Universitas Casalium: differenze tra le versioni

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=== La nascita della Universitas ===
Nello stesso periodo, i casali si unirono nella Universitas Casalium, con la città di Cosenza che svolgeva il ruolo di capitale. La Universitas era l'ente territoriale finalizzata alla giurisdizione e la gestione comune dei territori della Sila. Territori dai quali una gran parte della popolazione ricavava i mezzi di sussistenza. Le terre erano disponibili all'uso comune delle popolazioni locali dei casali e di Cosenza. La direzione dell'Universitas era formata dei rappresentanti degli abitanti dei casali e della città di Cosenza. I [[magistrati]] che venivano eletti dal consiglio erano 4, di cui due rappresentavano gli interessi dei casali e due quelli dei cosentini. Le riunioni del Consiglio si tenevano nella chiesa madre di Cosenza, non solo perché l'Universitas non aveva una sede propria, ma anche perché l'Universitas si poneva sotto il protettorato dell'[[Chiesa Cattolica Romana|autorità ecclesiastica]] riconosciuta importante e rappresentativa. Compito importante di questo consiglio era quello di provvedere ai bisogni comuni e soprattutto di difendere i cittadini agli abusi dello Stato e del [[Baglivo]] della Sila. Furono molti allora i tentativi d'infeudazione di territori della Sila da parte dei potenti [[feudatari]] confinanti e di privati che spesso con l'aiuto di funzionari regi corrotti cercavano di abolire i diritti civici con i benefici e le concessioni di cui godeva l'Universitas casalium. L'obiettivo era quello di istituire, su questi territori formalmente demaniali, delle difese private, vietate a tutti e protette con le armi se necessario. Le conquiste normanne vennero minacciate dalla dilagante potenza [[Hohenstaufen|sveva]]. Sconfitto [[Tancredi di Galilea|Tancredi]], ultimo dei normanni, i casalesi temettero rappresaglie da parte sveva ed allora, nel [[1196]], inviarono presso la corte di Palermo, l'abate [[Gioacchino da Fiore]], al quale i normanni avevano permesso di fondare dei monasteri, per ottenere il riconoscimento dei diritti acquisiti. Il re [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], grazie all'intercessione della moglie Costanza, riconobbe i diritti.
 
== Bibliografia ==