Repubblica di Lucca: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Le origini ===
Nata come insediamento ligure secondo alcuni storici, mentre altri ritengono che sia di origine etrusca con datazione attorno al 220 a.c., la città di Lucca ebbe un territorio da essa dipendente fin dalla fondazione del [[municipium]] romano (180 AC come colonia di [[diritto latino]]). Dopo il [[caduta dell'Impero Romano d'Occidente|collasso dell'impero]] Lucca divenne una delle città più importanti d'Italia e i [[Longobardi]], già nel VI secolo, la elessero a capitale di un importante [[Ducato di Lucca|Ducato]]. Con i [[Carolingi]] Lucca fu capitale della [[Marca di Tuscia]]. In seguito la città entrò in collisione con il potere marchionale iniziando ad autogovernarsi. La vera origine dello stato di Lucca fu sancita dal diploma di [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] del 1084. Con questo documento si riconosceva alla città, ormai libera dalla Marca di Tuscia e sottoposta solo all'imperatore, il dominio de facto su una ristretta fascia di sei miglia attorno alle mura. Nel contado delle sei miglia era proibito il sorgere di qualsiasi castello feudale. Da questo primo nucleo si originò un [[Comune medievale|Libero comune]] la cui esistenza è attestata nel [[1119]], poi riconosciuta dall'autorità imperiale nel [[1161]]. Ed è proprio in questo secolo che il comune sostiene le sue lotte contro i feudatari vicini fino ad assicurarsi il dominio su vasti territori nel [[secolo XIII]] e a contendersi il primato militare in [[Toscana]] con il [[Repubblica_fiorentina#Firenze_comunale|comune di Firenze]]. Agli inizi del XIV secolo, dopo essere stata sconvolta dalle lotte tra guelfi bianchi e neri, la città fu conquistata da [[Uguccione della Faggiola]] e coadiuvato dal [[Conte palatino|vicario imperiale]] [[Castruccio Castracani]], di origine lucchese.<ref>Manselli, pp. 25-32</ref>
In seguito il popolo lucchese rovesciò il governo di Uguccione e acclamò Castruccio capitano del popolo;. laLa signoria di Castruccio rappresenta il massimo apogeo della potenza lucchese, i cui territori comprendevano a Nord la Garfagnana, a Ovest il litorale dalla città di Carrara fino a Pisa, ad Est la città di Pistoia (sotto il codominio di Lucca e Firenze), a Sud la Val d'Arno costantemente contesa con la [[Repubblica di Firenze]]. Il massimo conflitto con Firenze si ebbe nella [[battaglia di Altopascio]], dove l'esercito fiorentino sconfitto fu rincorso fino alle mura di Firenze.
 
Con la morte di Castruccio lo stato lucchese passa sotto il dominio, ora di una, ora di un'altra città fino a quando l'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]] concede l'indipendenza alla repubblica di Lucca in cambio di denaro, sebbene i territori siano molto ridimensionati. In questa occasione il borgo di Vivinaia viene rinominato [[Montecarlo (Italia)|Montecarlo]].
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Il Sercambi evidenzia in specie il conferimento di tutti gli uffici ai sostenitori della famiglia dominante. Lo storico lucchese cita anche le disposizioni per impedire alla maggiore assemblea dei cittadini (il Consiglio generale) di riunirsi. Il ruolo di questa era preso da una Commissione composta di partigiani della casa regnante in numero di dodici o diciotto.
 
Egli ricorda più in generale le restrizione di tutte le spese, salvo quelle a favore dei mercenari, ritenuti indispensabili per non vivere in continue paure e pericoli, e che bisognava tenere allegri, nonché gli atti di violenza segreti commessi per togliere di mezzo i ribelli più pericolosi, e, infine, i modi con cui alcuni commercianti emigrati furono costretti a tornare a Lucca.
 
Assai interessanti sono soprattutto le osservazioni del Sercambi sullo scadimento di tutte le industrie, ma in particolare dell'arte della seta e della coltivazione dei vini, per le quali egli propone come rimedio un dazio elevato sui vini forestieri e l'obbligo assoluto, da imporsi al contado, di comperare ogni cosa in città, i soli mezzi di sussistenza eccettuati.
Secondo il modello diffuso in molti Stati italiani dell'epoca che privilegiano giuridicamente e economicamente le città dominanti sul contado.
 
