Friedrich Schelling: differenze tra le versioni

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m Estetica
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m Critica del Giudizio
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Nell'agire ''etico'' così la [[filosofia pratica]] da un lato si avvicina progressivamente e indefinitamente all'[[assoluto]], ma come già in [[Kant]] e [[Fichte]], ha il limite di non poterlo realizzare compiutamente. Essa è una "dimostrazione" mai conclusa dell'assoluto, che come tale resta quindi ancora (seppure in forme via via minori) oggetto di [[fede]].
 
A differenza di Fichte però(che amava la [[Critica della ragion pratica]]), Schelling, recuperandoinvece lprediligeva la [[Critica del Giudizio|Critica del Giudizio:]] da quest'ideaopera kantiana delegli riprese la tematica relativa al bello die naturariconobbe, riconosce nel momento [[estetismo|estetico]] dell'[[arte]], il punto in cui lo scarto tra idea e realtà, spirito e natura, attività [[conscio|conscia]] e inconscia, si annulla in maniera definitiva. Nell'arte agisce infatti quell'[[intuizione]] estetica produttiva che la filosofia teoretica può solo riconoscere, ma non realizzare. L'azione [[estetica]] è paragonabile a una [[natura]] creatrice che obbedisce alle leggi che essa si dà. Il [[genio (filosofia)|genio]] cioè non opera in vista di un fine esterno, ma l'unico scopo del suo operare è l'operare stesso; guidato da un'ispirazione profonda, che egli domina lasciandosene dominare, egli è [[consapevolezza|consapevole]] e [[inconscio|inconsapevole]] nello stesso tempo. L'artista nella sua attività creatrice realizza così l'unità di ideale e [[realtà|reale]] dopo che questi due, nella coscienza dell'uomo, sono stati separati. Per questo l'intelletto non può mai esaurire la comprensione dell'opera d'arte: essa infatti è un infinito, e non essendo finito non è oggettivabile. Solo con l'intuizione artistica la filosofia raggiunge il suo scopo, perciò l'arte è per Schelling l'organo principe della [[filosofia]].
 
Con Schelling la teoria [[romanticismo|romantica]] dell'arte ha ricevuto così la sua più profonda teorizzazione. Presentando l'arte come manifestazione dell'assoluto in cui cogliere l'indifferenza degli opposti, Schelling è considerato il maggior esponente della corrente dell’''Idealismo Estetico''.