Rigidità dielettrica: differenze tra le versioni

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La rigidità dielettrica determina il limite massimo di [[differenza di potenziale|tensione]] sopportabile da un [[Condensatore (elettrotecnica)|condensatore]] o da un [[cavo elettrico]], oppure la distanza minima di separazione in aria che deve avere un [[conduttore elettrico|conduttore]] in [[alta tensione]] per garantire l'isolamento.
 
Per molti materiali dielettrici, sopratuttosoprattutto se organici, la rigidità dielettrica a lungo termine è funzione della storia delle varie sollecitazioni (elettriche, termiche, meccaniche ) sostenute dall’isolante nell’arco della intera vita. La rigidità si riduce man mano che il materiale dielettrico invecchia.<ref> Stevanato Fiorenzo- Busetto Diego – ''La tecnologia degli impianti di alta tensione'' – IML – Roma 2016 – ISBN 9788892310100 – prf 7.1 </ref> Il valore della rigidità dielettrica è quindi funzione del tempo che si può così periodare: rigidità intrinseca, collasso elettromeccanico, streamer o arborescenza, collasso termico, tracciamento con degrado chimico fisico , scariche parziali. <ref> Baldo Giorgio- . ''Tecniche di alte tensioni''- Cleup 2004 – Padova</ref>
 
Quando lo spessore di uno strato isolante si riduce a spessori di millesimi di millimetro, anche tensioni relativamente basse possono dare origine a campi elettrici elevatissimi e superare il valore di rigidità dielettrica. È questo il motivo per cui i [[Circuito integrato|circuiti integrati]] usati in [[elettronica]] sono particolarmente suscettibili di essere danneggiati da [[Scarica elettrostatica|scariche elettrostatiche]].