Inferno - Canto tredicesimo: differenze tra le versioni

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===Spiegazione di come i suicidi si trasformino in piante - vv. 79-108===
[[File:Inf. 13 Priamo della Quercia .jpg|thumb|left|upright=1.4|''La selva dei suicidi'', [[Priamo della Quercia]] (XV secolo)]]
Virgilio, su richiesta di Dante, chiede quindi come le anime si trasformino in piante e se alcuna di esse si divincolidivincolino mai da tale forma. Di nuovo il tronco soffia prima forte e poi da quel "vento" tornano le parole: (parafrasi) "Brevemente vi sarà risposto: quando l'anima feroce del suicida si separa dal corpo dal quale essa stessa si è distaccata con la forza, [[Minosse]] (il giudice infernale), la manda al settimo cerchio ("foce"), dove cade nella selva a caso, dove la fortuna la balestra (di nuovo un verbo legato alla [[caccia]]). Lì nasce un ramoscello, poi un arbusto: le Arpie mangiando le sue foglie gli arrecano dolore e il dolore si manifesta in lamenti ([[chiasmo]] riferito a come dai rami rotti possano uscire parole e lamenti)" (vv. 93-102).
 
Poi Pier delle Vigne racconta come, dopo il [[Giudizio universale]], le loro anime trascineranno i corpi alla foresta e li appenderanno ciascuna al suo tronco, senza riunirsi con essi poiché non è giusto riprendere ciò che ci si è tolti ("non è giusto aver ciò c'om si toglie", v. 105). Questa è un'invenzione puramente dantesca e nessun teologo parla di questa condizione speciale dei suicidi dopo il Giudizio Universale. L'idea del bosco dove penzolano macabramente i corpi dei suicidi è una delle più cupe rappresentazioni dell'Inferno.