestargli del denaro per vederlo attraversare in condizioni migliori la sua imminente prigionia, ma Buckner declinerà l'invito. La resa fu un'umiliazione personale per Buckner e una sconfitta strategica per la Confederazione, che perse oltre 12.000 uomini, 48 pezzi di artiglieria, gran parte delle loro attrezzature e il controllo del Cumberland, il che condurrà direttamente all'evacuazione di Nashville<ref>Gott, pp. 262–67</ref>.
Questo fu il primo di 3 eserciti confederati che Grant avrebbe catturato durante la guerra; il 2° sarà quello di [[John Clifford Pemberton]] alla [[battaglia di Vicksburg]] e il 3° l'[[Armata Confederata della Virginia Settentrionale]] di [[Robert Edward Lee]] a seguito della [[battaglia di Appomattox]]. Buckner inoltre consegnerà considerevoli equipaggiamenti militari e provviste, di cui le truppe di Grant avevano assolutamente bisogno.
Più di 7.000 prigionieri di guerra confederati furono infine trasportati da Fort Donelson nel "Camp Douglas" a [[Chicago]] e nel "Camp Morton" a [[Indianapolis]]<ref>{{cita libro|autore1= Hattie Lou Winslow|autore2= Joseph R. H. Moore| titolo=Camp Morton, 1861–1865: Indianapolis Prison Camp |editote=Indiana Historical Society|anno=1995| p. 69|città=Indianapolis |isbn=0-87195-114-2}}</ref>, ma anche in altri campi di prigionia in diverse regioni del Nord. Non sono mai stati registrati documenti ufficiali dei confederati che si sono arresi e le stime pertanto variano da 11.500 a più di 15.000<ref>Secondo Gott, pp. 257–63, 265 saranno 12.392; secondo Esposito, map 29 più di 11.500; secondo McPherson, p. 402 da 12 a 13.000; secondo Cooling, ''Campaign for Fort Donelson'', p. 38 da 12 a 15,000; secondo Nevin, p. 97 da 12 a 15.000; secondo Kennedy, p. 47 almeno 15.000 ed infine secondo Woodworth, p. 119 all'incirca 15.000</ref>.
Buckner rimarra prigioniero nel "Fort Warren" a [[Boston]] fino al 15 di agosto seguente, quando verrà scambiato con il Brigadier generale [[George Archibald McCall]].
== Conseguenze ==
A seguito della caduta di Fort Donelson, il [[generale]] confederato [[Albert Sidney Johnston]] perse oltre 12.000 uomini, un terzo del totale a sua disposizione, che avrebbero potuto risultare decisivi nella successiva [[battaglia di Shiloh]]. Per di più Grant ora controllava i corsi d'acqua e le linee ferroviarie tra [[Nashville]] e [[Colombus (Kentucky)|Columbus]]<ref>Gott, pp. 266-67</ref>.
|