Cavalli di San Marco: differenze tra le versioni

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È certo che i cavalli, insieme con la [[quadriga]], erano stati posti nel grande [[ippodromo di Costantinopoli]], probabilmente sopra i ''[[carceres]]'' (da dove partivano le [[biga|bighe]] per le [[Corsa dei carri|corse nel circo]]) e che giunsero in città forse dall'isola di [[Chio (isola)|Chios]], sotto l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Teodosio II]] ([[408]]-[[450]]), come raccontano le fonti dell'[[VIII secolo]].<ref>''Parastaseis syntomoi chronikai'', cap. 84. Th.</ref>
Furono trasportati nella [[Venezia|città lagunare]] nel [[1204]], sottratti a [[Costantinopoli]] dalla [[Repubblica di Venezia]] in seguito all'[[Assedio di Costantinopoli (1203)|assedio e saccheggio ddella città]] avvenuto l'[[1203|anno prima]] durante la [[IV crociata]]. Poco dopo la fine della crociata, [[Enrico Dandolo]], [[doge di Venezia]], inviò i cavalli nella ''[[Venezia|Serenissima]]'', dove furono installati sulla terrazza della facciata della [[Basilica di San Marco]] nel [[1254]]. [[Petrarca]] li poté ammirare quando fece visita alla città nel [[1364]].<ref>[[Petrarca]], ''Epistulae Rerum Senilium'', IV, 2.</ref> <ref>{{Cita libro|editore=Bettoni, Nicolò|cognome= Mustoxidi|nome= Andrea |titolo= Sui quattro cavalli della Basilica di s. Marco in Venezia |città= Padova |data= 1816 |url= http://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=6402211}}</ref>
 
Nel [[1797]], [[Napoleone Bonaparte]] rimosse i cavalli e li portò a [[Parigi]], dove li utilizzò per disegnare la sua quadriga per l'[[arco di Trionfo del Carrousel]]. Nel [[1815]] i cavalli tornarono a Venezia grazie al capitano Dumaresq. Quest'ultimo aveva combattuto nella file della [[settima coalizione|settima coalizione anti-francese]] nella [[battaglia di Waterloo]] ed era con le forze alleate a [[Parigi]] dove fu incaricato dall'[[Imperatore d'Austria]] di prelevare i quattro cavalli dall'Arco di Trionfo parigino e condurli a San Marco a Venezia. Per aver portato a termine il compito ricevette dall'Imperatore una tabacchiera d'oro con le sue iniziali in diamanti.<ref>Henry Boissier, ''A History of The Boissier-Scobell Families'', 1933, p.7.</ref>