L'alleanza tra il Guinigi e il [[ducato di Milano]] portò Lucca nella rovinosa guerra contro Venezia e Firenze,; verso la fine di questa, un'insurrezione pose termine al dominio della famiglia Guinigi e la repubblica trattò per non perdere nuovamente l'indipendenza, anche se i suoi territori furono ulteriormente ridimensionati.<ref>manselli, pp. 91-101</ref>
 
Nel 1429 Firenze assediò Lucca per vendicarsi del Guinigi che si era schierato dalla parte di Milano durante la precedente guerra,. dopoDopo diversi giorni di assedio Lucca chiese aiuto a Milano e, per soccorrere Lucca , venne inviato Francesco Sforza che con il suo esercito travolse i Fiorentini e li costrinse alla ritirata . Pochi giorni dopo la ritirata dei Fiorentini gli abitanti di Lucca fecero arrestare il Guinigi perché si diceva che avesse trattato con i fiorentini,. inIn seguito Firenze pagò lo Sforza per abbandonare Lucca e, nel 1430, Lucca fu assediata ancora una volta. Durante l'assedio i Fiorentini tentarono di arginare il Serchio per allagare Lucca, ma per via di alcuni errori si allagò l'accampamento fiorentino. Intanto i Lucchesi chiesero di nuovo aiuto a Filippo Maria Visconti che, ancora una volta, agì indirettamente (secondo un precedente trattato Milano non poteva intromettersi meglio affari di Firenze) chiedendo ai Genovesi di aiutare Lucca. Genova, facendo valere una antica alleanza con Lucca, chiese a Firenze di non disturbare Lucca,. alAl rifiuto di Firenze, Genova inviò un esercito di 6.000 uomini guidati da Niccolò Piccinino che attaccò i Fiorentini sul Serchio e , dopo una sanguinosa battaglia, vennero costretti a ritirarsi perché i Lucchesi li avevano presi alle spalle uscendo dalla città. A parte un breve periodo di signoria come quella di Paolo Guinigi, Lucca rimase una repubblica indipendente fino al 1799, anno della sua definitiva caduta a opera dei francesi.
 
=== Diplomazia ===
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Temendo le mosse dei [[Medici]] che cercavano di garantire a Firenze il predominio della Toscana, si dà inizio ai lavori di costruzione delle [[Mura di Lucca]] per proteggere la città da eventuali azioni belliche ai propri danni.
 
Nel [[1556]], per evitare il più possibile ingerenze straniere, viene riformata la struttura di governo in maniera che solo i discendenti di alcune famiglie lucchesi da più generazioni possano accedere al governo,. nasceNasce così la ''Serenissima Repubblica Lucense'' come repubblica aristocratica.
 
Lucca continua così a sopravvivere come città-Stato in senso medievale sia pure costituendosi come stato borghese e mercantile. Grazie alla sua definitiva alleanza con l'imperatore [[Carlo V]] ([[1521]]), la città riesce a scongiurare il pericolo di annessione toscana, anche se la paura di perdere la propria "Libertà" ad opera della corte fiorentina permane nei suoi programmi politici. Altopascio e Montecarlo, avamposti toscani sono appena a 16-17 chilometri dalla città di Lucca che, non a caso, ha denominato il baluardo delle sue mura che si protende verso tale confine proprio "Libertà", unico a non avere un nome di santo.
 
Con la [[Riforma Protestante]], anche a Lucca si diffondono le nuove idee religiose, e, benché il governo riesca a tenere il più possibile lontano il tribunale dell'[[Inquisizione]], non può esimersi dal condannare le eresie e far scacciare i cittadini dichiaratamente protestanti. Anche in seguito continuerà la sua azione diplomatica per evitare l'insediamento dei [[Gesuiti]] e dell'Inquisizione nella Repubblica.
 
