Grottesca: differenze tra le versioni

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==Significato metaforico==
Il termine '''grottesco''' col tempo ha cambiato significato, passando dalle arti figurative alla letteratura fantastica<ref>Nella teoretica del [[Corpo grottesco]] M. Bakhtin lo applica al “Gargantua and Pantagruel” di Rabelais, ma elementi si trovano anche nel Don Chisciotte di Cervantes, nei ''Viaggi di Gulliver'' di J. Swift e nel ''Tristram Shandy'' di L. Sterne.</ref>: essoda lì è entrato nel [[linguaggio comune]] ed oggi indica qualcosa di bizzarro e inconsueto, assumendo poi la connotazione di "ridicolo", ironizzante e caricaturale.
 
La [[Filosofia dell'arte|critica estetica]] vi individuava, già nei secoli scorsi, i caratteri della [[fantasia]]<ref>Ai limiti della stranezza, se è vero che J. W. Goethe, nel sui saggio “About the Arabesque” (1789), non distingueva tra i concetti di "[[arabesco]]" e "grottesco", descrivendoli ambedue coi connotati dello strano e dell'innaturale.</ref>, dell'assenza di proporzioni e della comicità<ref>J. Meser, “The Harlequin, or Protection of the Grotesque and Comic” (1761).</ref>, con una linea di confine assai tenue con il tragico<ref>K. F. Flegel, “History of Comic Grotesque” (1788).</ref>.