Con la costituzione aristocratica dello stato, il governo lucchese è costituito dal "Gran Consiglio" o "Collegio", assemblea generale con poteri legislativi composta da trecento cittadini (duecento possidenti e nobili e cento negozianti, letterati e artisti). Il potere esecutivo è gestito dai "XII Anziani" presieduti da un Gonfaloniere, in carica per sei mesi;: hanno un mandato per quattro anni ed hanno anche la rappresentanza estera e diplomatica dello stato. Il potere amministrativo è gestito dagli Anziani e da quattro Magistrature (dodici membri) che seguono gli Affari Interni, Giustizia, Polizia, Forza Armata, Relazioni estere, Direzione delle Acque, Strade e Fabbriche pubbliche, Finanze.
 
Posta tra gli stati estensi alla continua ricerca di uno sbocco sul mare e l'espansionismo mediceo, Lucca è riuscita a mantenere la propria indipendenza grazie alla sua stretta alleanza con l'impero, riconoscendosi, almeno formalmente, città imperiale "ab immemorabili". Nonostante i vari tentativi da parte toscana di annetterla, la repubblica lucchese riesce a mantenere l'autonomia grazie alle sue mura che, grazieper alil loro alto livello ingegneristico militare, hanno più volte scoraggiato i nemici della Repubblica esitarono più volte a muovere guerra. La Repubblica giunse anche a comprare la sua libertà, come nel caso dell'incidente diplomatico con [[Cosimo III]] de' Medici (1700), versando per l'aiuto politico ricevuto 16.000 scudi alla corte reale di Spagna e 144.000 a quella imperiale di Vienna. La sua posizione di fronte alla corte di Vienna ne esce rafforzata anche nel caso della cosiddetta "controversia delle acque" con la Toscana, quando è costretta a perorare i propri diritti sul [[lago di Bientina]] nel [[1755]] contro le azioni della reggenza fiorentina.
 
Da un censimento del [[1744]] si rileva che lo stato aveva 114.693 abitanti di cui 20.770 in Lucca e 28.030 con il suo suburbio. Molto importante fu la [[Zecca (moneta)|Zecca]] della repubblica.<ref>Manselli, pp. 107-114</ref>
 
== La fine della repubblica ==
Dopo la guerra in Italia della [[Prima coalizione]], conclusasi con il [[trattato di Campoformio]], nel [[1798]] il Governo della Repubblica di Lucca decise di avviare trattative con la neonata [[Repubblica Cisalpina]], allo scopo di mantenere il proprio assetto oligarchico e la propria autonomia. Incaricato fu il [[giureconsulto]] [[Luigi Matteucci (1772-1841)|Luigi Matteucci]], futuro padre del più celebre [[Felice Matteucci|Felice]], che si recò a [[Milano]] per trattare con [[Napoleone]].
 
Le proposte di Matteucci non furono accolte e il 22 gennaio [[1799]] le truppe francesi entrano in città determinando la mutazione della Repubblica oligarchica in Repubblica democratizzata, sotto il protettorato francese, ma di fatto mantenendo il governo precedente.
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== Confini e ripartizione amministrativa ==
I confini della repubblica lucchese nel XVIII secolo, seguivano grosso modo quelli dell'odierna provincia ad eccezione di gran parte della [[Versilia]], sottoposta prima ai genovesi, poi ai fiorentini (XV secolo), e della [[Garfagnana]] che, dal XIV-XV secolo, passa progressivamente sotto la potestà [[Este|estense]] e, per quanto concerne [[Barga|Barga ed il suo distretto]], a quella dei [[Medici]]. Infatti nell'alta vallata del [[Serchio]] a Lucca era rimasto il possesso di sole due [[enclave|exclaves]] in territorio modenese: [[Castiglione di Garfagnana]] con l'intera valle del torrente omonimo, con [[San Pellegrino in Alpe]] fino al crinale segnato dai passi delle Forbici e della Foce delle Radici, [[Minucciano]] e [[Gorfigliano]] fino al [[Monte Pisanino]]. In [[Versilia]] aveva inoltre la minuscola exclave di [[Montignoso]] fino al [[Lago di Porta]] e il litorale. Lo stato era ripartito in tre province a loro volta suddivise in distretti amministrativi retti da commissari della repubblica o vicari governativi.<ref>''Repubblica...'', p. 32</ref>
 
'''''Provincia delle VI Miglia''''' (suddivisa in 7 bande)